Irriverente, stravagante e surreale. Casa dei Tre Oci a Venezia racconta il fotografo David LaChapelle

Fotografie dal taglio surreale ed ironico, con soggetti spesso eccessivi e dissacranti, e dalle tinte sgargianti: David LaChapelle, uno dei più celebri fotografi statunitensi contemporanei, coltiva il proprio estro fantasioso fino ad imprimere una dimensione di sogno alle sue immagini.

Casa dei Tre Oci a Venezia presenta dal 12 aprile al 10 settembre 2017 una retrospettiva dedicata alla carriera di quest’autore, intitolata David LaChapelle. Lost+Found, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, ed organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie.

I cento lavori in esposizione abbracciano la produzione fotografica di LaChapelle dagli anni Novanta fino ad oggi, includendo le prime immagini in bianco e nero e le più recenti illustrazioni a colori.

L’occasione vede proposta in anteprima al pubblico la serie New World, costituita da undici opere realizzate da LaChapelle negli ultimi quattro anni. Il ritorno alla figura umana, e le rappresentazioni della gioia, della natura e dell’anima risultano gli aspetti salienti di questo corpus di illustrazioni.

Parte dell’itinerario fotografico esplora l’evoluzione artistica di LaChapelle nel quadro dei suoi rapporti con riviste e pubblicità, componenti di un mondo costellato di icone celebri, divenute materiale di ispirazione e di ricerca. Il successo del primo incarico professionale ricevuto lega il nome di LaChapelle a quello di Andy Warhol: si tratta delle fotografie di personaggi famosi realizzate per la rivista Interview. Qui s’inseriscono soggetti come Michael Jackson, Hillary Clinton, Muhammad Ali, Jeff Koons, Madonna, Uma Thurman, David Bowie e lo stesso Andy Warhol, scelti ad emblema del gusto di apparire e dell’edonismo. Il fotografo guarda al potenziale comunicativo e divulgativo dell’editoria ricavando dalla Pop Art una riflessione sull’infinita riproducibilità delle immagini. Anche alcuni meccanismi tipici della moda e del merchandising lasciano traccia nella produzione dell’artista statunitense, con un eccesso di realismo e mercificazione che sfocia in visioni oniriche.

La mostra ripercorre un’ulteriore tappa cruciale della carriera di LaChapelle, che nel 2006 intraprende un viaggio a Roma e visita la Cappella Sistina e gli affreschi di Michelangelo. Il lascito del maestro del Rinascimento italiano e del suo Diluvio Universale è racchiuso nella creazione The Deluge (Il Diluvio), opera che accoglie rimandi al capolavoro michelangiolesco in una rappresentazione della società consumistica e della bellezza ostentata dei corpi nudi.

Dopo il 2006 l’artista esegue alcune serie fotografiche, legandole coerentemente in un gioco tra sacro e sacrilego attorno al tema condiviso della Vanitas. Il soggetto in questione è trattato mediante la bellezza dei fiori appassiti in Earth Laughs in Flowers; parallelamente, in Still Lifeviene, il motivo è proposto attraverso le statue di cera distrutte da vandali, portatrici delle sembianze di alcune celebrità hollywoodiane.

After the Deluge è la sezione successiva in esposizione, con fotografie che raccontano una realtà dove oggetti e simboli del mondo attuale vengono sommersi.

A seguire, Awakened è il titolo della sorta di resurrezione dopo il diluvio, nella quale sono raffigurate persone immerse in acqua in uno stato embrionale.

A completamento della panoramica sulla produzione di LaChapelle, a Venezia sono esposte fotografie di paesaggio appartenenti al ciclo Gas Station and Land Scape. Il genio creativo di LaChapelle si spinge fino alla rappresentazione di modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, realizzati con materiali riciclati, come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 10 settembre 2017. Per info dettagliate sull’evento: www.treoci.org.

Clara Agostini

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