Teatro romano di Ostia Antica In scena gli Antichi

 1Anche quest’anno, nella splendida e unica cornice del teatro romano di Ostia Antica, va in scena l’ormai consueto omaggio all’arte drammatica classica, giunto alla sua terza edizione, che delizierà gli spettatori dal 5 luglio al 6 agosto. L’obiettivo di Pietro Longhi, Direttore artistico dell’evento, in accordo con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, è quello di offrire al pubblico la possibilità di usufruire al massimo dello splendore di quel luogo senza tempo e senza eguali attraverso una serie di rappresentazioni adeguate all’atmosfera unica che lì si respira. Il programma è composto da spettacoli drammatici e di danza e mantiene fede alla linea guida di rappresentare in uno spazio classico solo spettacoli classici e dall’alto valore culturale, per restituire al sito il suo antico valore: quello di luogo di incontro tra genti, popoli e culture. Non va infatti dimenticato che il teatro era, nell’Antichità, l’unico genere letterario veramente usufruito da tutta la popolazione, senza distinzione di censo, razza o condizione economica. Si comincia con la Dea dell’Amore di e con Antonello Avallone, considerato da molti il Woody Allen italiano, che porta sulla scena uno spettacolo ispirato proprio ad uno dei film di maggiore successo del regista newyorkese; si prosegue con Elena di Ghiannis Ritsos (11 luglio) con la splendida Mariangela D’Abbraccio e la regia di Francesco Travassi, opera in cui viene rappresentata la speranza e insieme la consapevolezza che qualcosa si salvi sempre dalla distruzione totale. Seguono Pulcinella e l’imperatore di Aurelio Gatti e I fratelli (Adelphoe) di Terenzio, in scena il 19 luglio con Pietro Longhi e Felice della Corte per la regia di Silvio Giordani. Non molto amato dai Romani, il drammaturgo cartaginese usava uno stile e un linguaggio misurati e sobri, alla ricerca di eleganza e compostezza, rifuggendo espressioni popolari o volgari. Lo spettatore era trascinato all’interno della vicenda e in lui veniva accesa l’empatia nei confronti dei personaggi. Completamente estranei al teatro terenziano erano i procedimenti metateatrali, il suo obiettivo era quello di dare un messaggio morale, la sua humanitas carica di significato sociale fu una vera rivoluzione culturale. Maurizio Donadoni e Cinzia Maccagnano interpretano Giasone e Medea in Gli Argonauti/ Giasone e Medea (23 luglio) un patchwork da Apollo Rodio, Franz Grillparzer ed Euripide con la regia di Aurelio Gatti. Solo mettendo in discussione le proprie convinzioni si rivela un’assoluta, spregiudicata intelligenza, come fanno gli Argonauti e i naviganti, che escono dalla rotta stabilita dalla consuetudine, buttando alle ortiche le proprie certezze, alla ricerca dell’ignoto e 2dell’imponderabile. Danza, teatro e musica nello spettacolo di Gatti, che racconta il viaggio della ciurma di Giasone, un viaggio onirico, metafisico, all’interno della propria anima fino a giungere all’illuminazione e alla consapevolezza. Di Paolo Fallai la drammaturgia di Carmen, Medea, Cassandra/il processo, per le coreografie e la regia di Luciano Cannito con le splendide Rossella Brescia e Vanessa Gravina. Si può cancellare un pregiudizio? Le tre protagoniste tentano di farlo ma tutte e tre muoiono uccise dall’artista che le ha create. Vincenzo Zingaro non poteva mancare al consueto appuntamento con Ostia Antica e il 26 luglio porterà in scena Le Nuvole di Aristofane, mentre il 29 Giorgio Albertazzi diletterà il pubblico con una narrazione suMiti ed Eroi “Mito e infinita dolcezza del morire corteggiando la morte come da Garcia Lorca”. Debora Caprioglio, Antonella Piccolo e Chiara Cavalieri interpretano Cercasi dea disperatamente, pièce ispirata all’opera di Aristofane con la regia di Rosario Cappolini. È scomparsa la dea Estia, dea della casa e si tenta di sostituirla con un’umana. Attraverso le descrizioni omeriche delle protagoniste verrà messa in scena con ironia e fedeltà ai testi la complessità della figura femminile sulla terra e sull’Olimpo. Chiude la rassegna il 6 agosto Agamennonedi Eschilo, per la traduzione di Pier Paolo Pasolini,con Renato Campese, Cristina Cirilli, Pietro Conversano e Laura Mazzi,regia di Pietro Conversano. Il dolore del condottiero acheo risuona di monte, in monte nella traduzione di Pasolini; accanto al suo grido ascolteremo le parole della regina Clitemnestra, la donna con l’animo di uomo che non ha perdonato allo sposo la morte della figlia Ifigenia. La colpa chiama la colpa e il sangue invoca altro sangue, in un continuo vortice di vendetta, che è la realtà della stirpe degli Atridi, un mondo di confusione e bestialità, nel quale non è ancora entrata la luce della legge. Un’altra suggestiva, meravigliosa estate attende gli spettatori, in un luogo immortale, nel quale risuonano ancora gli applausi dei loro predecessori.

 

Box informazioni:
Teatro romano di Ostia Antica – Via dei Romagnoli, 717 (Ostia Antica)

Info: 348 7890213 – 380 584408
www.ostianticateatro.itostianticateatro@libero.it

 Patrizio Pitzalis

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