Venice Gardens Foundation, dopo aver realizzato il restauro, apre per la prima volta al pubblico l’Orto Giardino della Chiesa del Santissimo Redentore di Venezia Progetto In Venetia Hortus Redemptoris

Venice Gardens Foundation, dopo aver realizzato il restauro, apre per la prima volta al pubblico l’Orto Giardino della Chiesa del Santissimo Redentore di Venezia

Progetto In Venetia Hortus Redemptoris

Grazie all’intervento di restauro e conservazione, promosso e realizzato da Venice Gardens Foundation – incardinato ai principi di conoscenza, responsabilità, sostenibilità ed autosufficienza – a partire da domani, sabato 26 ottobre, l’antico Orto Giardino, fino ad oggi mai aperto al pubblico, potrà essere visitato.

 

Venezia, 25 ottobre 2024Rendere visitabile un luogo di alto valore storico, simbolico e spirituale, nel pieno rispetto dei principi cappuccini ed in linea con la visione di un futuro responsabile e sostenibile è l’obiettivo di In Venetia Hortus Redemptoris. Il progetto, promosso e realizzato da Venice Gardens Foundation, fondata e presieduta da Adele Re Rebaudengo, è volto al restauro, alla conservazione, alla gestione e all’apertura ai visitatori del Compendio dell’esteso Giardino con l’Orto, la Cappella di meditazione, le Antiche Officine e la Serra del Convento della Chiesa palladiana del Santissimo Redentore di Venezia.

Un progetto che riconduce all’importante tradizione dei giardini e degli orti conventuali, alla loro ricchezza e capacità di sperimentazione, guardando al contempo al futuro con consapevole e responsabile impegno.

 

Il Compendio dell’Orto Giardino del Redentore, annesso alla Chiesa del Santissimo Redentore realizzata dall’illustre architetto Andrea Palladio per volere della Serenissima e affidata ai Cappuccini su licenza apostolica del pontefice Gregorio XIII come simbolo di gratitudine e rinascita in seguito alla peste del 1575-1577, che si estende per circa un ettaro, dal canale della Giudecca fino alla Laguna, è stato segnato in maniera significativa dalla “acqua granda” del novembre 2019, una marea eccezionale che, raggiungendo i 187 centimetri, ha devastato la città di Venezia.

Al fine di salvaguardare una testimonianza di così importante rilevanza storica, paesaggistica, culturale e religiosa, nel 2021 il Compendio Monumentale è stato affidato a Venice Gardens Foundation dalla Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, al fine di consentire il restauro e la conservazione nel tempo. Un importante Progetto Città di rilevanza internazionale. Un progetto condiviso che lo rende modello di reciproco scambio di visioni e saperi.

 

Il Progetto è stato realizzato dalla Fondazione grazie al sostegno di: Unione Europea NextGenerationEU di 2 milioni di euro (PNRR – Ministero della Cultura – Restauro e valorizzazione di parchi e giardini storici); Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna; e generosi Mecenati: Fondazione di Venezia, Friends of Venice, Generali, Intesa Sanpaolo, The Guillon Family of Fondation Valmont, The Roger Thomas & Arthur Libera Family Foundation, The Venice International Foundation, Van Cleef & Arpels, Airelles, Fondazione Cologni Mestieri d’Arte, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Siram Veolia, Luca Bombassei, Franca Coin, Massimo Sordella; e tutti coloro che hanno sostenuto Venice Gardens Foundation anche attraverso l’adozione di alberi e panchine.

 

Grazie all’impegno di Adele Re Rebaudengo, Presidente e fondatrice di Venice Gardens Foundation, il Compendio viene aperto per la prima volta al pubblico domani, sabato 26 ottobre dalle ore 13.30 alle ore 16.30, in occasione dell’inaugurazione al quale sono invitati tutti i cittadini. Sarà poi visitabile dal giovedì al sabato a partire dal 31 ottobre e sarà negli anni curato e conservato dalla stessa Fondazione.

