DONNE DA RICORDARE E UOMINI

La Terra di Ciociaria, l’ombra di Roma e la madre di Roma, antichissima regione italiana, origine e patria del Monachesimo Occidentale e perciò della cultura e della civiltà europee, dove sono state scritte le prime parole in lingua italiana e dove sono stati stampati i primi libri in Italia, perciò terra ‘nobile’ e preclara come pochissime: dalla data, però, della sua conformazione amministrativa in epoca mussoliniana e fino ad oggi ha avuto, ed ha tutt’ora, il destino atroce e vile di venir dis-amministrata e mal-retta da personaggi della peggior specie dal punto di vista intellettuale e culturale, salvo ovviamente le solite eccezioni: lo spettacolo circostante, se vogliamo e sappiamo vedere, ne è la micidiale risultanza. Storia e fatti e personaggi gloriosi della Ciociaria tenuti nell’oscurità e ignorati, devastazione irreversibile arrecata all’ambiente e al territorio nonché agli animi e alla mentalità, col risultato del sistematico ultimo, o quasi, posto occupato da questa terra nelle graduatorie nazionali del bel vivere, senza contare il dileggio e il dispregio di cui è continuamente fatta segno. E quindi in siffatto contesto diviene perfino normale che vengano meno la cura e il rispetto di certe donne e uomini e delle loro imprese e gesta, a vantaggio invece della promozione perfino smisurata di certi altri prodotti e fatti, in analogia perfetta al panem et circenses (pane e divertimenti) del Basso Impero, cioè della fine di Roma, cioè dell’abbiezione.

La palingenesi: solamente se saranno i cittadini stessi a partecipare e a scendere in piazza.

Quest’anno ricorrono delle commemorazioni suscettibili di arrecare gratificazione e piacere, se ovviamente rispettate e soprattutto approfondite: quella, dirompente, del 31 ottobre 1517 delle 95 tesi affisse sulla porta del Duomo di Wittenberg in Sassonia, Germania, dal monaco Martin Lutero di cui ricorre il quinto centenario, di significato europeo, perciò patrimonio comune e alcune altre che più propriamente riguardano questa Terra: il 4 aprile cade il centenario della morte di Ernesto Biondi, scultore dei Saturnali alla Galleria Naz. di Arte Moderna di Roma; il 15 aprile il decennale della morte di Maria Antonietta Macciocchi, giornalista di grido, scrittrice ammirata, militante partitica appassionata e severa, parlamentare, donna eclettica e indomita, cosmopolita, docente universitaria a Parigi. Cade quest’anno il ventennale della morte di Tina Lattanzi, la più conosciuta e ammirata doppiatrice cinematografica e teatrale: come Ennio Morricone è la colonna musicale del cinema, così Tina Lattanzi ne fu la voce celebrata: che Alatri sua patria sappia metterne a fuoco i meriti non comuni. Quest’anno è il ventennale anche di un altro grandissimo artista di cinema, Giuseppe De Santis da Fondi, il regista di ‘Riso Amaro’, di ‘Non c’è pace tra gli ulivi’, di ‘Roma ore 11’: la coincidenza vuole che ne sia anche il centenario della nascita, perciò notevole impegno per Fondi e non solo. Quest’anno è anche il sessantennale della morte di un altro uomo d’arte incredibile e cioè di Evan Evangelista Gorga da Broccostella, celeberrimo tenore lirico e poi massimo collezionista d’arte: basti dire, sintetizzando, che a suo nome è il Museo Nazionale degli strumenti musicali di Roma. Ricadono anche gli anniversari della morte di Federico Zuccari, astronomo di Isola del Liri, della nascita di Giustino Ferri scrittore illustre di Picinisco, e della nascita anche di Luigi Ceci glottologo insigne di Alatri.

Ma degno di attenzione è anche il giorno in arrivo dell’otto marzo, festa delle donne. Ed è auspicabile che in qualche ricorrenza che avrà certamente luogo in Ciociaria, si tengano a mente non solo le già ricordate Maria Antonietta Macciocchi e Tina Lattanzi ma anche Teresa Labriola, figlia del filosofo Antonio da Cassino, la prima avvocatessa d’Italia, tra le prime voci a parlare e a lottare per i diritti delle donne, di divorzio, di suffragio universale, di parità sindacale. Poi Gabrielle figlia di una modella dei Simbruini, la prima donna o una delle prime a conseguire la licenza liceale a Parigi fine 1800 e poi direttrice del più prestigioso osservatorio astronomico francese. E poi Gina Lollobrigida attrice cinematografica per la quale non occorrono presentazioni. Caterina Valente, nota in tutto il mondo, poliglotta e cosmopolita, originaria di San Biagio Saracinisco, Graziella di Prospero, amata cantante folk e cultrice di folklore e di tradizioni popolari. In piena attività Linda Evangelista, modella di moda ricercatissima, figlia di genitori di Pignataro Interamna e Anna Tatangelo, cantante sempre sulle prime pagine dei giornali. Un florilegio dunque di donne splendide, chissà quante ne ho dimenticate, alle quali comunque 1andrebbero aggiunte le famose modelle di Manet, di Matisse, di Rodin, di Corot, di Van Gogh: punti di riferimento e altresì oggetti di ricordo e di commemorazione continui, usciti da questa Terra….Di una in particolare non possiamo omettere la menzione, una donna assurta recentemente alle prime pagine dei giornali grazie ai suoi meriti particolari, le sue scoperte scientifiche, una scienziata dunque, fiore rarissimo, Alessandra Buonanno da Cassino, docente universitaria nonché direttrice dell’Istituto Max Planck di Berlino, la istituzione scientifica considerata la più qualificata e prestigiosa al mondo. E l’otto marzo sarà certamente additata a pubblico encomio e gratificazione.

Michele Santulli

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