Ma chi è Drusilla Foer : semplicemente Drusilla Foer nella sua unicità

E’ diventato un caso mediatico. Ormai tutti ne parlano quasi come se fosse un fenomeno da baraccone da analizzare. Ma cosa si nasconde dietro un personaggio come Drusilla Foer?. Molti si sono fatte delle domande: dai media ai giornalisti, da esperti al pubblico sia maschile che femminile. Quello che posso dire con certezza è che, al di là delle polemiche e dei consensi Drusilla Foer è l’immagine che ha segnato e segnerà la storia di Sanremo 72esima edizione.

Andiamo per ordine. Io inizierei dal dialogo, ormai diventato virale, tra Iva Zanicchi e la stessa Drusilla. Un binomio che senza dubbio rappresenta uno spartiacque importante che inaugura una fase oscura. Una trascrizione del dialogo diventata virale, ma falsa.

Potrebbe sembrare una fake news, e invece è qualcosa di più, proviamo a riassumere i fatti:

Iva Zanicchi: Quanto sei alta!

Drusilla Foer: Parecchio!”.

Iva Zanicchi : “Hai anche altre cose più di me!”.

Drusilla: “Sono colta”.

Sipario.

Un dialogo così strutturato può avere solo un’interpretazione: si capisce che la Zanicchi ha fatto una battuta sessuale su Drusilla e la stessa l’ha azzittita. E invece no, non è andata così. Lo scambio di battute tra Drusilla Foer e Iva Zanicchi è stato male interpretato dai social, che hanno montato il caso. Un dialogo che riascoltato fa comprendere come è andata davvero. La conduttrice si è limitata a ripetere quanto detto dalla Zanicchi. Quel «colta», lo aveva pronunciato a mezza voce la stessa Iva per elencare le cose in più che ha Drusilla. Dialogo poi confermato dalla stessa Iva Zanicchi e Drusilla.

Ovviamente chi ha analizzato bene quel che ha visto, ha capito che si trattava di un errore. Chi invece ha guardato distrattamente, o proprio non ha visto, ha dato credito alla giornalista e immediatamente la trascrizione è diventata virale, ma è rimasta falsa.

Ora, perché quanto successo deve far riflettere? Mentire su un dialogo visto da 10 milioni di persone e farla comunque franca, non chiedere scusa, aizzando decine di migliaia di persone, è qualcosa di cui preoccuparsi. Di fatto il messaggio è questo: Iva attacca Drusilla perché non è inclusiva e discrimina sessualmente le identità non binarie, ma Drusilla è più brava e quindi la zittisce con lintelligenza. Bella storia, ma difetta solo del fatto che non è proprio la verità.

C’è un pezzetto in più, in questa storia: se oggi si riescono a manipolare messaggi in questo modo, su un fatto visto da 10 milioni di persone, come si può pensare che non vengano manipolate intercettazioni telefoniche trascritte da un maresciallo, interpretate da un magistrato e poi ritrascritte da un giornalista e veicolate dai social? Ma questo è solo un’aspetto del caso Drusilla. Vogliamo parlare del titolo della testata Tempo per dare la notizia della presenza di Drusilla Foer tra le co-conduttrici di Amadeus festival di Sanremo?. Invece di soffermarsi sulle sue qualità artistiche del personaggio, si è preferito far notare come in realtà si tratti di un uomo, l’attore Gianluca Gori, “travestito” da donna.

E’ proprio questa la parola utilizzata dal Tempo: “A Sanremo arriva Drusilla Foer: un travestito tra le cinque vallette di Amadeus”. Se vogliamo fare un’analisi un titolo di questo tipo già bisognerebbe partire dal termine ormai vetusto come “vallette”, ancorato a un tempo in cui la presenza femminile faceva solo da contorno al conduttore uomo, buona soltanto per attirare l’occhio dello spettatore. Oggi questo limite è ormai superato considerati i contributi femminili memorabili proprio al Festival di Sanremo. Ma la violenza di un titolo come questo pare lampante otre che gratuita: l’attrice viene definita “un personaggio inventato, una nobildonna, interpretato da Gianluca Gori”.

