160 anni dalla nascita di un genio poco noto: Nikola Tesla

Circa 160 anni fa, in una notte estiva, illuminata da una tempesta di fulmini, triste presagio per la superstiziosa ostetrica, Nikola Tesla nacque con l’epiteto materno di “figlio della luce”. Uno scienziato intuitivo e geniale, destinato a cambiare il mondo con i suoi studi sulla corrente alternata.

Tesla, serbo di famiglia, cittadino dell’impero austroungarico, americano di adozione, parlava correttamente ben otto lingue: oltre al serbo-croato, tedesco ed inglese, sapeva esprimersi in francese, ceco, ungherese, italiano e latino. Questo gli permise collaborazioni internazionali e di partecipare alla vita sociale dei Paesi visitati, intrattenendo relazioni ovunque si trovasse. Tesla, dall’aspetto piacente, era alto, magro e curava particolarmente il proprio aspetto, risultando molto affascinante, ma non si sposò mai, ritenendo che le relazioni amorose lo distogliessero dai suoi studi e dalle sue capacità scientifiche. Fu anche caro amico di Mark Twain di cui era avido lettore, con cui condivideva intuizioni e appunti di laboratorio, tanto da essere considerato dallo scrittore geniale e la sua invenzione del motore ad induzione il bene più prezioso dopo il telefono…

Mentre memorabile resta invece l’antagonismo con Edison, sorto da una mancata promessa di retribuzione per un miglioramento del generatore a corrente diretta operata da Tesla, impiegato alla Edison Machine Works. Da allora i due si sfidarono su lati opposti tra la corrente diretta e quella alternata. In realtà la competizione fu tra un brillante uomo d’affari e un visionario tecnologico.

Nonostante la sua genialità, Tesla era convinto che non esistessero particelle subatomiche o che potessero esserci degli elettroni in grado di creare una carica elettrica. Credeva gli atomi immutabili e indivisibili, che non potessero cambiare stato, escludendo, di fatto, la possibilità di trarne energia.

In questo errore cadde anche Einstein, con cui polemizzo sulla validità della teoria della relatività. Anche Tesla portò avanti, almeno dal 1892, il tentativo di definire una teoria che spiegasse il rapporto tra materia ed energia. Nel 1937 annunciò di aver elaborato una teoria dinamica della gravità che avrebbe tacitato “pigre speculazioni e false concezioni, come quella dello spazio curvo”, riferita al coevo fisico tedesco. Non è pervenuto purtroppo nulla di questa speculazione.

Sebbene l’inventore abbia ricavato ampi profitti dai suoi brevetti, è morto quasi indigente perché la sua frenetica visione scientifica, gli imponeva di reinvestire il proprio patrimonio in nuovi progetti, lasciando poco o nulla da parte.

Tesla resta un testimone geniale di quel fermento scientifico che ha animato un secolo a cavallo tra il 1800 ed il 1900, dove radicarono le basi della moderna elaborazione fisica e matematica. Il suo ricordo resta vivo tra gli scienziati, forse meno noto al grande pubblico, sebbene gli siano dedicate strade, targhe e monumenti, soprattutto nell’attuale Croazia che ne rivendica i natali. A lui è intitolato un premio a chi fornisca un rilevante contributo alla generazione o all’utilizzo dell’energia elettrica ed il tesla (simbolo T) è l’unità di misura dell’induzione magnetica. La Tesla Motors è un’azienda californiana celebre per le sue auto elettriche di lusso e si può ancora dormire nelle stanze del New Yorker Hotel, ove trascorse gli ultimi 10 anni della sua vita. Si dice che Nicholas Cage, nel 2010, chiese di soggiornare nella camera 3327, ove Tesla aveva lungamente vissuto, prima di iniziare le riprese di L’apprendista stregone, un film nel quale le bobine di Tesla hanno una certa rilevanza.

Federico Mattia Ricci

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