SPAZIO GRIOT
domani, giovedì 14 luglio 2022
ore 19.30: Audiovisivo e teatro nel contemporaneo: sceneggiatura, narrazioni ed esperienze afroitalianetalk con Daphne Di Cinto, attrice, sceneggiatrice e regista e Haroun Fall,
modera S. Himasha Weerappulige
ore 21.00: Headless and Neckless (2020)performance di Alesa Herero con Xullaji
Mattatoio, Corte esterna, Padiglione 9bRoma, piazza Orazio Giustiniani, 4
SPAZIO GRIOT, spazio nomadico e piattaforma di sperimentazione multidisciplinare, esplorazione e discussione, presenta la programmazione che accompagna la mostra SEDIMENTS. After Memory, Victor Fotso Nyie, Muna Mussie, Las Nietas de Nonó, Christian Offman, a cura di Johanne Affricot ed Eric Otieno Sumba al Mattatoio.
Giovedì 14 luglio alle ore 19.30 nella corte esterna del Mattatoio si terrà il talk Audiovisivo e teatro nel contemporaneo: sceneggiatura, narrazioni ed esperienze afroitaliane, con l’attrice, sceneggiatrice e regista Daphne Di Cinto (Italia, Seychelles) e l’attore Haroun Fall (Italia, Senegal, 1995), moderato da S. Himasha Weerappulige (Italia, Sri Lanka).
L’Italia è sempre stata un importante centro di produzione cinematografica e letteraria. Oggi, una scena fiorente, guidata da una nuova generazione di attori, scrittori, registi e produttori emergenti sta salendo alla ribalta, diversificando il nuovo corso della produzione culturale italiana. Quali sono le ispirazioni e il background di questi protagonisti? E quali sfide incontrano in questo ambito per cambiare e arricchire i punti di riferimento tradizionali aggiungendo nuove narrazioni? Questa discussione vuole evidenziare la vitalità, le dure realtà e le aspirazioni di questi artisti che non solo ri-creano la propria identità, ma anche quella dell’audiovisivo e del teatro italiani.
Alle ore 21.00 nel Padiglione 9b l’artista Alesa Herero (Italia, Capoverde) performerà Headless and Neckless (2020), con Xullaji (Portogallo). La performance è nata a seguito della morte di George Floyd, in una sorta di evoluzione delle sue poesie in cui esplora sia il suo corpo che la sua voce. La performance è in collaborazione con Xullaji. A seguire, un talk con l’intellettuale Luca Ghiara.
Headless & Neckless parla di quella rabbia lontana che ci ha reso ciechi, trasformando in occhi voyeuristici, selettivi, che vedono ciò che e chi vogliamo. Parla della sofisticata ipocrisia della democrazia. Lottiamo per i diritti, per quelli giusti, ma chi sono quelli giusti? È sulle vite dei neri che sosteniamo che contino, ma quali vite nere contano davvero? Headless & Neckless è una preghiera, per riabbracciare tutte le nostre anime perdute di ieri-oggi-domani, attraverso l’Oceano, la terra, attraverso il grembo della nostra Madre Nera.
Alesa Herero (1984, Italia) è un essere umano africano nero nato a Roma, figlia di genitori africani. Madre di una figlia illuminata. Sorella in amore di anime Cosmosend e fratelli biologici. Una delle Anime-in-Amore di un’Anima illuminante Cosmosend. Rifiutando l’idea occidentale che noi siamo il lavoro che facciamo e credendo nella costante trasformazione degli esseri umani, si considera un essere umano che si esprime come scrittore, poeta, cantante, pensatore. E una praticante, perché per essere chi è e chi vuole essere, è necessaria una pratica devota e costante. Nata e cresciuta nello spazio distopico e dislocato della cosiddetta diaspora afro-europea, ha sviluppato le sue pratiche artistiche interrogandosi sull’esito delle possibilità per le identità non bianche e non eterodirette, compresa lei stessa, come creazione dell’esperienza coloniale e del concetto di universalità, per contribuire ad alimentare le dinamiche capitalistiche e coloniali. Attualmente sta anche esplorando gli strati più profondi della blackness, intendendola sempre più come un’intera cosmogonia, radicata nelle cosmogonie africane, che va ben oltre il semplice strato del colore della pelle. È autrice di Eppure c’era odore di pioggia, parte dell’antologia Future. Il domani raccontato dalle voci di oggi (2019). Nel 2020 ha debuttato la sua prima performance da solista Headless & Neckless.
Xullaji (1977, Portogallo) è un poeta e musicista di origini capoverdiane, noto soprattutto per aver rappato come chullage e per aver composto e progettato suoni per artisti visivi e teatro come soundslikenuno. Il suo ultimo slancio esquizofonico è prétu, un afronauta che utilizza i campioni come portali di intersezione nella spirale del tempo. Le forme d’onda ricollegano frammenti di messaggi assorbiti nei circuiti analogici e ritrasmessi nella tecnologia africana ancestrale. A ogni giro di loop si rivelano nuove voci. Voci nere. Timbri sovrapposti. Texture, frequenze, armonici pieni di effetti che alterano lo stato di coscienza. I sintetizzatori accelerano le particelle sonore propulsive e ci permettono di attraversare buchi neri tra spazi cosmici paralleli. Le percussioni sono un distorsore temporale che accelera il percorso tra tradizione e futuro, in modo non lineare, caotico, senza prima e dopo. Il passato rimbalza dal futuro. L’intuizione: il ricevitore di messaggi interstellari all’interno dell’astronave di Prétu. Le parole sgretolano realtà limitate e agitano le molecole per aprire crepe nelle possibilità quantiche dell’essere. Il lavoro visivo di prétu è la stratificazione di sogni, allucinazioni, ricordi che si giustappongono alla cosiddetta realtà. Ieri e domani si allineano nell’evento tangenziale chiamato ora, per rompere la linea del tempo che il bianco chiama storia. Le lotte precedenti devono ancora arrivare e i miti ancestrali sono tecnologia futura.
Roma, luglio 2022