I visitatori potranno scoprire un luogo di grande bellezza, restaurato su disegno di Paolo Pejrone, giardiniere e architetto paesaggista di fama internazionale: lunghi percorsi articolati a ricordare il simbolismo della croce, ombreggiati da un pergolato in legno di castagno coperto da piante di uva e da rose rampicanti accompagnate da glicini e bignonie; tra gli alti cipressi, un reticolo di sentieri ripartisce lo spazio dell’uliveto, del frutteto e dei coltivi, un mondo variopinto di erbe, ortaggi, bordure fiorite composte da specie mediterranee, specie aromatiche e medicinali a testimonianza dell’antico Giardino dei semplici. La Vasca delle ninfee segna il centro, il “cuore” dell’Orto Giardino e, in riva alla Laguna, meta irrinunciabile dalla quale osservare il tramonto, il piccolo Giardino dei pitosfori, appartato e ombroso, caratterizzato dalle chiome compatte e sempreverdi e dalle edere e, sul fronte dell’acqua, da una pergola ricoperta di Rose banksiae ‘Alba plena’.

Lungo il cammino, i visitatori potranno inoltre scoprire la Cappella di meditazione, luogo di silenzio e di pace; le Antiche Officine, storici bassi fabbricati, il cui restauro, affidato all’architetto Alessandra Raso, ha previsto l’installazione di sistemi di climatizzazione innovativi ed efficienti da parte di Siram Veolia: in questi edifici, aperti verso l’Orto Giardino nel versante nord e sulla Laguna a sud, saranno ospitate mostre di alto valore artistico, in armonia con l’essenza e la vita dei giardini e della natura; i Laboratori che accoglieranno il Frantoio e la Sala di smielatura per lo svolgimento in situ di tutte le attività necessarie alla produzione e conservazione dell’olio e del miele dell’Apiario, ricostituito con differenti tipologie di arnie a favo naturale (vaso di Orestada, Dadant, Top bar); il Caffè, fronte Laguna, dedicato all’accoglienza e all’ospitalità dei visitatori con i prodotti della tradizione coltivati nell’orto, gestito da illycaffè, che fin dalla sua nascita ha orientato le proprie azioni, ad iniziare dalla coltivazione del caffè, ad un modello sostenibile dell’agricoltura rigenerativa al fine di favorire la fertilità del suolo e la biodiversità; e infine la Serra, risalente al secolo scorso, luogo di studio e laboratorio sperimentale e visionario per i più esperti e raffinati giardinieri.

Dopo i restauri, come già ai Giardini Reali, tutte le attività di cura e manutenzione, sono svolte dalla Fondazione con i propri giardinieri attraverso specifici programmi, sintesi delle antiche conoscenze e delle nuove tecniche ancorate al concetto della responsabilità e della sostenibilità, nel pieno rispetto della natura, della biodiversità e dell’ecosistema: la coltivazione biologica eseguita con pratiche naturali, con particolare attenzione a quella pratica, mai vana, di favorire la resistenza delle piante grazie a una costante cura del terreno; il risparmio delle risorse naturali, il riuso, il riciclo e la valorizzazione degli elementi esistenti; l’autosufficienza idrica attraverso la realizzazione di un pozzo e un sistema per la captazione delle acque piovane dai tetti; e la gestione sostenibile dei rifiuti vegetali e degli scarti organici attraverso la lavorazione nelle vasche di compostaggio in loco, assicurano la conservazione della fertilità del terreno.

Nel tempo, un programma di appuntamenti di rilievo internazionale (opere artistiche, musicali e letterarie, narrazioni poeticamente pertinenti allo spirito del luogo, canti polifonici, azioni teatrali e danzanti, studi e ricerche botaniche e scientifiche) dedicato ad un pubblico ampio ed eterogeneo, curato da Venice Gardens Foundation, contribuirà a favorire una scoperta intima, attenta e commossa del luogo. I primi interventi artistici presenti sono le opere dall’artista Remo Salvadori con L’Alveare, che accoglie i visitatori all’ingresso del Compendio per accompagnarli verso l’Orto Giardino. È un’opera ispirata al luogo della febbrile armoniosa opera del piccolo insetto sociale, dal fiore al polline, all’azione solare, il miele, la cera, la forza esagonale, il volo nuziale. Salvadori ha inoltre realizzato la copertura di due arnie presenti nell’uliveto. Le Antiche Officine ospitano un video dell’artista Lucia Veronesi che racconta il restauro dell’orto Giardino attraverso l’utilizzo di fotografie, video e collage montati in stop motion. Il tema del restauro viene raccontato anche dalle fotografie del Maestro Guido Guidi e da Francesco Neri.

