Tra stravaganze e dress code il Festival di Sanremo è da sempre il trampolino di lancio di mode, tendenze e trend

Si chiusa col botto la 72esima edizione del Festival di Sanremo, un palco su cui fanno la loro ricomparsa i fiori locali sotto forma di bouquet: ma a vincere su tutto è il classico scintillio di abiti.

Chiuso il sipario del teatro più famoso ed importante d’Italia l’ “Ariston di Sanremo” si apre il sipario che lascia spazio all’analisi di quello che è sempre stato considerato frullatore non solo di musica, messaggi politici o populisti, ma anche moda, look e costumi.

Insomma, il festival è da sempre il trampolino di lancio di mode e tendenze, palestra per stilisti e stylist che attraverso abiti e accessori hanno spesso anticipato i mutamenti della società “l’arte di interpretare la moda per creare storie” partendo dalle creazioni del fashion designer che, una volta rimixate trasformandole, lanciano messaggi e creano trend. Ecco cosa accade ogni anno sul palco di Sanremo.

Dal completo androgino di Anna Oxa, calzette e occhiali da vista con montatura nera extralarge di Arisa, la farfallina tatuata visibile tra lo spacco inguinale di Belen, la gonna di Mahmood, il palco di Sanremo è da sempre cassa di risonanza che amplifica i messaggi e lancia mode meno futili di quel che sembra.

Da quel lontano 29 gennaio 1951 ne è passata di acqua sotto i ponti. Mode e tendenze si sono susseguite come stagioni di creatività ma anche di nuove culture che trasmutano nella nostra società.

Come non ricordare nel 1961 Mina canta “Mille bolle Blu”, indossa un abito a pois vistosi realizzato dalla sua sarta Rosetta Gussoni Reclari che è una vera e propria dichiarazione di indipendenza. Un palcoscenico che ha dato licenza a un certo modo di portare le cose, fare dichiarazioni politiche.

Nel 1977 una trasformista come Anna Oxa debuttò con ‘Un’emozione’ scritta da Ivano Fossati e cantata con giacca, pantaloni, cravatta e trucco punk. Un look immaginato per lei da Ivan Cattaneo che non poteva in quegli anni fare scalpore. Una stravaganza che ripete nel 1999 con il perizoma che spuntava fuori dal pantalone fluido di Tom Ford per Gucci. Un look che diventa simbolo di una nuova immagine femminile, forte indipendente e aggressiva.

Vogliamo parlare del fenomeno body positive? In America la battaglia è nata tra il 2010 e il 2011 per affermare l’estetica di chi non si riconosceva nei canoni restrittivi imposti dalla moda e dai media. Eppure da noi, già nel 2010, è proprio dal palco dell’Ariston che Antonella Clerici, alla conduzione di Sanremo, anticipa il fenomeno semplicemente mostrandosi per com’è, scollature generose, seno prorompente a vista e tanta autoironia. Come dimenticare nella prima serata, quando Antonella Clerici condusse con un abito bomboniera rosa e smisurato cavalcando la sua diversity con allegria e la simpatia che la contraddistingue. L’ultima sera, concludeva con un luminoso mini abito in strass regalando l’immagine di una bella donna italiana capace di imporre la propria fisicità.

Sanremo da sempre considerato un palco nazional popolare ma che riesce a rendere più digeribile la nudità e la libertà dei corpi. La donna simbolo di seduzione: come non ricordare la mise di Belen disegnata da Fausto Puglisi con lo spacco inguinale per mostrare la farfallina tatuata. Un look che fece scalpore e fu criticato dall’allora ministro del Lavoro Elsa Fornero, “offesa dal modo in cui la donna è presentata in tv”. Ma Belen rispose per le rime: “Farebbe clamore se fosse una parlamentare a scendere le scale con quello spacco… Ai tempi d’oro c’erano De Sica, Mastroianni e Sophia Loren che si sfilava le calze e faceva sognare. La bellezza fa parlare, fa tutto parte del gioco. Nessuno mi ha detto ‘Mettiti questo abito così facciamo il picco d’ascolto’. Ho scelto io“.

Un palco dove si alterna stravaganza, dove si è liberi di trasmutare stereotipi, consuetudini. Per quanto gli uomini in gonna si vedano da tempo sulle passerelle è il sobrio scamiciato di Burberry by Riccardo Tisci indossato di Mahmood nel 2019 a restare impresso nell’immaginario collettivo degli italiani. Per la prima volta anche un capo femminile portato da un uomo risulta sobrio e profondamente maschile: una nuova eleganza, quasi formale indossata da Mahmood come fosse uno smoking. Una costruzione, quella dello stylist Nicola Cerioni con Gucci, che ha rappresentato una sofisticata operazione intellettuale e importantissima riflessione sul genere, la fluidità e il maschile/femminile. Ma quando Lauro si veste, prima da uomo e poi da donna nei panni della regina Elisabetta I Tudor o della marchesa Luisa Casati, si sta parlando di performance.

