Manuela Chiarottino scrittrice e non solo

Intervistare la scrittrice Manuela Chiarottino significa non solo avere la possibilità di dialogare con una autrice pacata, umile, mai scontata nei suoi libri, ma anche di fare una riflessione sull’editoria di ieri, oggi e domani visto che ha pubblicato, fin qui, oltre 25 opere.

 

Manuela, concentriamoci sulle tue ultime tre pubblicazioni, peraltro di genere diverso tra loro e uscite o a ridosso o nel pieno del difficile periodo del lockdown in cui tutto si è fermato in una bolla di sospensione. Prima è uscito il libro “Fiori di loto” con Buendia Books, poi “Tesoro d’Irlanda” con More Stories e, infine, “La nostra isola” con Triskell Edizioni. Se tu dovessi usare rispettivamente un aggettivo per descriverli, a quali ricorreresti?

Per “Fiori di loto” toccante, per “Tesoro d’Irlanda” magico e infine per la nostra “La nostra isola” direi storico, proprio perché si basa su un fatto reale della storia italiana.

Tre storie profondamente diverse per trama, ambientazione e personaggi… eppure potremmo trovare delle analogie?

Nelle mie storie parlo sempre di sentimenti, in questo caso direi che un altro filo comune è la libertà. La libertà di essere se stessi, di sentirsi una donna anche senza seguire i canoni imposti, la libertà di poter viaggiare, di muoversi, come quella tolta alle donne con i “piedi di loto”, una crudeltà terminata solo a metà degli anni Cinquanta.

Come ti sei documentata per la loro stesura?

Tutti e tre i romanzi sono stati preceduti da molte ricerche. Per “Fiori di loto” e “La nostra isola” ho dovuto approfondire la parte storica, attraverso libri, interviste, documenti trovati in internet, una fase che trovo sempre interessante nonché istruttiva; mentre per “Tesoro d’Irlanda” e le tradizioni dell’isola verde ho attinto dalla mia passione per le leggende del Piccolo Popolo.

Troviamo, inoltre, una comunanza tra i messaggi che vuoi dare ai lettori?

Il messaggio di base è sempre un messaggio di speranza, un invito a trovare il coraggio in se stessi e affrontare le difficoltà. “La nostra isola” però vuole anche ricordare un fatto reale di discriminazione, purtroppo non così lontano da noi, per invitare a una riflessione.

Passando al discorso più ampio dell’editoria, quali ritieni essere oggi le maggiori difficoltà del settore e quali, invece, i pro rispetto a un tempo?

La difficoltà maggiore è data dal numero di proposte letterarie da parte degli autori, compreso il self, e da case editrici che difficilmente fanno scouting vero o puntano su esordienti. Dall’altra parte proprio il self ha permesso a molti di raggiungere i lettori e a volte di spiccare il volo.

Il trend o genere letterario che secondo te va per la maggiore attualmente qual è?

Il rosa è spesso criticato ma va sempre bene, mentre ho letto di un calo dello storico ad esempio. Forse in questo periodo in particolare si cercano letture di svago, ma anche in questo campo tutto cambia velocemente.

Come intravedi il mercato editoriale nel futuro prossimo?

Penso e spero aumenti la selezione nelle uscite, in modo che anche il self sia sempre di qualità; non credo sparisca il cartaceo come spesso qualcuno afferma, anzi, siamo tutti in astinenza da fiere letterarie, ma penso anche che la formula virtuale delle presentazioni non sparirà del tutto, in fondo permette nuove possibilità.

Da te, invece, quale nuova uscita possiamo aspettarci?

Un romanzo di formazione, una storia d’amore e d’amicizia rivolta ai giovani ma non solo.

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