MIRò ed il suo immaginario di sogno e colore

Con una poetica giocata tra sogno e colore, il maestro del surrealismo Joan Mirò si distingue per uno stile anticonvenzionale ed innovativo, elemento chiave nel quadro delle avanguardie europee novecentesche. Ad offrirne una lettura particolare è la mostra in programma dallo scorso 11 aprile a Palazzo Albergati a Bologna, intitolata MIRó! Sogno e colore.

Realizzata con il patrocinio del Comune di Bologna, e prodotta ed organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Fondazione Pilar e Joan Mirò di Maiorca, l’esposizione offre un focus specifico sulla produzione degli ultimi trent’anni del pittore catalano. I curatori Pilar Baos Rodríguez e Francisco Copado Carralero hanno selezionato una raccolta di lavori donati dall’artista alla Fondazione situata nell’isola sede dei suoi atelier.

All’interno della retrospettiva che conta 130 opere della maturità di Mirò figurano olii, disegni, litografie, foto e documenti di varia natura, parte dei 5000 pezzi della collezione ceduta alla Fondazione creata con la moglie nel 1981, due anni prima di morire.

La mostra si compone di cinque sezioni, tematiche e cronologiche allo stesso tempo, che raccontano il legame dell’artista con l’isola di Maiorca: Radici; Principali influenze artistiche; Gli ambienti in cui creava; La metamorfosi plastica; Vocabolario di forme. Il contatto con la natura e con gli oggetti del quotidiano veicolano un universo di simboli, colori e forme, che contempla l’isola dove Mirò visse dal 1956 quale privilegiato luogo di ispirazione. Lo sguardo sul suo linguaggio artistico abbraccia temi prediletti come donne, paesaggi ed uccelli, oltre a paesaggi monocromi ed a lavori degli ultimi anni eseguiti con le dita, mediante la stesura del colore con i pugni, tecnica questa coltivata nell’ambito della pittura materica. La produzione allestita comprende altresì sculture risultanti dalle sperimentazioni con diversi materiali, collage e “dipinti-oggetto” ispirati ad elementi collezionati nel tempo.

L’esposizione sottolinea la carica espressiva dell’artista secondo un intento di trasgressione e di anticonformismo, parallelamente ad un’indole riflessiva volta alle proprie origini catalane ed alla propria identità. Accanto ad alcune opere note quali Femme au clair de lune (1966), Oiseaux (1973) e Femme dans la rue (1973), a Palazzo Albergati sono presentati alcuni schizzi, come quello realizzato per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University: lavori che racchiudono le tracce delle ricerche artistiche condotte nel Novecento tra Surrealismo, Dadaismo ed Espressionismo.

La mostra è dedicata alla memoria del Maestro Camillo Bersani, artista e scultore bolognese, recentemente scomparso, la cui famiglia era proprietaria della sede espositiva di Palazzo Albergati.

La rassegna sarà visitabile fino al prossimo 17 settembre 2017. Per tutte le informazioni sull’evento: www.palazzoalbergati.com.

Clara Agostini

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