Il genio pittorico del Caravaggio secondo un’analisi dello storico Roberto Longhi

A Roberto Longhi si attribuisce il merito di aver valorizzato la personalità e l’inventiva artistica di Michelangelo Merisi noto come il Caravaggio, con un’operazione di lettura approfondita volta a delineare i tratti di modernità di questo pittore eccezionale. Un’analisi dello storico dell’arte del Novecento italiana costituisce il focus di una mostra sull’artista lombardo e su altri autori seguaci o attivi nel sud Italia, dal titolo Caravaggio e i Caravaggeschi nell’Italia meridionale. Dalla collezione della Fondazione Longhi, ospitata nel Castello Aragonese di Otranto dallo scorso 11 giugno.

Il progetto espositivo attinge a decine di pezzi della collezione di Longhi, allestiti nella cittadina leccese al fine di far luce sulla figura di Caravaggio secondo il parere del critico, cultore di un forte interesse verso un artista ancora poco conosciuto nel XX secolo. Dopo aver incentrato la propria tesi di laurea sul Merisi nel 1911, Longhi proseguì gli studi sul ruolo di Caravaggio in chiave moderna, tanto da accoglierne diverse opere nella sua abitazione fiorentina Villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.

Il corpus di lavori posseduti contava lavori eseguiti da Caravaggio e dai caravaggeschi, fra tutti la tela Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, acquistata da Longhi verso la fine degli anni Venti. Ed è attorno a quest’opera, nella quale sono racchiuse alcune delle maggiori novità pittoriche apportate da Caravaggio, che si snoda la mostra al Castello Aragonese. La tela è datata 1596-1597, all’epoca del soggiorno a Roma, e rivela un abile gioco di luci e di ombre che è tale da produrre un’eccezionale resa realistica degli oggetti di scena e dei loro dettagli. Il giovane ritratto, soggetto tipico del genere caravaggesco delle mezze figure, è colto mentre si ritrae bruscamente per il morso di un ramarro. Il dipinto si connota per un accento d’istantaneità e per una forte carica emotiva, alla luce della reazione del ragazzo nel segno del dolore e della sorpresa, oltre che dell’orrore. Come in altre opere, in questa tela si coglie l’uso della tecnica della natura morta, magistralmente praticata da Caravaggio per la rappresentazione di oggetti inanimati.

La mostra al Castello Aragonese inquadra la portata rivoluzionaria di Caravaggio spaziando sull’attività dei Caravaggeschi, seguaci meridionali del Merisi o attivi nell’Italia del sud, che trassero ispirazione dallo stile pittorico del maestro per i loro lavori in epoca barocca. L’elenco di opere esposte include cinque tele raffiguranti gli Apostoli realizzate dallo spagnolo Jusepe de Ribera, e la Deposizione di Cristo del napoletano Battistello Caracciolo. L’influenza del filone del caravaggismo in area campana trova esempi nel David di Andrea Vaccaro e nel San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau. L’itinerario prosegue con alcune opere di Matthias Stomer, pittore originario dei Paesi bassi ed attivo in Sicilia, capace di conciliare la cultura nordica del caravaggismo olandese con elementi della pittura italiana appresi a Roma, Napoli, ed infine nell’isola siciliana.

Presenti, inoltre, anche le opere di Lanfranco, del Maestro dell’Annuncio ai pastori, di Filippo Napoletano e di Giacinto Brandi. A conclusione del percorso si inseriscono due lavori di Mattia Preti, considerato tra gli artisti più di spicco dell’arte napoletana del Seicento, sulla scia della tradizione caravaggesca.

Curato da Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, il progetto prevede la proiezione del film L’ultimo Caravaggio. Il regista Mario Martone vi racconta il percorso artistico ed umano di Caravaggio durante gli anni trascorsi nell’Italia meridionale, descritti con un approfondimento sulla pittura e sui dipinti dell’autore, oltre che sull’ambiente dei quartieri popolari e delle periferie di Napoli.

L’accesso alla mostra è consentito al pubblico attraverso l’acquisto del biglietto d’ingresso del Castello Aragonese, che rende possibile visitare tutti gli ambienti della fortezza.

L’esposizione è promossa dalla Città di Otranto, la Regione Puglia e la Fondazione di Studi dell’Arte di Roberto Longhi, ed è in programma dall’11 giugno al 24 settembre 2017. Per tutte le info: http://www.mostracaravaggio.it/.

Clara Agostini

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