Ancora una volta la morte è piovuta dal cielo nel nostro Paese, trascinando con sé le vite e le speranze di persone comuni, che si sono trovate nel posto sbagliato quando la forza del fango e dei detriti si è abbattuta su Genova distruggendo tutto ciò che incontrava. I danni materiali sono stati enormi e ad essi si è aggiunto l’intollerabile tributo di vite umane. Case, cantine, negozi e uffici sono stati invasi dalla melma, che ha deturpato o cancellato ogni cosa che ha incontrato e ha messo in ginocchio commercianti e artigiani. Particolarmente scioccanti le immagini dell’ufficio immigrazione del capoluogo ligure, nel quale i documenti di richiesta di permesso di soggiorno dei lavoratori extracomunitari sono ridotti ormai ad una poltiglia informe, quasi a simboleggiare come questo evento si sia portato via anche le speranze di coloro che ha colpito. Da troppi anni, anzi da sempre, in Italia i disastri ambientali assumono proporzioni apocalittiche, che in altre parti del mondo, francamente, non si riscontrano. Le cause sono sempre le stesse: dissesto idrogeologico, abusivismo edilizio e cattiva gestione del territorio. Quante volte, di fronte alle immagini dei luoghi colpiti abbiamo detto “ma come si fa ad abitare lì” oppure “come può quella strada o addirittura quella ferrovia transitare per qui luoghi?”. La risposta è sempre la stessa, la corruzione e la malagestione imperversano ormai da troppo tempo e le scelte sbagliate ora stanno presentando il conto. È completamente inutile adesso affrettarsi a mandare avvisi di garanzia a presunti responsabili, bisognava vigilare prima, durante i lavoi edilizi e di rafforzamento delle infrastrutture; era necessario indagare sul fatto che, nonostante fossero stati stanziati diversi milioni di euro, questi soldi non erano stati spesi e ancora si doveva decidere della regolarità della gara d’appalto. In questo Paese tutti i soldi, e specialmente quelli pubblici, finiscono in un buco nero di corruzione, consorterie, incapacità e ruberia. Adesso basta! Questi signori si guardino allo specchio e cerchino di vedere la realtà della loro natura di assassini.