L’ultima corsa di Hayden

Nicholas Patrick Hayden noto come Nicky è stato un pilota motociclistico statunitense, campione del mondo della MotoGP nel 2006. Classe 1981 fin da bambino cosi come i suoi 2 fratelli Roger Lee e Tommy (entrambi piloti professionisti) si dedica alla passione dei motori iniziando il suo lungo percorso nei circuiti di cross. Dal cross passa poi alle derivate di serie partecipando al campionato AMA Supersport del 1998, facendo nello stesso anno anche la sua prima apparizione a livello internazionale al campionato mondiale Supersport dove ottiene una wildcard per la prova americana di Laguna Seca con il team Hypercycle Suzuki, ritirandosi dalla gara. Nel 2000 con l’esordio all’AMA Superbike ottiene il secondo posto nella classifica finale; è una continua scalata verso traguardi sempre più importanti fino a raggiungere nel 2003 la massima serie della MotoGP come compagno di squadra di Valentino Rossi nel team Repsol Honda. Gli anni passano e Hayden acquisisce sempre di più consapevolezza della sua forza e capacità fino a raggiungere nel 2006 il titolo di campione del mondo. Gli anni successivi non sono brillanti come il grande traguardo raggiunto come campione del mondo e pur passando da un team ad un altro (Honda prima e Ducati Marlboro) fino ad arrivare nel 2014 al team Drive M7 Aspar arriverà alla conclusione che dopo 13 anni nel motomondiale ha bisogno di una nuova spinta e marcia in più scegliendo di passare definitivamente al mondiale Superbike. E’ il 17 maggio 2017 quando Nicky viene investito da una Peugeot 206 mentre era in bicicletta nei pressi di Misano Adriatico. Rimasto gravemente ferito (presentava un edema cerebrale diffuso e diverse fratture multiple dorsali e ad una gamba), è trasportato con estrema urgenza e ricoverato in prognosi riservata prima nell’ospedale di Rimini e poi trasferita nell’Ospedale Bufalini di Cesena dove si spegne il 22 maggio dopo cinque giorni in cui era rimasto in coma senza mai essere più cosciente. Rischiano sempre in uno sport dove ci sono i motori ma è nella maniera più assurda che ci lasciano restano comunque impressi anche più dei loro traguardi raggiunti con sudore e fatica.

Noemi Deroma

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