Nato appena un anno fa, il nuovo partito spagnolo Podemos ha già sorpreso politologi ed esperti: superando ogni più rosea previsione ha ottenuto l’8% alle elezioni europee di maggio. L’incredibile successo del partito, fondato a gennaio 2014, sembra essere solo all’inizio. Un sondaggio condotto ultimamente dal quotidiano El Pais lo vede addirittura al 27,7% su scala nazionale, si tratterebbe quindi del primo partito spagnolo insieme ai socialisti e sopra ben 7 punti ai popolari del presidente Mariano Rajoy.
Il popolo di Podemos critica la sinistra spagnola post-franchista e la sua deriva politica costellata da scandali e corruzione che l’ha portata a diventare indistinguibile dagli altri partiti politici e che non è stata in grado di combattere la crisi economica iniziata nel 2008. Il movimento è nato a Madrid grazie agli incontri tra alcuni intellettuali ed ex politici di sinistra nel novembre 2013. L’idea iniziale era di trasformare la rabbia popolare in qualcosa di costruttivo e di nuovo. Osservando Podemos da una prospettiva molto italiana, potremmo collocarlo a metà strada tra la l’Altra Europa di Alexis Tsipras e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Leggendo il programma politico del partito, guidato dal trentaseienne Pablo Iglesias Turriòn, troveremo infatti molti punti in comune con le controparti italiane: pacifismo, ambientalismo, lotta ai poteri forti, alla politica e ai grandi monopoli, e quindi forte sostegno alla democrazia diretta, ai cittadini, alla sanità e all’istruzione pubblica. E ancora diritti pieni per i gay, lotta agli strapoteri della politica e messa in discussione di alcuni trattati internazionali in favore di un certo recupero della sovranità nazionale.
Il nuovo partito spagnolo, figlio degli Indignados – il movimento sociale che dal 15 maggio 2011 ha dato vita ad una mobilitazione di protesta contro il governo e contro la grave crisi economica – come il Movimento 5 Stelle, rifiuta nette collocazioni a sinistra, considerando quelle spaccature ideologiche una rovina del passato. Pablo Iglesias Turriòn però, a differenza del suo collega Beppe Grillo, ha deciso di fare parte della coalizione Sinistra Unitaria Europea (di cui fa parte lo stesso Tsipras), realizzando così una scelta di campo a sinistra inequivocabile. Se si tratta di realismo politico o contraddizione degenerante è una questione tutt’ora aperta.Certo, si potrebbe trattare di un fuoco di paglia, un altro figlio della crisi economica e politica che ha colpito duramente la Spagna, come l’Italia e la Grecia. Invece forse ci potremmo trovare davanti agli albori di una pagina nuova della politica spagnola (e chi lo sa europea), una nuova forza capace di guidare le sorti dello stato iberico. Adesso si possono solo fare previsioni e sarà tra un anno, alle elezioni politiche, che i cittadini decideranno le sorti di Podemos: certo è che gli scarsi risultati politici uniti alle accuse di corruzione di cui soffrono i tradizionali partiti socialisti e popolari, non fanno che aiutare il successo di questa nuova alternativa spagnola.
Francesco Consiglio