Nuova luce sulla fortificazione etrusca di Volsinii, sul Lago di Bolsena

Questa storia inizia più di sessant’anni fa. Era il 18 settembre 1960, infatti, quando una violenta alluvione colpì l’area di Bolsena, in provincia di Viterbo. Il nubifragio portò alla luce i resti di una costruzione etrusca, verosimilmente pertinenti ad una fortificazione difensiva, situata lungo il lago. Le rovine facevano parte della nuova città di Volsinii (Bolsena), fondata in quell’area dopo la distruzione di Velzna (Orvieto) nel 264 a.C. L’area archeologica, acquistata dal Demanio dello Stato, era stata dimenticata nella vegetazione e nell’incuria.

Durante i mesi di aprile e maggio di quest’anno però, quei resti murari sono tornati di nuovo al centro dell’attenzione, grazie alla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, che assistita dai volontari del locale gruppo archeologico “Velzna”, ha avviato un sistematico intervento di ripulitura. Lo scopo di tale iniziativa è stato quello di appurare il collegamento tra tali rovine e il già noto bastione difensivo della città e far così luce su queste strutture appartenenti alla nuova Volsinii.miao

Gli scavi hanno portato immediatamente buone notizie: gli archeologi hanno identificato i resti di una torre monumentale, la cui presenza è da collegare, plausibilmente, con l’esistenza di una limitrofa porta di accesso al centro abitato. L’importanza degli studi è enfatizzata dal fatto che le dimensioni della struttura militare sono singolari, non ci sono costruzioni similari tra gli esempi di periodo etrusco del III-II sec. a.C.: 5,50 per 6 metri, per un’altezza di oltre 6 metri, collegata ad un muro di circa 10 metri di lunghezza con blocchi di 0,80 per 0,50 per 0,50. Inoltre in un interro a rinforzo della torre, sono venuti alla luce numerosi frammenti di vasi a vernice nera del III sec. a.C., alcuni dei quali presentano bolli industriali e scarti di lavorazione di un’officina che lavorava l’osso. Nei pressi della struttura è stata rinvenuta una figura miniaturistica di un quadrupede, probabilmente un cavallo, realizzata in argilla depurata. Gli archeologi stanno provvedendo alla catalogazione dei reperti e gli scavi sono per il momento sospesi, riprenderanno dopo l’estate.

Francesco Consiglio

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