Weekend, film gioiello del cinema indipendente inglese

“Sconsigliato, inutilizzabile, scabroso” così la Commissione nazionale per la valutazione dei film della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha definito Weekend, la pellicola firmata Andrew Haigh regista del più noto e più recente 45 anni.

Parole tanto dure hanno creato stupore e ne hanno perfino ostacolato l’uscita, dal momento che molte piccole sale d’essai sono riconducibili al clero. Ed è merito della coraggiosa casa di distribuzione Teodora se, a partire dallo scorso 10 marzo, il film è stato proiettato in 10 sale in tutto il paese. Lo strepitoso successo di pubblico, a cui ha contribuito la scomunica ecclesiale, ha convinto molte altre sale a mostrarlo. Il film, tra l’altro, arriva in Italia con un ritardo di ben 5 anni, dopo aver ottenuto all’estero premi e recensioni entusiastiche. I principali punti di forza di Weekend sono la pulizia delle riprese e della fotografia, l’essenzialità delle scene e dei dialoghi, il realismo nell’avvicendarsi degli eventi e delle emozioni, la bravura dei due protagonisti: Tom Cullen, nella parte di Russell, Chris New, in quella di Glen. La potenza della trama, d’altronde, risiede proprio nella sua semplicità. Una notte in un gay bar di Nottingham, un incontro che doveva durare una notte e che invece si protrae per un intero weekend, due modi diversi e diffusi di essere gay, poiché Russell è timido e bisognoso di una relazione e di normalità mentre Glen è dichiarato, militante e apparentemente ostile ai legami, un’inevitabile separazione. Il tutto prende corpo sullo sfondo della periferia di una città di provincia inglese, dove l’omofobia è ancora forte, lontana dal mitico West End londinese almeno quanto lo è l’Italia dell’ingerenza continua della chiesa nella cultura, nella politica e nella società. Certo il film esce in un momento ghiotto per gli omofobi, visto il recente e rovente dibattito sulle unioni civili e i brutti casi di cronaca che hanno riguardato alcuni omosessuali. Eppure ci deve essere stato qualcos’altro ad avere contrariato la Cei, ma cosa? La normalità. Sì, perché Weekend è nient’altro che un film che parla d’amore. E se per un gioco di immaginazione proviamo a sostituire la coppia gay con una etero vedremo come il film rimane in gran parte intatto e ugualmente stupendo. Come succede in tanto cinema indipendente inglese, la potenza narrativa sta nella purezza della ripresa, nel punto d’osservazione prescelto – il 14mo piano di un palazzone di periferia – nel realismo poetico dei dettagli, dei corpi, delle parole e dei silenzi.

 

Pasquale MusellaWeekend-film-poster-e1429718442895                                          

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