Insomma, Sanremo, dopo la musica, è la moda a tenere banco, tanto entusiasmo e occhi ben aperti: ma la domanda da porsi in questa edizione 2022 ormai giunta a conclusione è: “chi ha vestito chi”?

La traccia è stata chiara fin dalla prima serata. Sul palco hanno tenuto banco un pizzico di tradizione – offerta in primis dai padroni di casa, nonché da qualche big della canzone italiana come Gianni Morandi e Massimo Ranieri – ma soprattutto molta freschezza e diverse novità.

Come non iniziare dagli scaldamuscoli di Flashdance indossati da Elena D’Amario. Chi non ha mai cantato a squarciagola la colonna sonora di Flashdance improvvisando un balletto in camera? L’esibizione di Elisa ci fa rivivere quelle emozioni e ci riporta dritti ai fasti degli anni Ottanta, con What A Feeling’, l’epoca dell’aerobica, dei body sgambati e degli scaldamuscoli. Accanto a lei infatti balla Elena D’Amario, che interpreta la coreografia di Flashdance con un completino bianco: reggiseno sportivo, gonna trasparente, culotte e i fatidici scaldamuscoli a costine, un vero must dell’epoca e un tributo al film Flashdance.

Elisa ha sfoggiato ancora una volta un look total white firmato Valentino. Nel 2001 vinse il Festival di Sanremo con abiti creati da sola, tutti rigorosamente bianchi: una scelta di stile che aveva uno specifico significato, legato al momento che stava vivendo. Il bianco le portò fortuna e, per non sbagliare, Elisa lo ripropone anche quest’anno. Il grande ritorno infatti è sempre nel segno della purezza, con look candidi da vergine vestale: anche per la quarta serata sceglie un abito Valentino, accompagnato da una giacca oversize candida. Questa volta sceglie di cantare a piedi nudi, per sottolineare il suo spirito libero.

In questa edizione dal classico smoking del conduttore e dell’immancabile compagno d’avventura Fiorello, compresi i look della prima co-conduttrice, Ornella Muti, che sfoggia nel corso della serata due long dresses sparkling firmati Francesco Scognamiglio, si passa al dress code degli artisti in gara e la “faccenda look” sul palco si scalda parecchio. A partire dall’apertura targata di un Achille Lauro scalzo, vestito di soli pantaloni vinyl Gucci e tattoo, che porta in scena in prima serata uno show in cui fonde punk e sacro. A colpire in questa edizione, sicuramente, in terza serata Drusilla Foer in grande spolvero, che incanta con i suoi abiti, tiene banco e intrattiene con naturalezza e simpatia e fa riflettere e commuovere. La co-conduttrice che affianca il padrone di casa sfoggia look, tutti riuscitissimi: raffinati abiti sartoriali confezionati da un piccolo atelier milanese. Si fanno notare inoltre i sofisticati gioielli indossati dall’artista, pezzi vintage che Drusilla ha dichiarato essere appartenuti alle donne della sua vita.

E poi c’è ancora chi sceglie il dualismo tra bianco e nero utilizzati a blocchi, trend valido soprattutto tra le coppie in gara perché in effetti il gioco cromatico funziona molto bene. Su tutti citiamo il duo composto da Highsnob e Hu, Ditonellapiaga e Donatella Rettore e, soprattutto, Mahmood e Blanco. La coppia sul palco incanta per intensità, emozione e canzone, ma anche per i look ancora una volta azzeccatissimi. Eccoci alla quarta: l’attesa social è tutta Emma Marrone e Francesca Michelin, il cui pezzo sarà: ‘Baby One More Time di Britney Spears’.

Ebbene l’attesa è valsa la pena perché il duo si mangia letteralmente il palcoscenico e piace, anche per i look. Completo giacca e pantalone in velluto verde, un po’ dandy un po’ ladylike, per Emma come sempre vestita da Alessandro Michele per Gucci. Michelin invece – con un beauty look pazzesco, caratterizzato da un eyeliner grafico che è già un trend – resta fedelissima a Miu Miu e non sbaglia, con un coord gonna lunga e top davvero raffinati.

Le luci del Teatro Ariston si sono accese sulla finale della 72esima edizione del Festival di Sanremo, ovvero quella che ha visto trionfare Mahmood e Blanco, davanti ad Elisa e a Gianni Morandi, terzo classificato.

Fin da subito è stato chiaro che la serata ha brillato all’insegna della musica, della moda vissuta come espressione della libertà individuale e della presenza di una co-conduttrice del calibro di Sabrina Ferilli al fianco di Amadeus. Ed è proprio lei, attesissima attrice simbolo di italianità scende dalla scalinata dell’Ariston avvolta in un abito formato da strati di chiffon color nude, una delicatissima creazione di Alessandro Dell’Acqua per N.21 che fa per lei un lavoro delicato, misurato ma anche femminile e molto elegante, che fa assolutamente breccia nei cuori di tutti.

Volendo trarre le file di questa 72esima edizione del Festival di Sanremo i look più belli? Bianco e nero un classico simbolo di eleganza e purezza un must sempre vincente.

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