Banksy. Nascita di un mito
Dal 15 giugno al 3 novembre 2024 nel Centro Culturale Cambio di Castelfiorentino l’esposizione promossa da Banca Cambiano 1884 ed Ente Cambiano, prodotta da Opera Laboratori, con la curatela di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani
“Vengo da una cittadina del sud dell’Inghilterra, quando avevo circa 10 anni per le strade impazzavano i graffiti di un ragazzo che si chiamava 3D. Credo fosse stato a New York e fu il primo a portare a Bristol la pittura con la vernice spray. Sono cresciuto vedendo graffiti per strada molto prima di vederli su una rivista o su un computer…”.
(Banksy)
A Castelfiorentino oltre cento opere e documenti – in buona parte inediti – raccontano la nascita e l’evoluzione di un artista che è diventato un fenomeno di culto globale che lo vede in cima alle classifiche d’interesse sui social media.
Dal 15 giugno al 3 novembre 2024, presso il nuovo Centro Culturale Cambio si apre al pubblico l’esposizione “BANKSY. Nascita di un mito”, promossa da Banca Cambiano 1884 ed Ente Cambiano, prodotta da Opera Laboratori e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani.
La mostra traccia le tappe più significative della carriera dello street artist britannico, sottolineando le tematiche, i linguaggi, le tipologie d’azione urbana e il modo di comunicare le sue operazioni ad alto valore etico. Un percorso espositivo che esplora gli snodi principali del “Mito Banksy”, ricostruendo filologicamente il percorso dell’artista dal 1998 al 2009. Una catena di azioni notturne, collaborazioni, mostre, oggetti editoriali, serigrafie, multipli, video e parole che delineano le ragioni espositive dietro la nascita di un mito contemporaneo.
Banksy è una figura unica nel panorama dell’arte contemporanea: si tratta, infatti, di un artista globalmente riconosciuto che, tuttavia, non è riconducibile ad una persona, ma proprio come accade coi personaggi letterari, più propriamente ai “mythos” (miti). Nessun artista stuzzica la curiosità spasmodica del pubblico quanto Banksy. Tutti hanno domande per capire chi si cela dietro il fenomeno creativo del nuovo millennio, quali ragioni animano l’invenzione dei suoi progetti urbani, come agisce un fantasma che nasconde il proprio viso per diffondere opere che sono oggetti politici e sociali. L’arte contemporanea, dal Dopoguerra in poi, ha costruito le sue mitologie in maniera spesso esclusiva, codificata da manifesti d’avanguardia e scritti teorici che ne rendevano criptica la fruizione dal basso. Banksy è l’artista che ha cambiato le regole dell’arte usando le regole della vita “ad arte”. L’artista urbano diventa con Banksy un editorialista visivo che risponde alle contraddizioni del potere con un’estetica retrofuturista e inclusiva, fatta di bellezza e vestibilità, grazia e ironia. I dipinti appaiono la mattina dal nulla, vengono fotografati e poi condivisi. Un sistema capovolto rispetto a quello dell’arte contemporanea grazie ad un culto popolare che parte dal basso.
“Lo stencil – spiegano Antonelli e Marziani – si propone come strumento politico in una guerriglia urbana che vede gli artisti nel ruolo di detonatori estetici, ghost dog che operano sui bordi ma conoscono bene i centri. Stencil inteso come griglia predefinita e concettuale che Banksy ha trasformato in un subwoofer di risonanza globale. Un basso planetario che tatua il muro per farlo riprodurre, da chiunque e ovunque, in formato virtuale e pixelato, dentro la vera stampante del nuovo millennio, ovvero, i nostri smartphone che non consumano carta e mandano Walter Benjamin in pieno cortocircuito filosofico”.
La radiografia di un mito vivente avviene lungo i principali canali creativi dell’artista. Tra le opere, esposte al Centro Culturale Cambio, circa trenta serigrafie originali, quelle che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici. Sono queste le immagini che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo. Alle serigrafie originali (tra cui La Ragazza col Palloncino e Il Lanciatore di Fiori) si aggiungono diversi memorabilia, alcune mappe infografiche, molti documenti fotografici e una selezione speciale di 18 video, realizzati dal 1995 al 2009, che raccontano un Banksy quasi inedito dietro la macchina da presa. Ruolo che gli valse la nomination agli Oscar nel 2010 con il lungometraggio Exit Through the Gift Shop.
La mostra, fortemente voluta da Banca Cambiano 1884 in occasione della celebrazione dei centoquaranta anni dalla fondazione, rappresenta l’ultimo tassello di un percorso di riqualificazione e rigenerazione urbana, sviluppo del capitale economico del territorio e del capitale umano dei suoi abitanti culminato nel progetto del nuovo Centro Culturale Cambio. “Promuovere una mostra su Banksy – precisa il Presidente Regini – significa riconoscere il valore e l’impatto delle opere di questo artista, caratterizzate da una combinazione di immagini potenti e testi eloquenti che affrontano temi sociali, politici ed economici di rilevanza globale. Uno degli elementi distintivi dello stile di Banksy è la sua capacità di comunicare messaggi complessi e profondi attraverso immagini semplici e immediate, con uno stile irriverente ma anche poetico, che unisce ironia e satira a una profonda sensibilità verso le molte, spesso crudeli, contraddizioni della società moderna. La mostra “Banksy. Nascita di un mito” offre un’opportunità unica ai visitatori: quella di immergersi nell’universo artistico di uno degli interpreti contemporanei più influenti e discussi. Invita il pubblico a esplorare e interrogare le sfide e le contraddizioni della società moderna, stimolando una discussione critica e riflessiva sulle questioni che definiscono il nostro tempo”.
“Banksy. Nascita di un mito” è l’esito di un progetto scientifico, critico ed interpretativo indipendente, ideato, curato e finanziato fuori dalla sfera d’influenza dell’autore. Il progetto espositivo, testi e immagini del catalogo prodotto da Sillabe, ogni opera, documento o materiale presente in mostra, sono stati supervisionati, verificati per accuratezza e autenticità e approvati per conto di Banksy da Pest Control Office ltd. L’ufficio che gestisce le pratiche burocratiche per Banksy, l’unico punto di contatto per l’artista.
La mostra è impreziosita dal progetto dello studio Guicciardini & Magni, con gli architetti Marco Magni e Alessandra Righi, e dall’allestimento di Opera Laboratori, con il coordinamento di Leonardo Baldi e Yuri Bigozzi.