“All’Ombra delle Piramidi”: la mastaba del dignitario Nefer ricostruita al Museo Barracco

Il fascino dell’Antico Egitto contagia la capitale: presso il centralissimo Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, dal 30 dicembre 2016 fino al 28 maggio 2017, la mostra “All’ombra delle piramidi” ricostruisce nelle dimensioni originali la cappella funeraria di Nefer. thumbnail_la-%27stele-della-falsa-porta%27%2c-loriginale-conservata-nel-museo-barraccoPartendo dalla preziosa “stele della falsa porta”, gioiello dell’eclettica collezione del museo, nella loggia esterna del primo piano dell’edificio di Corso Vittorio Emanuele è stata ricostruita la piccola cappella funeraria del III millennio avanti Cristo, riproducendo fedelmente, tramite slide retroilluminate, i rilievi della tomba dispersi in ogni angolo d’Europa e degli Stati Uniti. Grazie all’evento promosso da Roma Capitale e Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, il visitatore potrà quindi camminare all’interno di una piccola tomba egizia, apprezzandone la storia, i personaggi e le curiosità legate ad essa. L’esposizione è curata da Zètema Progetto Cultura.

Nel corso della IV Dinastia (2575-2465 a.C.), nella zona di Giza, oltre alle famose tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, furono innalzate una serie di necropoli destinate ai familiari dei faraoni e ai vari dignitari di corte. Questi sepolcri prendono spesso la forma di màstabe (dall’arabo “panca”), edifici a forma tronco piramidale a struttura piena, che ospitavano il pozzo funerario e la camera tombale sotterranea. La mastaba riprodotta al Museo Barracco fa parte di questa tipologia, fu costruita durante il regno di Cheope ed ospitava le spoglie di Nefer: dignitario di corte, soprintendente di una miriade di cariche, dal controllo delle reclute, al magazzino delle provviste, passando per la casa delle armi.

Avevamo parlato della presenza della “stele della falsa porta”, punto di partenza di questa esposizione e importante tassello della collezione del Museo Barracco. Secondo gli egizi, la falsa porta rappresentava il passaggio tra la vita e la morte, e sopra di essa vi era raffigurato il defunto, nel nostro caso Nefer, seduto di profilo davanti alla tavola delle offerte: dal tradizionale incenso, al pane, alla frutta, fino ai capi di bestiame. Anche dopo il trapasso, il dignitario di corte aveva così tutto il necessario per la vita nell’aldilà. Torniamo però alla collezione del museo. Era il 1868 e durante un’asta all’Hotel Drouot di Parigi, Giovanni Barracco calabrese, intellettuale e mecenate, acquistò la stele che faceva parte della collezione di Napoleone Giuseppe Carlo Bonaparte, detto Plon Plon, figlio del fratello minore di Napoleone I. Il reperto era stato recuperato qualche tempo prima nel corso di una spedizione in Egitto iniziata nel 1858 per volontà di Plon Plon, che inseguiva le orme dello zio Napoleone, nel Paese dal 1798 al 1801. In quell’occasione il kedivè d’Egitto Said Pacha aveva voluto accogliere Plon Plon offrendogli quello che di più prezioso aveva il suo Paese, stretto tra il Mediterraneo e il deserto del Sahara: le rovine di una civiltà antichissima, guidata da Faraoni leggendari, che faceva gola agli avventurieri europei. Furono così organizzate una serie di campagne di scavo prima dell’arrivo del principe francese, in maniera che Plon Plon potesse avere il lusso di scoprire (e portare con sé) tesori archeologici che emergevano dalle dune infuocate del deserto. Erano gli anni della costruzione del canale di Suez e le vestigia dei Faraoni erano materiale strategico per la diplomazia di Said Pacha. Alla fine il viaggio fu rimandato, ed il kadivè invio come regalo una serie di reperti al principe francese, tra cui la stele acquistata poi all’asta da Giovanni Barracco.

Dove sono finiti invece gli altri frammenti della mastaba di Nefer? I rilievi dell’antico sepolcro sono dispersi in importanti collezioni da una parte all’altra dell’Oceano Atlantico: il Louvre di Parigi, il Museo di Birmingham, il Museum di Philadelphia, e ancora il Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen e il Museum of Fine Arts di Boston. Alcuni frammenti sono rimasti a Giza. Oggi, grazie a questo speciale evento, è possibile gratuitamente ammirare la mastaba di Nefer completa di tutte le sue parti: un’occasione unica per gli amanti di storia egizia, un breve viaggio nelle viscere di una civiltà perduta.

Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco

Corso Vittorio Emanuele II, 166A, Roma

Orario: dal 30 dicembre 2016 al 28 maggio 2017

Da martedì a domenica ore 10.00 – 16.00

Ingresso libero

Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00), www.museiincomune.it

Francesco Consiglio

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