EMILIO LEOFREDDI WeGil di Roma fino al 31 agosto 2024

EMILIO LEOFREDDI

WeGil di Roma

fino al 31 agosto 2024

 

 

 

In occasione del primo anniversario della scomparsa dell’artista romano Emilio Leofreddi (1958-2023), si celebra la sua opera attraverso una grande mostra al WeGil di Roma che è visibile fino al 31 agosto 2024.

La mostra, curata da Giuseppe Stagnitta, con la collaborazione dell’Archivio Emilio Leofreddi e con il contributo di Amnesty International Italia, è patrocinata dalla Regione Lazio, in collaborazione con LAZIOcrea, e viene prodotta dalla Clode Art Gallery con la partecipazione della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dalla Prof.ssa Alessandra Taccone, e Poema.

 

Il progetto, promosso dall’Assessorato regionale alla Cultura, prevede l’esposizione di oltre 150 opere – tele, disegni, installazioni, video, appunti, fotografie – che raccontano, attraverso un percorso tematico ed informale, l’opera e la vita dell’artista, dagli anni Novanta fino alla sua morte (in mostra anche i 3 video Im Media, Contact e Caos acquisiti da Palazzo Esposizioni di Roma).

La mostra è articolata secondo un percorso cronologico in cui le aeree tematiche, che l’artista ha sempre tenuto vive elaborandole e rielaborandole continuamente, fanno conoscere e approfondire la personalità e l’approccio esistenziale dell’artista, vissuto in stretto contatto con la sua poetica nell’arte.

 

Nato nel 1958, Emilio Leofreddi è stato un artista vitale e dinamico, sempre in continuo movimento, preso continuamente da nuovi progetti di viaggio, che ha affrontato come esperienza artistica e di conoscenza. Viaggio, sogno, immaginario onirico sono i temi centrali della sua poetica: continuare a sognare, coltivare la speranza di un mondo diverso è necessario quanto respirare. Far viaggiare le persone oltre le merci senza frontiere: “siamo cittadini del mondo”. Un mondo senza prevaricazioni. Un mondo in cui il colore “nero” abbia lo stesso peso specifico del colore “bianco”. Un mondo fatto di pace e di rispetto dell’altro da sé e dell’accettazione dello straniero, del “diverso”. Un mondo fatto di esperienza vera, di comunicazione genuina, di creatività, di fede nella consapevolezza come strumento e come scopo, dove la mobilità è vivere in armonia con l’inevitabile, e cioè l’inevitabile in sé stessi.

Nel periodo dell’esposizione, sarà inoltre organizzato un calendario di eventi pubblici disegnati per offrire una chiave di lettura più completa e approfondita della vita dell’artista, del suo lavoro e delle sue connessioni con il mondo dell’arte contemporanea.

Il catalogo è curato dalla Magonza Editore. In occasione della mostra viene presentato anche l’Archivio Emilio Leofreddi, curato dalla figlia Asia Leofreddi e dalla moglie Marina Mesnic.

 

 

 

 

