La festa dei Gigli a Barra, una tradizione che merita d’essere condivisa

L’ultimo fine settimana di Settembre, tra le tante feste di fine estate, a Barra, quartiere della periferia est di Napoli, si celebra la festa dei Gigli. I Gigli, nulla hanno a che fare col fiore, bensì questi obelischi di legno lavorato, contemplano i riti pagani di fine raccolto, gli alti falò che si erigevano verso il cielo, luce e purificazione, a gratitudine e fecondità del terreno dopo le messi.

Festa popolare, di origine religiosa, nata come costola della festa patronale nolana (dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dall’Unesco), consiste in una processione danzante di grandi colonne di legno lavorate e decorate, i Gigli, portate a spalla da residenti scelti nei vari rioni in competizione. Una gara di resistenza e potenza, fatta di salti, corse, balli, giravolte, sotto il peso delle torri di legno, carta pesta, luci e gonfaloni affrontando spettacolari prove di abilità, forza ed equilibrio. Il tradizionale itinerario, individuato tra gli stretti vicoli del nucleo più antico del quartiere, un tempo cittadina facente parte dei comuni vesuviani, viene percorso al ritmo di brani attinti dalla tradizione musicale napoletana, eseguiti dalle bande musicali poste sulla base della struttura, anch’esse in competizione.

La festa rappresenta la più folkloristica tradizione barrese a memoria dei tempi dell’autonomia dal capoluogo e delle radici operaie. Le origini risalgono ai facchini portuali (c.d. sangiovannari, dalla limitrofa zona di provenienza) che, portando le merci appese ad un asse di legno poggiato sulle spalle, divennero ricercati trasportatori a braccia delle macchine nolane. Questi furono anche fra i primi a cullare i gigli durante la festa di Nola ed importarono la tradizione presso le loro case, divenendo i promotori della festa e della tipica ballata barrese. Lì trovarono fertile accoglienza tra i culti locali dedicati a Sant’Anna e Sant’Antonio. Si trova traccia della presenza dei Gigli, in diverse delibere comunali già dal 1822. Dal primo Giglio parrocchiale, si aggiunsero via via altri ed i festeggiamenti si allontanarono dal calendario nolano di inizio estate (festa di S.Antonio 13 giugno – S.Anna 26 luglio) verso la fine di settembre per permettere ai protagonisti di entrambe le manifestazioni un po’ di riposo ed il tempo di organizzare meglio le costruzioni: all’epoca trasportare il legno sui carri da Nola a Napoli necessitava di un paio di settimane, senza considerare il tempo necessario per smontare e ricostruire il Giglio da Nola a Barra.

Nel tempo la festa accrebbe di notorietà e di adesioni, subendo talvolta sospensioni per cause di ordine pubblico legate a lutti, guerre, epidemie. Tanti i racconti affidati alla memoria orale dei barresi. Iniziò l’investimento da parte del Comune alla festa conferendo l’incarico ai Maestri di festa, due per ogni Giglio, ed iniziarono le sfide tra le paranze, spesso sedate dai gendarmi. Tutto nacque dal fatto che il centrale Corso Sirena, all’epoca percorso in entrambi i sensi, era troppo stretto per permettere ai gigli che si incontravano lungo il cammino di passare contemporaneamente, di lì sorsero dispute vinte col sudore dei facchini e l’incitamento delle folle interessate al divertimento tradotto in popolarità della festa e guadagno per gli organizzatori. I tempi d’oro furono quelli a cavallo delle due guerre, in cui la festa popolare fu avvenimento centrale di aggregazione ludica e sportiva. Negli anni ’20 si indisse anche una gara canora per la migliore canzone, il lunedì successivo alla festa si attribuì alle donne, raccolte tra le varie contrade, per partecipare allo svago e all’euforia.

La guerra sospese la festa, ripresa dopo il conflitto con spirito e motivazioni diverse.

Le innovazioni tecniche e la scelta dei materiali hanno alleggerito la macchina (dai 20 quintali per 60 facchini, oggi siamo passati ad un peso medio di 12/13 quintali) e resa diversa la marcia (prima alzate brevi e pause lunghe), l’introduzione di altoparlanti ha ridimensionato la valenza dei musicisti (figli della tradizione musicale del sito), gli interessi sono subentrati alla trasparenza dei finanziamenti (per cui talvolta fatti di cronaca ed interventi delle forze dell’ordine hanno sequestrato o abbattuto Gigli anche a ridosso della manifestazione), ma la festa resta, in ogni caso, un momento di commemorazione storica e culturale importante e merita farsi trascinare nello spirito goliardico esaltante!

 

 

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