Anziani una risorsa per il Paese Camera dei Deputati, 20 marzo Sala della Lupa, ore 14.30

Il Convegno “Anziani una risorsa per il Paese” è organizzato, con il Patrocinio della Camera dei Deputati, dal Patto federativo a tutela degli anziani. Vi interverranno fra gli altri lo scienziato Edoardo Boncinelli, la dott.ssa Carla Collicelli e l’on. Edoardo Patriarca, primo firmatario della proposta di legge “Misure per favorire l’in-vecchiamento attivo della popolazione attraverso l’impiego delle persone anziane in attività di utilità sociale e le iniziative di formazione permanente”.

Le Associazioni firmatarie del Patto Federativo rappresentano a vario titolo la realtà italiana di anziani impegnati attivamente in più contesti, dal volontariato alla presenza nel tessuto sociale, e sono espressione dell’esercizio attivo della cittadinanza delle per-sone “più avanti in età”, smentendo così l’errata convinzione, oggi diffusa, che identi-fica negli anziani una componente della società unicamente consumatrice di risorse. Nel corso del Convegno verranno presentate alcune iniziative di volontariato con concrete ricadute sul welfare animate e volute dagli anziani: Michele Poerio evi-denzierà come i medici pensionati possono contribuire al benessere della collettività; Teresa Spampanato presenterà l’attività di clown – animazione nelle RSA e negli ospedali delle Marche; Antonio Ferrante e Tiziana Marchetti illustreranno l’attività di trasporto e accompagnamento di persone destinate alla dialisi a Bologna; Elvia Raia parlerà di Pronto Intervento Sociale in Campania.

Il Censis, in una ricerca condotta per Fondazione Esperienza e ANLA Onlus, docu-menta che nel 2012 sono stati quasi un milione, vale a dire il 7% della popolazione over 65, gli anziani che hanno svolto attività gratuita di volontariato o partecipato a riunioni nell’ambito delle organizzazioni. Una quota in costante crescita, conside-rato che rispetto al 2007, se il numero dei volontari in Italia è aumentato del 5,7%, tra gli anziani si è registrato un incremento del 24,2%. Si tratta di un riflesso della trasfor-mazione che ha subito negli ultimi anni la società italiana e che ha fatto sì che nonni e genitori rappresentano oggi un pilastro fin troppo importante per il nostro welfare (tra 2004 al 2010 la quota di over 60 che aiuta economicamente figli e nipoti è balzata dal 31,9% al 47,9%).

Sottolinea il Coordinatore del Patto federativo a tutela degli Anziani e presidente ANLA Onlus Antonio Zappi: “Il prossimo Convegno pensiamo possa essere una ul-teriore occasione per suggerire e stimolare riflessioni sull’apporto degli anziani al welfare del nostro Paese e successive azioni tendenti a far sì che ognuno, dovunque collocato, si decida a ricordarsi di più del mondo al quale anche tutti noi siamo orgo-gliosi di appartenere e che vuole e può ancora dare tanto”.

Fra i relatori al Convegno del 20 marzo, lo scienziato Edoardo Boncinelli: “Adesso sempre di più si ha un’abbondanza di persone di una certa età che ormai non ha più nemmeno senso chiamare “vecchi” perché spesso sono in ottima forma fisica e men-tale… Bisogna quindi adeguare le strutture sociali a questa nuova presenza dando a queste persone una nuova motivazione perché senza motivazione non si vive e dare loro un nuovo ruolo sociale … Dobbiamo immaginare un ruolo nuovo in cui le com-petenze e le passioni delle persone anziane possano giocare un ruolo fondamentale”.