E’ questo lo spirito utilizzato anche dal Giornale, che in prima pagina titola: “Quattro donne e un ‘uomo’, festival politically correct”. Mi piace invece pensare che tra le tante ragioni dell’innamoramento collettivo per Drusilla Foer ci sia la riscoperta della lingua italiana. Sul palco di Sanremo, Drusilla ha dato voce alle solite cose belle e buone che si devono dire sul palco di Sanremo. Quello che più di tutto ha stupito è stato il fatto di essere riuscita a stare sulla scena con una eleganza nella postura e una musicalità nell’eloquio a cui non eravamo più abituati. Il potere vero, l’economia, parla un gergo grottesco a base di «governance». Il potere finto, la politica, sfodera un vocabolario più smilzo di quello di un adolescente: poche parole abbinate male.

Drusilla Foer sa che la sua presenza sul palco dell’Ariston era destinata a suscitare interesse, curiosità e aspettative: «È diventata anche una responsabilità e io non sono un soggettino che si sottrae alle responsabilità» ma lei non solo non si è sottratta ma è emersa in tutta la sua bravura, saggezza e profondità di idee e valori.

E’ fuor di dubbio che le provocazioni e gli argomenti che creano discussione sono state l’anima della manifestazione sanremese, ma davvero sapete chi è Drusilla? Drusilla Foer è un’attrice, ballerina, cantante, presentatrice e un personaggio noto sul web. Il personaggio di Drusilla, in realtà, nasce da una ben più radicata e classica tradizione teatrale: quella di recitare en travesti, termine francese che indica un attore all’interno di un’opera teatrale o lirica, il quale recita nei panni di una persona del sesso opposto. Pratiche comuni dai tempi del teatro greco, per intenderci, ma che forse oggi finiscono per confondersi con altre tendenze sociali. Tutto questo per dire che, in sostanza, Drusilla Foer è Gianluca Gori, drammaturgo, artista e fotografo toscano, nato a Siena, tuttavia noto come Drusilla Foer, anziana soubrette sulla cinquantina, eppure ancora poliedrica artista. Ha l’aria di un’altera nobildonna, tra Maryl Streep e Crudelia De Mon.

In Italia questo genere è diffuso fin dall’800 sia nelle opere liriche che nel teatro, nel cinema con connotazioni politiche e non. Che la presenza di Drusilla è stata una rivoluzione è indubbio ma per questo è stato sufficiente il suo spirito libero e il suo pensare fuori dagli stereotipi.

Tuttavia, mentre Gianluca sceglie di restare nelle retrovie, è madame Foer a occupare la scena pubblica. Lei si è guadagnata, la responsabilitа del parlare: tanto delle faccende della vita, quanto degli argomenti cosiddetti “sensibili” dell’attualità.

Concetti come diritti : «I diritti sono come la lasagna, a strati, ma discendono tutti dal rispetto, e quello dev’essere paritario. Se si riconduce ciascun diritto al rispetto, allora è più facile capirsi», come “identitа di genere”: «Ognuno si veste come vuole, bacia chi vuole, si sente come vuole, è molto semplice. Dove nasce allora il problema? Dal fatto che ogni libertà presuppone una responsabilità, e più le libertа sono ampie, più c’è il rischio dell’inciampo su chi non ha le stesse consapevolezze. Ci vorrebbe una tale chiarezza su cos’и la discriminazione sul genere…” capiamo davvero chi è Gianluca Gori: è la trasformazione in Drusilla a compiere il miracolo. Diventare altro da sé per ritrovare il meglio di sé.

E vorrei concludere proprio con le sue parole: «Qualcuno mi definisce un’icona di stile, ma tenderei a lasciar perdere. Altri credono che sia una fashion icon, figuriamoci. La stampa adora definirmi una nobildonna. Non lo sono affatto», Drusilla Foer sembra piuttosto abituata alle cose poco veritiere che vengono dette sul suo conto e le prende con l’ironia che la contraddistingue. Stavolta, però, i puntini sulle “i” li mettiamo noi: attrice, ballerina, cantante, Drusilla Foer è tante cose ma non “un travestito”e non è nemmeno una drag queen. Per chi ancora non è a conoscenza oggi si parla si cross-dressing se si vuole intendere semplicemente qualcuno che indossa abiti tradizionalmente considerati del genere opposto (a prescindere da orientamento sessuale o identità di genere). Ma al di là di tutte queste inutili polemiche Drusilla Foer è: Drusilla Foer nella sua unicità.

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