 

“È una grande gioia e un grande onore per Venice Gardens Foundation poter inaugurare oggi l’Orto Giardino, con le Antiche Officine, del Convento del Santissimo Redentore – dichiara la Presidente Adele Re Rebaudengoun luogo di rara bellezza e di mirabile accordo fra spirito e natura, luogo storico, simbolico, alta espressione della spiritualità cappuccina. Grazie all’impegno fattivo e ad una solida comunanza di intenti e valori fra tutti gli attori coinvolti, professionisti, istituzioni e mecenati, sono stati possibili il restauro e la rigenerazione, in linea con i principi di conoscenza, responsabilità, sostenibilità ed autosufficienza, di un patrimonio botanico e architettonico di assoluto valore storico-culturale non solo per la città di Venezia ma per il mondo intero. Da oltre dieci anni, la nostra Fondazione è impegnata, nella città di Venezia, nel restauro e nella conservazione di parchi e giardini nonché al riconoscimento del ruolo fondante che questi beni possono ricoprire in un contesto sociale e comunitario: un impegno volto a ricostruire la relazione trascendente intimamente correlata con la natura, in ragione dell’affinità, dell’armonia e del rispetto. Una grande festa, quella che si celebra oggi – continua Adele Re Rebaudengoche segna l’apertura dopo cinque secoli di questo luogo straordinario nel quale è ancora possibile “sentire nel profondo” e ritrovare la gioia per la “semplicità e l’ascolto della natura. Nel corso del tempo il Compendio ospiterà opere espressione della visione di artisti sensibili, protagonisti del mondo dell’arte e della cultura di rilievo internazionale. Vorrei esprimere un particolare ringraziamento alla Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, alla Santa Sede e alla Soprintendenza per la fiducia che hanno voluto accordare alla Fondazione nonché ai Sostenitori e Mecenati che con il loro generoso sostegno hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto creando una alleanza con il giardino come fonte di vita e creatività, terreno fertile ove ripristinare i fondamenti atti a restituire alla natura il suo significato profondo, ai professionisti e alle imprese che hanno realizzato il restauro e infine un sentito e profondo ringraziamento a tutto il team della Fondazione che mi ha affiancato in questi anni con passione e dedizione, in osservanza di quei principi di cura e amore per ciò che si intraprende”.

 

“Nelle costruzioni dell’Ordine, l’Orto Giardino è sempre stato considerato un bene prezioso al quale dedicare grande cura e proficuo lavoro, sia per gli aspetti produttivi, sia per la meditazione e la preghiera” dichiara Paolo Pejrone, architetto incaricato da Venice Gardens Foundation del restauro botanico. “Per secoli ha rappresentato altresì una fonte di sostentamento indispensabile alla vita comunitaria, costituito da frutteti (pomaria), erbari (herbaria), aree alberate, riferibili alla selva indicata nelle prime costituzioni cappuccine. Se, infatti, gli Orti ancor prima del restauro erano già vissuti e amati, nel tempo la loro trama complessiva si era andata allentando e il primo obiettivo che ha animato il progetto è stato proprio quello di ritrovare una struttura generale che li rendesse coesi, armonici e il più possibile semplici in armonia con lo spirito cappuccino. Ogni scelta ha cercato di rispondere a esigenze concrete con l’approccio più diretto, naturale e immediato. Così restaurato e affidato alle cure della Fondazione e dei suoi qualificati giardinieri, il Compendio è ora un luogo di frugale e equilibrata bellezza, ricco di dettagli botanici e di atmosfere rigogliose, ma privo di compiacimenti e di retoriche”.

 

L’architetto Alessandra Raso, incaricata da Venice Gardens Foundation del restauro architettonico, evidenzia come l’architettura delle Antiche Officine, spoglia e rigorosa in contrapposizione all’esuberanza della natura che la ospita, definisce in modo discreto la composizione del luogo come diaframma materico e funzionale tra l’Orto Giardino da una parte, e gli spazi più appartati delle Sacche verso la Laguna. La loro forte identità ha guidato le principali scelte del restauro e il “programma” per una loro nuova vita ne ha restituito un valore funzionale. L’intervento è coerente espressione dei principi ispirati alla regola cappuccina: essenzialità – che si manifesta nel riuso (sempre laddove possibile) e utilizzo di materiali semplici e della tradizione – e il rigore di operare con “mano leggera”, dosando sempre l’intensità delle azioni strettamente necessarie.

 

 

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