Un creativo di nome Google

Nell’ universo della moda è avvenuta un’autentica rivoluzione copernicana che non riguarda la lunghezza della gonna o il cosiddetto ritorno alla sobrietà nella palette dei colori. Questa rivoluzione si chiama Google, sì lui, il gigante della rete, quell’oracolo da consultare quotidianamente per le previsioni del tempo, l’andamento dei mercati, gli acquisiti online, ed anche le tendenze della moda. Stando al Fashion Trend Report, stilato proprio da Google, ben 6 miliardi di clic hanno riguardato ricerche inerenti ad alcuni capi di abbigliamento. Sulla base di questi dati la multinazionale ha stilato il suo rapporto con tutti i must-trend (ed anche i ‘must-avoid’) della primavera-estate 2015. A dire il vero sfogliando le pagine del Report non scopriamo nulla che non abbiamo già letto e scritto, ciononostante colpisce che un numero crescente di persone si rivolga alla rete per individuare i fashion trends di stagione. Questo significa che i canali tradizionali – come i giornali di moda, i canali televisivi tematici e perfino i tanto osannati fashionblog – stanno per essere soppiantati da acquirenti sempre più curiosi e consapevoli dei quali le case di moda non potranno ignorare i gusti. Nel fashion system sta dunque accadendo qualcosa di simile a quanto è successo, grazie alla rete, in altri ambiti commerciali, vale a dire un rapporto più simmetrico tra le aziende e i propri pubblici. Dal rapporto di Google sappiamo che la gonna di tulle, come quella indossata da Carrie Bradshaw nell’intramontabile serie tv Sex&TheCity (in foto), rappresenta il capo più ‘ricercato’ del 2015. Almeno tra gli utenti americani, perché il rapporto riguarda, per ora, solo l’altra sponda dell’Atlantico. Ci sono poi i boyfriend jeans, quelli particolarmente comodi perché hanno la vita e il cavallo bassi. Cliccatissimi anche i pantaloni palazzo, gli abiti di pizzo bianco, i costumi da bagno in neoprene, le maglie con emoji sia per donne che per uomini, le felpe Kale, i top bikini. Mentre vanno definitivamente in soffitta gli abiti vintage, i monospalla, gli skinny jeans. Il Report approfondisce i suoi big data, rilevando la correlazione tra alcune parole tipo ‘maglia’ associate ad altre come ‘seta’, registrando in questo caso un’impennata del 143% dei clic. Anche l’abito nero-blu è un item fortissimo che soppianta la più tradizionale combinazione oro-bianco. È chiaro che i cacciatori di moda in rete siano soprattutto donne, rimane da chiedersi chi si avvantaggerà dei risultati di simili ricerche. I buyers, certo, ma soprattutto le catene di pronto moda che realizzano nuove collezioni nel giro di un mese. Saranno proprio i brand di lusso invece a doversi adeguare ai nuovi ritmi della moda al tempo di Google.

 

Pasquale Musellacarrie-bradshaw-tulle-skirt

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares