Il Team del Vino: l’artista, la mente, il sapiente braccio

Certamente il mondo del Vino ha il suo Re incontrastato. Certamente possiamo imbatterci in Cantine bellissime di ultima generazione o in strutture dove ancora si respira quell’ atmosfera che sa di tradizione e di romanticismo che una bellissima etichetta può sugellare come messaggio aziendale, certamente possiamo imbatterci in quei “contorni” del prodotto che rendono alte le aspettative. Tutto ciò però, tutto questo meraviglioso “castello” d’immagine che viene costruito intorno ad un vino, è destinato a crollare se non ci si imbatte anche in un adeguato livello qualitativo del prodotto. Esiste un garante di tutto ciò, esiste colui che è in grado di non vanificare lo sforzo estetico di un’azienda, di un produttore, colui che è in grado di dare sostanza all’apparenza. Questo garante ha un nome ben specifico che spesso diventa vanto per chi ne utilizza i servigi: l’Enologo, il Re artista incontrastato della materia Vino. Ho un’idea ben precisa sul tema, un ‘idea o meglio un convincimento che deriva dal contatto trasversale e quotidiano con i produttori, con il mercato, con il vino e con tutto ciò che ruota intorno a questo Mondo. Come un bambino ha bisogno di una guida formativa che “condizioni” ed indirizzi al meglio le varie fasi della propria crescita nell’intento di sviluppare al meglio le caratteristiche genetiche di appartenenza, così l’Enologo si pone come una sorta di tutor della vite, un educatore, un formatore. E così come un bambino, senza una guida che lo indirizzi potrà acquisire molto difficilmente quell’educazione, quella cultura e quella capacità di relazionarsi con la vita che sono le basi del successo, così un vino, senza un’adeguata cultura scientifica e tecnologica potrà regalarci quelle emozioni che solo la qualità è in grado di farci provare. Nel corso degli anni però, l’ulteriore acquisizione da parte dell’Enologo di una visione del proprio lavoro che andasse oltre l’applicazione di tecnica e scienza e che abbracciasse aspetti strategici, gestionali e produttivi, unitamente ad una capacità fondamentale di ascolto del mercato e dei clienti, è stato determinante per la rinascita del vino italiano passando attraverso la creazione di prodotti che inevitabilmente vengano incontro anche all’ esigenza del consumatore. L’evoluzione di una figura professionale, insomma, che a 360° rappresenta il cuore pulsante di un’azienda di cui ne diventa anche un fondamentale comunicatore. L’attenzione poi a non standardizzare i processi con il conseguente rischio di banalizzare il prodotto o peggio, di non accompagnarlo nello sviluppo delle sue potenzialità, è ovviamente legata alla sensibilità e bravura dell’enologo che si è posto ormai come vero e proprio ago della bilancia del successo di un’azienda e che grazie a questa nuova visione, ha posto le basi per il consolidato rinascimento del vino italiano. Tutto ciò rappresenta l’aspetto concreto del Vino, l’aspetto ad impatto più diretto, l’aspetto che alla fine dei conti (è proprio il caso di dirlo) garantisce il necessario sostentamento del Produttore attraverso la vendibilità del prodotto. Un lavoro alla base di qualsiasi sforzo, un lavoro senza il quale tutto ciò che si costruisce intorno non avrebbe altrimenti senso. Contestualmente, è grazie alle innumerevoli realtà enologiche esistenti che nasce questa figura e che prende vita una professione che nel corso del tempo si è andata sempre più affinando (esattamente come il prodotti che porta alla luce…) e si capisce l’importanza dell’interscambio tra queste due realtà dove l’una non esisterebbe senza l’altra. Ed ecco che il Produttore, la mente economica da cui parte tutto, viene alla ribalta come colui che grazie ai suoi sforzi mentali (la pazienza è un requisito imprescindibile per chi fa questo mestiere) ed economici, tiene in piedi questa “giostra del bello”: cantine accoglienti ognuna con il suo stile, etichette studiate per rispecchiare l’identità di una produzione, eventi legati alla vendemmia e alla nascita di un nuovo vino, sforzi continui (per fortuna) per rispettare Madre Natura. Estetica, dunque, ma anche rispetto per Colei che grazie ai suoi frutti rende possibile tutto ciò. La produzione vera e propria del vino non si improvvisa però, ma si articola in fasi specifiche, ognuna governata da professionisti e figure che contribuiscono alla buona riuscita dell’intero processo. Ecco perché non è possibile parlare di una singola figura legata alla produzione del vino ma di diversi protagonisti che operano sinergicamente verso uno stesso risultato. Certamente spicca in quest’ambito la figura del Cantiniere, sapiente braccio operativo e figura determinante ed imprescindibile per tenere in piedi il “castello” e che inizialmente opera nella fase della vendemmia raccogliendo l’uva per poi trasferirla dai filari alla cantina, occupandosi poi di proseguire le varie fasi dell’attività di produzione del vino: pigiatura dell’uva, fermentazione alcolica, svinatura, in cui si separano mosto

e fecce, il controllo costante, a supporto dell’Enologo, dell’invecchiamento attraverso l’acciaio o il legno etc…Il vino insomma, come avrete capito, è il frutto di un amore e di una passione che richiede dei ruoli specifici e delle competenze di livello imprescindibili ed ognuna indirizzata verso un’unica finalità: la finalità del bello e spesso dell’Eccellenza che solo una grande squadra, un grande Team, può raggiungere regalando a noi consumatori, il frutto di una passione e di una professionalità che possiamo certamente annoverare tra gli “unicum” del nostro Paese.

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