Dopo le stagioni espositive dedicate ai temi del femminile nell’arte, del viaggio e delle trasformazioni, il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera), nell’ambito del filone della “grafica storica”, inaugura un nuovo fil rouge dedicato alla memoria con la mostra “Imago Urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo”, a cura di Cesare de Seta, Professore emerito all’Università degli Studi di Napoli Federico II e fra i massimi esperti dell’iconografia della città europea, e Nicoletta Ossanna Cavadini, Direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso.
L’esposizione offre un’ampia selezione di carte geografiche, piante e vedute di città che trovano diffusione a partire dal XV secolo grazie all’invenzione della stampa.
Per dipingere una veduta urbana occorreva salire sul campanile più alto o su una torre (come a Venezia e Bologna), su di una collina antistante nei giorni nitidi (Firenze e Roma) o percorrere lo specchio del mare (Napoli, Genova o Barcellona). Inoltre erano necessari il possesso di particolari strumenti tecnici, ma anche una consapevolezza dello spazio urbano, competenze di rilievo topografico e architettonico e un’assoluta destrezza nell’uso della prospettiva o dell’assonometria. Il mestiere di cartografo univa così arte e scienza.
Sarà nel corso dell’Ottocento, però, che la tecnica litografica e fotolitografica consentirà un più ampio spettro di soluzioni, per giungere a coinvolgenti e inattesi virtuosismi del disegno “a volo d’uccello”.
Alle mete predilette dei viaggi – fra cui Roma, Firenze, Napoli, Milano, Parigi, Vienna, Ginevra, Zurigo, Basilea, Berlino, Londra e San Pietroburgo – si affiancano piante e prospettive che raccontano le trasformazioni, i mutamenti e i nuovi sviluppi delle principali capitali europee.
La mostra gode del patrocinio del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
INAUGURAZIONE
L’inaugurazione ha luogo domenica 28 febbraio 2016 alle ore 16.00 alla presenza di Cosimo Risi, già Ambasciatore d’Italia a Berna, Patrizia Pintus, Capo Dicastero Cultura di Chiasso, e dei curatori: Cesare de Seta, Professore emerito all’Università degli Studi di Napoli Federico II e fondatore del Centro Studi sull’iconografia della città europea, e Nicoletta Ossanna Cavadini, Direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso.
Un aperitivo sarà offerto a tutti i presenti alle ore 17.00.
Seguirà alle ore 18.00 una conferenza pubblica di Cesare de Seta dal titolo “Ritratti di città” in collaborazione con il Circolo “Cultura, insieme” di Chiasso, presso il Foyer del Cinema Teatro di Chiasso (entrata gratuita).
Il m.a.x. museo resterà aperto fino alle ore 22.00 (ingresso gratuito).
LA MOSTRA
Il ritratto di città è una delle forme di celebrazione del potere urbano, sia esso quello di un re, di un papa, di un principe o di un mecenate, e nasce nel Rinascimento con l’invenzione rivoluzionaria della prospettiva. I primi ritratti di città sono databili all’ultimo trentennio del Quattrocento e la loro manifesta intenzione è quella di mettere in scena la bellezza, la prosperità e la grandezza di capitali dell’Occidente.
Nascono i primi atlanti di città, dal Münster al Merian, dal Braun agli Hogenberg, che hanno lo scopo di far conoscere le città delle varie regioni e gli Stati del mondo allora conosciuto.
Sovrani e principi si appassionano a questo soggetto e commissionano affreschi per adornare i loro palazzi; inoltre acquistano e collezionano carte geografiche e libri di città da conservare e mostrare agli amici negli studioli o nelle biblioteche private. Alle carte e alle piante si appassioneranno in seguito i cultori dell’arte, che opereranno da mecenati e collezionisti.
Un importante corpus esposto per la prima volta al m.a.x. museo proviene dalla Raccolta di carte geografiche della Stamperia della Real Casa Borbonica e consente di avvicinarsi al fenomeno della trasmissione di conoscenza dei luoghi tramite mappe e carte topografiche, più genericamente vedute di città.
Nel corso del Seicento si diffonde nei palazzi aristocratici e altoborghesi l’uso di dedicare una sala all’esposizione e alla catalogazione delle carte geografiche; accanto alla consuetudine di mostrare le piante e vedute di città che erano mete di viaggi, l’appassionato cultore acquistava le carte geografiche per tenersi aggiornato sulla visione geopolitica del tempo.
Attraverso la mostra si desidera mettere in luce anche il lento spostamento del baricentro della produzione a stampa, che nel corso del Seicento si trasferisce, infatti, dall’Italia alla Svizzera, alla Germania, ai Paesi Bassi, quindi in Francia, Spagna e Inghilterra. Importanti centri propulsori della grafica sono Firenze, poi Basilea e Norimberga.