Biografia

Emilio Leofreddi è nato a Roma il 23 maggio 1958, dove ha vissuto e lavorato come artista e autore video. Finito il liceo, nel 1977, intraprende il suo primo viaggio in India. Al suo ritorno in Italia inizia a fotografare e a disegnare fumetti e vignette pubblicati su alcune riviste e giornali italiani underground (Re NudoA’ Faidda di Palermo). Nel 1980, dopo sei mesi di convivenza con il gruppo teatrale Teates a Palermo, riparte per l’India dove affitta per un anno e mezzo una casa sul Gange a Banares e dove porta avanti la sua ricerca fotografica e pittorica. Nel 1985, dopo un soggiorno di due anni a Berlino, ritorna a Roma ed inizia a lavorare come fotografo di moda e come assistente della fotografa Cristina Ghergo. All’inizio degli anni ‘90 riprende a disegnare ed inizia a progettare istallazioni con video e performance impegnate su tematiche politiche e sociali. È del 1992 la sua prima installazione Balene, contro la caccia alle balene, patrocinata da Greenpeace e finanziata da Mario Schifano. Nel 1993 realizza l’opera Contact, contro la pena di morte, patrocinata da Amnesty International e da Nessuno tocchi Caino. Nel 1994 realizza Im-Media, un’istallazione composta da opere su tela che evocano le affissioni pubblicitarie. Nel 1996, a Palazzo delle Esposizioni, realizza Caos, un’opera sull’assenza della pietas in un momento storico di assestamenti politici e grandi violenze nel mondo. L’anno successivo, da una derivazione di Caos, presenta Mangiate Pietà, un progetto ironico e poetico in cui viene immaginato il tema della Pietà (pietas) come un prodotto coloniale, consumistico, rappresentato da un cucchiaio con dentro la Pietà di Michelangelo in volo per il mondo. Mangiate Pietà è la riflessione del viaggiatore inconsapevole che scopre la pietà nell’incontro con i popoli che vivono i territori. Nel 1999 ha fondato a Roma, insieme a Ivan Barlafante, Claudio Di Carlo e Andrea Orsini, lo studio d’arte collettivo Ice Badile Studio; in quell’anno espone la sua personale Human Being al M.O.C.A. (Museum of Contemporary Art) di Washington D.C. (USA). Nel 2001 presenta la personale: Non calpestate le aiuole utopiche alla CampusGalerie dell’Università di Bayreuth (Germania) e nel 2003 alla Mary Ogilvie Gallery, St. Anne’s College, Oxford University (Oxford, UK). Nel 2004 inizia a lavorare sul viaggio come opera d’arte e sul diario di viaggio da realizzare su tappeti tibetani e tende indiane. Prende forma il progetto Dreams che lo riporterà, dopo molti anni, a rivivere in India. La dimensione del viaggio e l’incontro tra Oriente e Occidente sono al centro di questo progetto. Le opere saranno presentate alla Galleria Santo Ficara di Firenze ed esposte anche all’Art Basel Miami (USA) e nel 2007 alla Biennale del Cairo (Egitto), dove riceve il premio della Critica. Nel 2009 espone al Vittoriano di Roma, a cura della Galleria La Nuvola, una personale dal titolo Il respiro del mondo, realizzata con le tende indiane cucite a Goa (India). La scelta di questo tipo di tenda come media artistico è dovuta alla sua identità di materiale povero, la tenda è anche percepita come sinonimo di movimento, di rifugio e comunità. Nel 2012 con il progetto Land-E-Scape dà continuità alla tematica del sogno e del viaggio, affrontati come immersione nel fantastico mondo del cielo. Ispirandosi ai cieli del pittore William Turner e alle imprese funamboliche di Philippe Petit, Leofreddi dipinge la tensione tra l’aspirazione verso l’alto e la paura di cadere nell’abisso della realtà più crudele. “Io mi sento come quell’equilibrista”, diceva spesso nel suo ultimo periodo di vita, sempre in bilico nel desiderio di raggiungere il cielo, fondersi con l’infinito e con le sue nuvole di musica e colori, ma con la paura di sprofondare nel caos di un sistema delirante. Nel 2014 in occasione della mostra Nomadelica a Palazzo Collicola di Spoleto pubblica il libro Disegni a cura di Gianluca Marziani. Nel 2015, presso la galleria SMAC (Segni Mutanti Arte Contemporanea), viene inaugurata la personale Gea Mondi Colori. Il mondo si colora di tensioni del sogno e del desiderio, per una serie di opere che segnano il ritorno dell’artista alla pittura più pura. Nel 2016 realizza il logo ed il manifesto per la città di Aarhus (Danimarca) “Città Europea della Cultura 2017”. Sempre nel 2016 viene invitato all’International Art Festival “Encounters 2016 – Bori Bunder Platform 8” che si è svolto al CTS Terminus (ex Victoria Sation) di Mumbai (India). Nel 2018 lavora ad un nuovo progetto dal titolo l’Economia del Nulla. Numerose le mostre personali e collettive che lo hanno portato a esporre in Italia e all’estero, tra Inghilterra, Stati Uniti, Germania, India e Cina. Alcune sue opere video hanno partecipato a festival di cinema e rassegne di videoarte. Emilio Leofreddi si è spento a Roma il 22 luglio 2023. Il suo lavoro è stato presentato all’Accademia delle Belle Arti di Milano, Firenze e Roma. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private sia nazionali che internazionali.

 

 

INFO MOSTRA:

Titolo mostra: Emilio Leofreddi

Dove: WEGIL – Trastevere, Largo Ascianghi n° 5, Roma

Apertura al pubblico: fino al 31 agosto 2024

INGRESSO: 9 euro, ridotto 7 euro

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00

 

 

Info: www.wegil.it; info@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)
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