Matera e i suoi sassi

Girare per Matera è come rivivere in un passato dimenticato. Quando si visita questa suggestiva città lucana la sensazione è quella di entrare in un presepe. Non a caso Matera è detta anche “la seconda Betlemme”, ed è stata l’ambientazione di film come “The passion”, di Mel Gibson e “Il Vangelo secondo Matteo”, di Pier Paolo Pasolini. Negli anni cinquanta, quando la popolazione che viveva nelle grotte scavate dentro la montagna fu costretta ad abbandonare quelle abitazioni per insediarsi in quartieri moderni, nessuno avrebbe mai pensato che quelle grotte, i “sassi”, sarebbero divenuti il simbolo di una città che rinasce. Nel 1993 l’Unesco ha inserito i “Sassi” di Matera nella world heritage list, in quanto “esempio di sistema di vita millenario da preservare e tramandare ai posteri”. Più precisamente il riconoscimento fatto alla città è quello di essere “un modello di vita in equilibrio con l’ambiente, con cui si integra senza stravolgerlo, pur sfruttandone le risorse”.

Un popolo nato tra i Sassi I geologi la chiamano “calcarenite”, la gente comune la chiama tufo: è la roccia che circonda Matera e che i maestri artigiani di questa terra hanno imparato a lavorare in tempi antichissimi. Il materiale, friabile e adattabile, viene offerto in gran quantità dalla montagna che domina la città, così alla gente di Matera sembrò normale andare lassù e scavare in quella roccia per costruirsi una casa. Il materiale che veniva estratto, era lavorato per diventare la facciata dell’abitazione. Alla prima casa se ne aggiunsero altre, e altre ancora, fino a diventare un reticolo di abitazioni e cunicoli e viuzze che passano l’una sull’altra, l’una dentro l’altra, e si trasformano in quella magia chiamata Sassi: una gigantesca scultura, un miracolo dell’urbanistica riconosciuto patrimonio Mondiale dell’Umanità. Da quel momento in poi sono stati effettuati intensi lavori di restauro e di recupero. Oggi una visita ai Sassi rappresenta un vero tuffo nel passato di questo popolo antico. Matera, tuttavia, non è solo Sassi. La città racchiude infatti differenti zone relative a diverse epoche: quella più antica è nel quartiere Civita, che per le sue caratteristiche morfologiche può considerarsi una fortezza naturale; con il Duomo romanico, edificato tra il 1268 e il 1270 sull’acropoli, presenta un interno ricco di opere d’arte, tra cui una Madonna bizantineggiante del tredicesimo secolo detta “della Bruna”. La parte medievale-rinascimentale si trova invece lungo “il Piano”, ai bordi dei Sassi.

Infine c’è la città nuova, con edifici molto eleganti realizzati dai più noti architetti italiani. Moltissime sono le chiese materane datate fra il tredicesimo e il diciannovesimo secolo, con un nutrito gruppo in stile barocco di cui S. Giovanni, S. Domenico e il Duomo sono le più antiche.

Il Parco della Murgia Matera rappresenta, in qualche modo, il simbolo della civiltà rurale che riesce a mantenere vive le proprie tradizioni. L’espressione più alta dell’arte rupestre sviluppatasi nel territorio di Matera è nelle tantissime chiese scavate nel tufo, molto spesso affrescate, disseminate sull’altopiano murgico o inglobate nel tessuto urbanistico dei Sassi di Matera.

Il tempo sembra essersi fermato nella città di Matera, un piccolo gioiello scavato nelle montagne dove il paesaggio circostante non è diverso da quello di un dipinto. Carlo Levi, nel suo “Cristo si è fermato a Eboli” la descrive così: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”.

Matera, che negli anni passati ha conquistato fotografi e registi, tra cui Henri Cartier-Bresson, Pier Paolo Pasolini e Mel Gibson, ha un fascino unico. Una bellezza complessa che si capisce soltanto quando si gira a piedi tra i vicoli stretti del centro storico e le case scavate nel tufo. Le stratificazioni della storia e il delicato rapporto con la natura circostante ne fanno un sorprendente museo a cielo aperto. Cosa vedere a Matera, città dei Sassi Il viaggio nella Capitale Europea della Cultura 2019 non può che cominciare dai suoi Sassi, il cuore più antico e primitivo, dichiarati Patrimonio Unesco, insieme al Parco delle chiese rupestri, dal 1993. I due quartieri, il Sasso Barisano e il Caveoso, dominati dall’alto dalla Civita, il nucleo più antico, sono un intrico di scalinate e stradine, in cui è facile e piacevole perdersi, scoprendo grotte e chiese rupestri.Tra queste, il complesso monastico della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci, su più livelli, affacciato sullo strapiombo della Gravina. C’è poi la Chiesa di San Pietro Barisano, la Chiesa di Santa Maria de Idris, arricchita da affreschi bizantini, e la duecentesca San Pietro Caveoso.Il Duomo, con il campanile alto più di 50 metri, sorveglia la Civita e il “presepe” dei Sassi: la facciata sobria nulla preannuncia degli interni, sontuosi, in stile barocco. Vicino, Casa Noha, proprietà del Fai, al cui interno viene proiettato un filmato sul passato tormentato e sul riscatto di Matera. Una storia da ripercorrere anche tra i reperti del Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” e nelle sale di Palazzo Lanfranchi, che ospita il Museo nazionale d’arte medievale e moderna e il Centro Carlo Levi.I monumenti di Matera Castello Tramontano. Con la sua mole in stile aragonese costruita dal conte Tramontano nel Cinquecento, sovrasta il centro storico di Matera. Non fu mai completato, anche perché il conte fu assassinato dagli stessi cittadini, stanchi delle sue vessazioni. D’altronde, il motto dello stemma cittadino recita: “Bos lassus firmius figit pedem”, cioè “il bue stanco affonda la zampa più fermamente”. Oggi il castello presenta tre imponenti torri, il fossato e il ponte levatoio (ancora oggi visibili).Entrando nella piazza principale di Matera ci si affaccia sul Palombaro Lungo, la grande cisterna scavata sotto la centralissima Piazza Vittorio e utilizzata fino ai primi decenni del secolo scorso per la raccolta di acqua potabile. Costruita nel 1846 come riserva idrica per gli abitanti del Sasso Caveoso, la maestosa cisterna è stata riportata alla luce nel 1991. Un suggestivo percorso a circa 17 metri di profondità consente di ammirare questi ambienti da primato che rappresentano una mirabile opera di ingegneria idraulica, imponente e silenziosa come una “cattedrale d’acqua”. Sul punto più alto della città sorge la Basilica Cattedrale con il campanile che spunta dai Sassi di Matera e offre una splendida vista del Sasso Barisano. È caratterizzata da due stili differenti: la facciata è stata costruita secondo i canoni romanico-pugliesi, l’interno è invece barocco. Intitolata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, la basilica nel 1991 ha ricevuto la visita di Giovanni Paolo II

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares