Su iniziativa del Comune di Milano e dello Szépmű vészeti Múzeum, il Museo di Belle Arti di Budapest, dal 17 settembre Palazzo Reale ospita la mostra Da Raffaello a Schiele, dedicata alla storia dell’arte occidentale dal Rinascimento fino alle soglie del Novecento. Settantasei capolavori, provenienti da ricche collezioni ungheresi, compongono l’itinerario artistico al centro del progetto, curato da Stefano Zuffi.
In vista della conclusione di Expo 2015, dopo il successo dell’esposizione a Palazzo Marino della Madonna Esternhazy di Raffaello lo scorso inverno, si ripropone la collaborazione tra il Comune del capoluogo meneghino ed il Museo ungherese, grazie ad un viaggio nell’arte dal XVI al XX secolo. Le opere di alcuni dei maggiori artisti italiani vengono riproposte, per ragioni conservative, in alternanza con lavori preparatori su carta, raffiguranti dipinti e sculture di grandi nomi del passato: Leonardo, Rembrandt, Parmigianino, Annibale Carracci, Van Gogh, Heintz e Schiele per citarne i più famosi. Accanto a questi, l’esposizione include quattro bozzetti in bronzo.
La prima sezione della mostra riguarda l’alto Rinascimento italiano, all’interno della quale spicca la Madonna Esterhazy di Raffaello, realizzata nel 1508. L’opera è messa in confronto con i disegni ed un bronzetto con un cavallo impennato di Leonardo da Vinci. Segue una parte dedicata alla pittura veneta di Tintoretto e alla sua Cena in Emmaus, a Tiziano ed ai suoi ritratti virili, oltre a lavori di Paolo Veronese e Giovan Battista Moroni. Alla scuola veneta si collega, in termini storici, il genio solitario di El Greco, del quale sono esposte le tele della Maddalena Penitente e di San Giacomo Minore, risalenti alla seconda metà del XVI secolo. Il Rinascimento in Europa è trattato poi mediante il confronto di dipinti frutto delle scuole fiamminga, italiana e tedesca: figurano la Salomè di Lukas Cranach il Vecchio e il Ritratto di giovane di Albrecht Dürer.
Il primo Seicento e l’arte barocca vedono protagonisti Velasquez con la sua realistica Scena di osteria, posto in rapporto con la personalità di Rubens, oltre ad Artemisia Gentileschi, presente con l’opera Giaele e Sisara. La mostra spazia su altre scuole del Seicento europeo, proponendo un paesaggio romano di Claude Lorrain, dalla luminosità mediterranea quale spia del solare classicismo francese, in contrasto con la nordica freschezza dei ritratti di Frans Hals e di Anthony Van Dyck. Seguono riferimenti alla pittura devota e insieme di affetti domestici, che si colgono nel pittore spagnolo Bartolomè Estaban Murillo e in Rembrandt.
Il Settecento è rappresentato dal dipinto San Giacomo Maggiore di Giambattista Tiepolo. Della scuola veneziana, spiccano le vedute di Canaletto e Bellotto. Spazio anche ad opere di Francisco Goya: tra tutte il Ritratto di Manuela Ceán Bermúdez.
Il percorso artistico prosegue con il Simbolismo internazionale, racchiuso nelle opere di pittori ungheresi come Joszef Rippl-Ronai o Janos Vaszary; accanto a questi, si collocano Armold Böcklin con il Centauro, Franz von Stuck con Il bacio della Sfinge, e Auguste Rodin, esecutore del bronzo Sirene. Al Simbolismo italiano sono dedicati alcuni lavori di Giovanni Segantini, insieme al bozzetto per l’Angelo della vita.
Il periodo storico e artistico dall’Impressionismo alle Avanguardie si compone di una serie di opere pittoriche e grafiche realizzate tra il secondo Ottocento ed il primo Novecento. Tra queste, meritano di essere segnalate Donna con il ventaglio di Edoaurd Manet, Credenza di Paul Cézanne, i Tre pescherecci di Claude Monet, Giardino in inverno a Nuenen di Vincent Van Gogh, e Maiali neri di Paul Gauguin. A chiusura della mostra, si inserisce l’acquarello di Egon Schiele, Due donne che si abbracciano, datato 1915.
L’evento durerà fino al prossimo 7 febbraio 2016. La rassegna dei capolavori esposti offre una panoramica ricca e variegata dell’arte dal Cinquecento rinascimentale fino al secolo scorso, creando un asse tra Budapest e Milano che percorre autori ed opere dall’elevata bellezza e potenzialità espressiva.
Per info e dettagli, www. http://www.daraffaelloaschiele.it/la-mostra/.
Clara Agostini