LE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO. Architetti a confronto a Macerata

 

Contemporaneamente alla mostra intitolata Metafisica del paesaggio(Macerata, Palazzo Buonaccorsi, 22 aprile – 22 maggio 2016), venerdì 29 aprile, presso l’Auditorium San Paolo di Macerata, davanti a un pubblico composto non solo di addetti ai lavori, si è svolto il convegno Paesaggio in trasformazione, dedicato alla salvaguardia e allo sviluppo del territorio.Sandro Polzinetti

 

Organizzato dall’Ordine degli Architetti Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Macerata, il dibattito è stato introdotto da Enzo Fusari, presidente dell’Ordine, seguito dal vice sindaco di Macerata e Assessore alla cultura Stefania Monteverde. I lavori sono stati coordinati dall’architetto Luca Maria Cristini. All’ingegner Fabio Spalletti è toccato il primo intervento, che ha trattato della percezione acustica del paesaggio e dell’interazione fra i suoni prodotti dalle diverse tipologie di attività produttiva in rapporto alla dimensione urbanistica e architettonica. Gli ha fatto seguito l’architetto Giovanni Marucci, direttore del Seminario di Architettura e Cultura Urbana dell’Università di Camerino. Marucci, proponendo alcuni esempi, ha messo in evidenza i benefici ecologici, estetici e culturali offerti dai cosiddetti “parchi lineari”, ovvero da quei lunghi percorsi interurbani, progettati e realizzati in alcune metropoli (come Seul, New York, Parigi e Milano) al fine di riqualificare aree dismesse o inquinate, fra loro divise dalla presenza di infrastrutture residuali e inattive, quali vecchi tracciati ferroviari e stradali o canali. È stata poi la volta dell’agronomo e progettista Giovanni Sala, cofondatore insieme ad Andreas Kipar dello studio LAND (Landscape Architecture Nature Development), un gruppo di professionisti impegnati dal 1990 nell’ideazione di spazi metropolitani resi fruibili, grazie al verde, a diverse fasce sociali. Dopo aver illustrato gli obiettivi del LAND, Sala ha presentato l’importante iniziativa internazionale, denominata GLE (Green Landscape Economy), promossa dal suo gruppo come «un nuovo modello di sviluppo urbano che dice NO al consumo della terra e SÍ alla rigenerazione delle città». La parola è passata poi a Massimo Angrilli, professore associato di Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, che ha parlato del progetto di “Bonifica integrale dei bacini meridionali del cosentino”, soffermandosi, in particolare, sulla Riviera dei Cedri, per mostrare come il miglioramento dell’ambiente esiga un cambiamento negli usi e nei costumi dei residenti.

 

Il convegno ha rappresentato una ben documentata occasione per riflettere sulla tutela dell’ambiente, il primo fra i beni storici e culturali del nostro Paese, di cui si è ormai da tempo affermato il diritto-dovere di occuparsi con rinnovata coscienza e più efficaci mezzi di intervento.

Giada Sbriccoli

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