La dott.ssa Carla Collicelli, di Alleanza per lo sviluppo sostenibile e Associazione per gli studi sulla qualità della vita, spiega: “Rispetto all’invecchiamento europeo quello della popolazione italiana è avvenuto in maniera tardiva ma accentuata, tanto da rag-giungere in pochi anni i livelli più alti nell’Unione europea e per il futuro si prevede un ulteriore incremento del fenomeno, sia in Italia, sia in Europa. Da tempo quindi la terza età è diventata un importante oggetto di attenzione, oltre che in sanità, anche in campo psicologico, sociologico ed economico, e poiché una maggiore presenza di an-ziani comporta inevitabilmente un aumento delle persone esposte a malattie croniche e degenerative, ci si è molto concentrati nel recente passato sui costi sociali indotti dalle cure necessarie ed in particolare sulla situazione problematica degli anziani soli. Ma nel periodo più recente si è constatato che le problematiche tipiche, in precedenza, dell’età anziana ufficiale (quella sopra i 65 anni) si sono in gran parte spostate in avanti nel tempo, tanto che gli studi sociologici hanno ritenuto di dover introdurre una distinzione tra “giovani anziani”, anziani e “grandi anziani (sopra gli 85 anni), e di dover limitare le preoccupazioni della sfera sanitaria e sociale alla fascia dei grandi anziani. Inoltre l’aumento dei livelli di benessere e di quelli di scolarizzazione hanno prodotto una vera e propria mutazione negli stili di vita e nei consumi degli anziani. Quando in salute, gli anziani di oggi sono mediamente più colti dei loro coetanei dei periodi precedenti, più ricchi e più portati a godere delle opportunità della vita sociale e familiare. Spesso sono gli anziani ad aiutare le generazioni più giovani per la cura dei soggetti deboli, con la disponibilità in termini di tempi di cura e di risorse econo-miche, e sono sempre gli anziani i maggiori consumatori di spettacoli e di altri prodotti culturali e di tempo libero.Si auspica quindi una maggiore attenzione alle risorse che gli anziani, specie in età di pensione, mettono a disposizione, o potrebbero mettere a disposizione se alcuni canali ed opportunità venissero potenziati”.

Particolarmente importante sarà il confronto con uno dei protagonisti del dibattito po-litico su questo importante tema, l’on. Edoardo Patriarca, deputato membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera che sottolinea “L’immagine che l’anziano

sia solamente un “consumatore” di risorse pubbliche, oltre che sbagliata, è fuor-viante… Gli anziani oggi sono dunque una risorsa per il nostro Paese, per il contributo che essi danno al nostro vivere quotidiano… Prendersi cura della fragilità è per il nostro Paese “un investimento” perché mediante pratiche di invecchiamento attivo da un lato si contribuisce al benessere dei “più avanti in età”, dall’altro si ha un ritorno in termini di welfare oggi davvero importante”.

L’on. Patriarca è primo firmatario la proposta di legge “Misure per favorire l’invec-chiamento attivo della popolazione attraverso l’impiego delle persone anziane in atti-vità di utilità sociale e le iniziative di formazione permanente”. Una nuova consapevo-lezza delle età della vita in relazione alla mutata condizione demografica, che vede il nostro Paese aumentare nelle fasce più anziane della popolazione e diminuire in quelle più giovani: questa è l’idea di fondo della proposta di legge. I cambiamenti demografici sono visti come un processo da assumere come sfida positiva al fine di migliorare la qualità della vita in ogni fascia d’età nella consapevolezza che il progredire dell’età debba essere visto come un diverso approcciarsi alla vita e non come segno di un inar-restabile declino. Da qui la considerazione che “invecchiamento attivo significa pen-sare le persone anziane come soggetti che non perdono affatto la possibilità e il desi-derio di progettare nuove esperienze di vita e di realizzarle, senza troppi impedimenti esterni”: una chiave di lettura della società attuale.

Occorre far crescere la consapevolezza, sottolinea il disegno di legge, che i temi che ruotano intorno a una società che invecchia « interrogano » tutti i fattori che la tengono coesa, in particolare tutti i fattori di socializzazione e di coesione, a cominciare dalla famiglia.

La proposta di legge ha come obiettivo consentire e sostenere l’impegno degli anziani nelle attività di volontariato e più in generale nel terzo settore in attività socialmente rilevanti.

Sintesi della legge:

L’articolo 1 individua le finalità e i princìpi attraverso i quali la Repubblica promuove e riconosce il ruolo delle persone anziane nella comunità locale e le politiche volte all’invecchiamento attivo.

L’articolo 2 definisce il processo di invecchiamento e in particolare l’invecchiamento attivo, mentre all’articolo 3 affida ai comuni, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato, il compito di attivare progetti volti a valorizzare la presenza di persone anziane, prevedendo riconoscimenti sotto forma di bonus. L’articolo 4 definisce le at-tività di utilità sociale mentre l’articolo 6 prevede la formazione permanente delle per-sone anziane, sostenendo le università della terza età e valorizzando i loro saperi e le competenze delle persone anziane mediante progetti che vedono impegnate le scuole di ogni ordine e grado. L’articolo 7 prevede azioni del Ministero della salute per l’in-vecchiamento attivo, per stili di vita coerenti e per impedire forme di ospedalizzazione o di inserimento in strutture residenziali a favore di strumenti che evitano l’isolamento o l’esclusione.

Per ulteriori informazioni

Antonello Sacchi

Ufficio Stampa Antonello.sacchi@anla.it

Cell. 3488999678

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