Con oltre l’80% di rappresentatività, il Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella tutela e promuove la denominazione in Italia e nel mondo da 90 anni a questa parte. A contraddistinguerlo un lungo percorso verso l’eccellenza a cui attualmente prendono parte oltre 2400 aziende tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, poste su un territorio di produzione esteso su 19 comuni della provincia di Verona. Il giro d’affari di oltre 600 milioni di euro, però, è dovuto per più della metà alle performance dell’Amarone.
Nonostante le vendite di quest’ultimo abbiano visto un calo nei volumi in Italia e nel mondo, infatti, nel corso del 2022 ne è stata registrata un’importante crescita nel valore.
Scendendo nel dettaglio, secondo l’indagine realizzata per il Consorzio tutela vini Valpolicella da Nomisma Wine Monitor, il vino avrebbe visto una contrazione in volume del 7,2%, compensata però da crescita del 4% nel valore, per un totale di circa 360 milioni di euro.
Per quel che riguarda le vendite totali, il mercato interno (corrispondente al 40% delle vendite totali) avrebbe nettamente superato l’export: in positivo sia i volumi (+1,5%) che i valori (7,4%) per la piazza italiana; per quel che riguarda il quantitativo esportato, invece, è stato registrato il -13% e una crescita valoriale dell’1,8%. In ogni caso, nell’attuale scenario Stati Uniti si sono ormai affermati come mercato estero di riferimento, superando così a pieno gli altri 2 top buyer (Canada e Svizzera).
Come dichiarato da Christian Marchesini – presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella – se il 2021 è stato un anno eccezionale sul piano delle vendite dell’Amarone, il 2022 è riuscito a consolidare la crescita con risultati forse meno eclatanti, ma comunque estremamente significativi.
A testimoniarlo anche gli imbottigliamenti, che hanno registrato un incremento del 12% rispetto al precovid (2019), con un’annata commerciale che è stata comunque la seconda migliore del decennio (con oltre 17 milioni di bottiglie immesse sul mercato). La denominazione, dunque, si conferma in equilibrio, grazie anche alla stabilizzazione della superficie vitata dopo il blocco degli impianti del 2019.
Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, ha aggiunto che la crescita dell’Amarone sul mercato nazionale è legata soprattutto al recupero dei consumi fuori-casa e alla ristorazione, che durante il corso del 2022 ha potuto beneficiare del ritorno dei turisti stranieri.
Tutto ciò sarebbe stato incentivato anche dalla strategia di promozione che, tra l’altro, è stata messa in atto dal consorzio negli ultimi 5 anni, composta da ben 80 eventi fra USA, Canada, Cina, Hong Kong, Giappone, Singapore, Svizzera, Ucraina, Regno Unito, Polonia, Germania, Repubblica Ceca e Svezia.
L’impegno per raggiungere l’eccellenza in vigna, inoltre, è passato e passa anche dalla sostenibilità e dal ricercato benessere per il territorio. A muoversi in questa direzione, prima di tutto, il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI), certificazione volontaria che incoraggia la tutela ambientale da parte delle aziende grazie all’adozione di tecniche innovative in vigneto.
Oltre che a rispondere alla sempre più decisa domanda dei consumatori di vini, infatti, la certificazione SQNPI mira anche a garantire un ambiente più sano per tutti coloro che vivono
quotidianamente la Valpolicella. Il monitoraggio sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari da parte delle aziende ha portato a risultati positivi sia sul piano tecnico che sul fronte dell’efficacia nella salvaguardia della biodiversità, anche grazie all’abbandono del diserbo nei vigneti della denominazione.
Difesa e cura del territorio sono quindi valori fondamentali per la qualità del vigneto e dei prodotti del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella che, in definitiva, riesce pienamente a valorizzare l’intero territorio: sia i suoi prodotti come il vino, che la sua terra d’origine.