Tu es libre

Haner è partita per la Siria. Si è unita a Daesh e, così, ha aderito ad un sistema sociale, culturale, etico del tutto differente da quello a cui noi apparteniamo.

Ma Haner non ha origini mediorientali, non è un’immigrata, non è un’emarginata, non è stata manipolata e non è pazza. Haner è una giovane donna francese che può fare, ed essere, tutto ciò che vuole.

Haner è libera di scegliere, semplicemente mette in atto la propria libertà.

Una libertà che si mostra in tutta la sua violenza. Una libertà feroce, che non si fa controllare, definire o interpretare, che va oltre il valore della morte e della vita, oltre la comprensione e al di là di qualsiasi previsione.

In sette giorni, la madre, il padre, un innamorato e un’amica di Haner tentano di dare un senso alla sua storia e attraverso le loro parole la stessa autrice, in scena, cerca una possibile definizione all’improbabile, oscena, incredibile libertà di Haner.

Bastano sette giorni per cercare di comprendere il perché della scelta di Haner? Esiste questo perché?

Solo sette giorni – sette come sette sono i giorni della creazione, nella Bibbia e nel Corano – e solo il tempo dello spettacolo per capire quanta e quale libertà siamo davvero in grado di tollerare.

Perché, al di là di tutto, Haner, quando sceglie, è libera.

Ma noi sappiamo accettare una libertà per cui la vita non è necessariamente un valore? Una libertà per cui l’individuo non è bene prezioso da difendere, ma solo funzione o frammento di una comunità?

Una libertà che uccide?

Tu es libre significa: tu sei libero. Ma se sei libero dovresti riuscire ad accettare la libertà dell’altro.

In ogni caso.

Il testo è stato scritto all’interno di due residenze artistiche realizzate a La Chartreuse – Centre National des écritures du spectacle di Villeneuve Lez Avignon,

centro di drammaturgia francese che promuove la creazione artistica degli autori teatrali

e che per il 2016 e il 2017 ha sostenuto il percorso di Francesca Garolla.

Il testo è tradotto in francese e sarà presentato come mise en espace all’interno dei Rencontres d’été de la Chartreuse durante il Festival d’Avignone 2017.

La produzione italiana di Tu es libre vedrà poi il suo debutto in ottobre all’interno del

FIT Festival di Lugano e sarà poi in scena a Teatro i nella prima parte della prossima stagione.

Premesse

La storia è materia magmatica, che si delinea con lo scorrere del tempo. La storia non ammette i se e non ammette i ma. La storia determina e definisce. Si presta ad essere letta, analizzata.

Ma chi realmente determina il corso della storia?

E se la storia che noi conosciamo non fosse l’unica possibile?

Un nuovo testo teatrale che prende spunto da due riferimenti fondamentali, uno legato alla contemporaneità e l’altro alla classicità.

Il riferimento al contemporaneo prende spunto dal cambiamento epocale – individuale, sociale, politico, economico e di pensiero – che il movimento islamico sta portando nel contesto occidentale, cambiamento che si attua sia in maniera diretta ed evidente sia soprattutto attraverso figure “secondarie”, personaggi in qualche modo insospettabili, che non ricoprono ruoli di potere né sono significativi a livello mediatico, persone qualunque che, in nome di un ideale, sacrificano se stesse e la loro vita diventando protagonisti della Storia.

Il riferimento classico è invece nell’Iliade di Omero e, in particolare, nella figura di Andromaca, che ispira il nome della protagonista. Il nome Andromaca deriva dai due termini greci ἀνήρ (uomo, combattente) e μάχη (battaglia), un nome del tutto maschile per una figura in apparenza così femminile, ed è proprio questa la sua caratteristica: Andromaca nasconde, nel suo apparente ruolo secondario, l’essenza dell’eroe tragico, la sua forza e la sua straordinaria violenza.

Chi potrebbe essere Andromaca oggi?

Andromaca, apparentemente, non ha una funzione determinante nello svolgersi degli eventi, eppure è figura necessaria alla guerra, parte nascosta ma essenziale della storia. Andromaca combatte una battaglia silenziosa ed è motore dell’azione drammatica: principio intoccabile, nodo bruciante di tensione e forza che accudisce e al contempo sprona alla guerra.

Molte sono le giovani donne occidentali che si sono unite ai fondamentalisti islamici, giovani donne che combattono una guerra che diventa la loro vita.

Si parla di diverse decine di donne che sono andate a vivere nel Califfato islamico. Si tratta di un fenomeno di cui si è cominciato a parlare dopo che alcune donne occidentali sono state arrestate per reati legati alle attività terroristiche dell’IS e, ancora di più, dopo i fatti del 7 gennaio 2015 a Parigi, con la comparsa alle cronache di Hayat Boumeddiene compagna di Amedy Coulibaly.

La maggior parte delle donne che si sono unite all’IS provengono da Francia e Regno Unito, ma anche da Austria, Belgio e Spagna. Non si può definirne con precisione il numero. La maggior parte di loro ha tra i 18 e i 25 anni.

Nella maggioranza dei casi le giovani donne che cercano il jihad non provengono da famiglie particolarmente religiose: sono semplicemente buone studentesse, che vogliono andare in Siria per sposare un musulmano devoto o fornire aiuto.

Giovani donne, andromache contemporanee, che cercano la vita nella morte e spesso nella morte trovano la loro nuova vita.

 

Tu es libre

di Francesca Garolla

Création réalisée dans le cadre des

Résidences de la Chartreuse de Villeneuve lez Avignon, Programme Odyssée – ACCR,

avec le soutien du Ministère de la culture et de la communication

Iniziativa realizzata con

il sostegno del progetto DE.MO. – Movin’Up seconda sessione 2015 e del PREMIO SPECIALE DE.MO./MOVIN’UP promossi dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane – Direzione Generale Spettacolo insieme a GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani con il sostegno di Fabulamundi Playwriting Europe – Beyond Borders

 

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