Finalmente sono in pieno svolgimento i lavori che porteranno ad una complessiva rivalutazione l’arcinoto Circo Massimo, teatro dei Ludi magna e specchio del fasto romano.
Il restauro procede rispettando la tempistica prevista all’inizio dei lavori. La prima fase del progetto si è conclusa il 16 dicembre 2011 con una sola settimana di ritardo, che considerando anche le problematiche climatiche (maltempo che ha bloccato i lavori per alcuni giorni) è un traguardo ragguardevole. Come è stato prontamente sottolineato dal sindaco Alemanno in occasione di un sopralluogo, in cui sono intervenuti anche il sovraintendente ai Beni culturali di Roma Capitale, Umberto Broccoli, il sottosegretario ai Beni culturali, Roberto Cecchi e l’assessore alla cultura Dino Gasperini.Il progetto di valorizzazione, riqualificazione e conservazione di tutto il sito archeologico del famoso circo equestre è iniziato ad aprile 2010, a cura della Sovraintendenza capitolina e dell’Ufficio Città storica, ed utilizza un fondo di 2 milioni e 400 mila euro versato da Roma Capitale.Gli scavi hanno riportato alla luce i reperti, già ritrovati in età mussoliniana, quando, ci si dovette fermare alla media cavea essendo la pista e le gradinate allagate da infiltrazioni non controllabili d’acqua. È stata riscoperta la strada lastricata che circondava il lato sud, una fogna che garantiva servizi igienici, un abbeveratoio per animali e le tabernae addossate al circo (ma esterne ad esso), dove evidentemente 2000 anni fa si svolgeva una intensa vita sportiva e commerciale, come suggeritoci dal ritrovamento (in soli 50 centimetri di terra) di 130 monete.Maria Letizia Buonfiglio, archeologa della Sovrintendenza comunale, ha affermato che nel circo e precisamente nella “curva sud” (il settore meglio conservato del Circo Massimo) erano sicuramente presenti bande di tifosi simili a quelli dei nostri stadi calcistici.Il Circo Massimo ha, come molti altri monumenti romani, avuto una storia travagliata. Soltanto nel 2008 una squadra composta di 25 uomini e 10 mezzi dell’Ama ha liberato il sito dalle 10 tonnellate di spazzatura, sterpi, oltre a materassi ammucchiati nella torretta d’epoca medievale (torretta della Moletta), diventata il nascondiglio di senzatetto, permettendo così l’inizio del cantiere.Il circo (di dimensioni immense: 600 metri di lunghezza x 140 metri di larghezza) fu sistemato al tempo dei sette Re nella Valle Murcia, una conca naturale che divide il colle Palatino dal colle Aventino. In origine il pubblico doveva prendere posto sui pendii erbosi naturali o su strutture mobili in legno. Progressivamente il circo venne monumentalizzato con la costruzione in muratura delle gradinate, raggiungendo la massima capienza di 250.000 persone grazie agli ampliamenti voluti da Nerone. Al centro della pista vi era la spina: una lunga costruzione centrale, adibita a basamento per obelischi, statue e varie decorazioni. I carri lanciati a grande velocità nei loro sette giri di corsa (i famosi sette delfini bronzei insieme alle sette uova di pietra indicavano la situazione della gara), giravano bruscamente intorno alle mete sormontate da tre punte. L’ultima corsa fu effettuata nel 549 d.C. in occasione dei giochi indetti da Totila.Dopo la caduta dell’impero romano, il circo cadde nell’oblio per molti secoli. Venne irrigato per essere utilizzato ad uso agricolo. Nell’ottocento, nel periodo dell’industrializzazione, sul suo suolo furono costruiti dei capannoni ed un gazometro, demoliti nel periodo precedente al primo conflitto mondiale. La mano “cementificatrice” del Duce non risparmiò il sito: vennero costruiti dei pilastri e degli edifici adibiti ad esposizioni riguardo l’industria tessile e lo studio dei minerali, successivamente abbattuti. In tempi Repubblicani è stato definitivamente spogliato da ogni velleità e donato alla municipalità romana come parco pubblico e area concerti e manifestazioni. Il parco, però, si trova a una decina di metri al di sopra del terreno originario del circo e sembra aver dimenticato quale fu il suo ruolo e il suo fasto originale. La seconda fase dei lavori punta a restituire la percezione originale dell’area. Non si tratta di lavori rivoluzionari di grande portata ma semplicemente del ripristino di dettagli essenziali per ridare forma al circo. Il lavoro più imponente è quello di azzerare il dislivello geologico che si è creato nei secoli: ricollocare la spina e la pista al suo luogo originale e, tramite rampe, ricreare la sensazione degli spalti. La curvatura dell’emiciclo è esaltata da una nuova recinzione che sostituisce i marciapiedi. Il rimodellamento del terreno è affiancato dalla contemporanea sistemazione della zona archeologica sud, l’area della torre della Moletta, creando una chiara separazione tra area verde e zona archeologica del Circo Massimo, come affermato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno nel sopra citato sopralluogo. Il restauro e la ricostruzione della via lastricata e delle tabernae, insieme alla realizzazione di un sistema di drenaggio ed uno di irrigazione (oltre ad un sistema di sicurezza ed illuminazione) completeranno la rivalutazione delle rovine di Porta Capena musealizzando l’area che diventerà probabilmente visitabile a pagamento e fornita di percorsi guidati. Un piccolo museo raccoglierà i reperti scoperti nell’area dai tempi mussoliniani ad oggi. La recuperata torre della Moletta potrebbe diventare un info point o un centro visite d’ingresso all’area archeologica.In occasione della apertura dell’area pedonale del Tridente in data 20 ottobre 2014, il sindaco di Roma Ignazio Marino ha affermato la volontà di pedonalizzare in un futuro non definito anche l’area del Circo Massimo e del Palatino, creando una grande area libera dal traffico.
Francesco Consiglio