Rocco Ronchi e la filosofia come sperimentazione di concetti per illuminare il presente.

Rocco Ronchi è un filosofo ed accademico italiano che insegna filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di L’Aquila e filosofia presso l’IRPA (Istituto di Ricerca di Psicanalisi Applicata) di Milano.

Oltre a ciò, tiene corsi in varie Università, italiane e straniere, collabora con numerosi centri di ricerca e interviene in dibattiti e conferenze; è anche direttore di due collane: Filosofia al presente per Textus Edizioni di L’Aquila e Canone Minore per Mimesis, Edizioni di Milano, con cui favorisce la diffusione di contenuti di natura filosofica.

Dal 2014 dirige la scuola di filosofia Praxis a Forlì, nata con Carlo Sini e intesa come luogo reale di incontro al di fuori dell’università, con l’obiettivo di far dialogare persone interessate alla pratica filosofica.

Questa progetto è nato da un’idea che si è consolidata con l’apporto di altre forze sparse sul territorio nazionale e giovani ricercatori, riuscendo a parlare e far parlare di filosofia, sempre con un tono conviviale. Tre giornate ogni anno dedicate a temi diversi per quella che è ormai una sorta di moderno simposio, che quest’anno ha dovuto spostarsi online, cercando di non mantenere lo stesso gusto, nonostante sia venuto a mancare l’elemento fisico.

“Uno dei rischi di fare filosofia online è quello di perdere l’aspetto fisico – ha evidenziato ai nostri microfoni il professor Ronchi, che ha poi voluto aggiungere – Ciò che è in gioco nella filosofia, è il sentirsi eterni: potere, attraverso meditazione e ricerca, andare oltre il limite umano e arrivare quasi al divino: il confine della parola filosofica è quello di toccare un punto che appartiene anche all’eterno.”

Un occhio, quello del professore, capace di vedere il vero ed arrivare giù, a fondo nella realtà per coglierne il vero, l’intuizione del reale al di là delle apparenze.

Lo studioso sarà ospite all’edizione 2020 del Festival Kum! curato dallo psicanalista Massimo Recalcati in programma alla Mole di Ancona dal 16 al 18 ottobre, interamente dedicata alla pandemia e ai suoi risvolti sociologici, filosofici e psicologici.

Alle riflessioni filosofiche sul Coronavirus sono dedicati anche i contributi più recenti di Ronchi, raccolti dalla rivista culturale Doppiozero. Nella Didattica del virus, ad esempio, il filosofo rivolge il pensiero alla scuola e agli insegnanti, sottolineando che la presenza fisica e la partecipazione sono elementi necessari perché vi sia vero apprendimento e riprendendo il concetto filosofico di dialettica: “Senza corpi all’opera niente formazione! Il sapere, infatti, non è questione soltanto teorematica, così come la didattica non concerne soltanto la trasmissione di quel sapere. Il sapere è impregnato nella carne. Senza un contatto non c’è comunità educativa e per contatto si intende qualcosa di più di una stabile connessione: si intende quella erotica dei corpi che, da sempre, i classici hanno posto alla base del fatto pedagogico, considerandola la scintilla che accende il fuoco della dialettica”. 

C’è davvero un gran bisogno di riaccendere ed alimentare il fuoco della dialettica e del ragionamento, in quest’epoca di social network e di “nuovo nichilismo”, praticando quelle attività che ci rendono felici e che, per Aristotele, sono complete nell’istante stesso in cui vengono vissute: il piacere ed il benessere sono atomi di tempo che si sganciano verso la felicità e ci permettono di illuminare il nostro presente. 

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