In momenti di crisi di valori come l’attuale, fa piacere riscoprire dal passato esempi quali il Codice Leuciano che oltre 200 anni fa compendiò istituti di assoluta avanguardia. Un modello di giustizia ed equità sociale raro nelle nazioni del 18° secolo, mai più ripetuto.
Non è questa la sede per ripercorrere tutte le tappe della storia aziendale del Reale Setificio, l’invito è quello di rileggere la storia e ricordare che già nel lontano 1789, nel mentre i rivoluzionari francesi assaltavano la Bastiglia, i lavoratori delle seterie casertane godevano di uno status tale che S.Leucio divenne méta di flussi migratori di lavoratori da ogni dove.
Fu sancito il diritto e dovere al lavoro con uguaglianza e pari dignità tra lavoratori, senza discriminazioni di sorta, vigendo un sistema di valorizzazione basato sul merito (sottolineato all’interno della colonia dall’uso di abiti uguali, anche per Re e Regina); il diritto di abitazione, una sorta di alloggio popolare ove ogni famiglia deteneva un telaio per diffondere uso e conoscenze dello strumento; il diritto all’istruzione gratuita e universale, difatti fu qui istituita la prima scuola dell’obbligo femminile e maschile in Italia; un orario di lavoro più breve per meglio bilanciare lavoro, svago e preghiera (11 ore e non 15 del resto d’Europa e fruizione della Messa prima di iniziare a lavorare). La proprietà privata fu abolita, così come la dote femminile, sostituita da una elargizione del Re per sposare un appartenente della colonia, lasciando manifestare liberamente la volontà incontestabile di coniugio. Fu introdotta la parità anche nell’asse ereditario.
Una cassa comune “di carità”, ove ognuno versava una parte dei propri guadagni, fu a beneficio dei bisognosi e fu garantita l’assistenza agli anziani, agli infermi ed agli invalidi istituendo il primo sistema assistenzialista basato su una mutua cassa.
S.Leucio fu così all’avanguardia che, alla caduta dei Borboni, ne fu prontamente cancellata la memoria!