Carlotta Proietti. Molte facce d’artista

 

Se sei figlia dell’impareggiabile Gigi Proietti e di Sagitta Alter e sei nata in una metropoli che trasuda arte come Roma, di certo non ti mancano gli stimoli creativi. Se a questo aggiungi una frequenza costante dell’ambiente teatrale e una dose generosa d’ironia e di naturale curiosità, allora il gioco è fatto: sarai anche tu una grande artista. Sarai Carlotta Proietti. Un’artista versatile ed eclettica, che ha studiato canto e si è laureata al DAMS dell’Università di Roma Tre, nientemeno che in Storia del melodramma. Con le sue canzoni, scritte e composte personalmente, si esibisce nei locali e nei club della capitale. Approfondisce poi le sue conoscenze al corso biennale per attori Il Cantiere Teatrale di Paola Tiziana Cruciani. L’esperienza teatrale in diverse compagnie e quella televisiva per RaiFiction arricchiscono il suo bagaglio. La passione per il canto, l’ironia nella recitazione, l’amore per la letteratura, la scrittura e la musica ne fanno un’artista dalle mille risorse. Multiforme ma anche impegnatissima, infatti, il 31 ottobre è andata in scena a Isernia con Non c’è due senza te, di Toni Fornari con Claudia Campagnola, Marco Morandi e Matteo Vacca. Si tratta di uno spettacolo di enorme successo, che ha fatto furore negli ultimi tre anni e diventerà presto una commedia musicale in scena al Sistina. Sempre con Matteo Vacca ha debuttato il primo dicembre al Teatro Sette in Parole, Parole, Parole, commedia di Adriano Bennicelli con la regia di Gigi Proietti. Il 22 dicembre ripartirà il progetto Generazione Precari, al Teatro Golden, che riscuote successo ormai da un anno e anch’esso sarà presto una commedia musicale. Noi di Eventi abbiamo quindi colto carlotta3l’occasione di farle alcune domande. Secondo lei il bello del suo mestiere e di essere un’artista tanto versatile è la possibilità di mettersi in gioco. A questo proposito, cita proprio il suo ultimo spettacolo, Parole, Parole, Parole, che rappresenta una serie di fortunati incontri tra una commedia mai messa in scena, la regia di suo padre, la sua partecipazione attiva alla produzione teatrale, l’impego delle sue musiche e, infine, il felice riscontro di pubblico e critica. Alla domanda sulla sua formazione, ha confessato l’importanza del DAMS dal punto di vista teorico, anche se ha sottolineato che le discipline musicali e dello spettacolo devono essere provate sul campo e non solo sui libri, per rendersi davvero conto di cosa significhi questo lavoro. All’immancabile domanda sulla sua famosa e “ingombrante” paternità ha affermato che essere figlia d’arte aiuta perché si è costantemente a contatto con la realtà dello spettacolo, vivendola come un gioco, tuttavia, in seguito, ci si deve scontrare con i pregiudizi, che reputa naturali. Lei stessa confessa che, di fronte a un figlio d’arte si domanda subito quali siano le sue reali capacità. L’esperienza lavorativa al fianco del grande Gigi le ha fatto scoprire un uomo dal rigoroso senso logico nel lavoro, qualità dovuta alla grande esperienza e, tuttavia, non scontata. Quello che la accomuna al padre, dice, è il profondo rispetto per il suo lavoro, peri i colleghi e per il pubblico. Carlotta Proietti: un’artista, tanti volti.

 

Patrizio Pitzalis

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