Artisti, architetti e incisori si specializzano nel genere e lentamente si viene formando una vera e propria scienza della rappresentazione urbana. Si fondano scuole di pensiero, nascono botteghe, imprese dapprima xilografiche e poi calcografiche: attraverso la stampa prospera una vera e propria trattatistica di cui sono esposti al m.a.x. museo alcuni esemplari, oltre a libri con disegni e testi descrittivi, delle “guide turistiche” ante litteram.
In mostra carte geografiche dal Rinascimento fino all’Ottocento, come pure piante iconografiche a proiezione zenitale di città ideali e immagini prospettiche di città reali, con il perfezionamento e l’enorme fortuna di genere che ebbero in seguito le rappresentazioni “a volo d’uccello”, fino alle successive vedute romantiche e al disegno ottocentesco di città, ove la pianta urbana e veduta prospettica fungeranno come irrinunciabile strumento di perequazione.
Una sezione particolare è dedicata al Canton Ticino e all’area insubrica con piante e vedute di città situate lungo l’asse di percorrenza nord-sud: da Bellinzona a Locarno, da Lugano a Mendrisio fino a Chiasso e Como. Presente in mostra anche la prima carta a inchiostro e acquarello del territorio del Sottoceneri (baliaggi del Luganese e del Mendrisiotto), disegnata da Pietro Neurone nel 1780, conservata presso la Zentralbibliothek di Zurigo.
L’esposizione è realizzata grazie agli importanti prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Stamperia della Real Casa Borbonica, della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli, del Centro interdipartimentale di ricerca sull’iconografia della città europea presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, della Fondazione Musei Civici di Venezia – Museo Correr, dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, della Zentralbibliothek di Zurigo – Sezione delle carte geografiche e dei libri rari e antichi, di Swisstopo a Berna, dell’Archivio di Stato del Cantone Ticino, della Biblioteca cantonale di Lugano – Fondo Giorgio Ghiringhelli e Libreria Patria, della Collezione del Comune di Balerna e di numerosi collezionisti privati.
LA MOSTRA IN CIFRE
In mostra oltre 200 pezzi fra matrici in legno, rame, zinco e acciaio, disegni preparatori, acquerelli, xilografie, incisioni su lastre in rame con il bulino e la puntasecca, acqueforti, acquetinte, litografie e fotoincisioni.
È inoltre presente la rara e grande veduta prospettica “Venetie MD” del 1500 di Jacopo de’ Barbari (1,34 x 2,82 m), la prima rappresentazione di Venezia a volo d’uccello, un vero e proprio modello di riferimento in ambito europeo che segna un “momento magico” – come lo definisce Cesare de Seta, co-curatore dell’esposizione – poiché “corona degnamente una tradizione in cui ricorrono i nomi di Leon Battista Alberti e Jacopo Bellini”.
Sono pure esposti alcuni strumenti di misurazione di appannaggio dei disegnatori o cartografi, come una tavoletta pretoriana e un quadrante, nonché un globo celeste del 1694, dove sono dipinti a mano grifoni e figure femminili da Giacomo Cantelli da Vignola, geografo e cartografo.
Fra gli artisti incisori più rinomati, in mostra opere di Jacopo de’ Barbari, Antoine Lafréry, Federico Agnelli, Marco Antonio Baratteri, Giovan Battista Nolli, Giovan Battista Falda, Matthäus Merian, Giorgio Domenico Fossati, Francesco Panini, Marcantonio Dal Re, Louis Cherbuin, Alfred Guesdon, Gerardo Mercatore, Abramo Ortelio, Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, Francesco Cassiano De Silva, Pietro Neurone, Guillaume-Henri Dufour, Antonio Orelli de Capitani, Francesco Catenazzi, Johann Jacob Wetzel, Felice Ferri, Giuseppe Bernardazzi, Heinrich Keller, Rocco Torricelli, Giacomo Mercoli.
CHI HA SOSTENUTO LA MOSTRA
La mostra è resa possibile grazie al Dicastero Cultura del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, dell’AGE SA, e dell’associazione amici del m.a.x. museo (aamm).
Si ringrazia la SUPSI-Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, e in particolare il Laboratorio cultura visiva del DACD-Dipartimento ambiente costruzioni e design, per la collaborazione nell’ambito del progetto grafico della mostra.
Si ringrazia il Circolo “Cultura, insieme” di Chiasso per la collaborazione nell’ambito della conferenza pubblica del Professor Cesare de Seta del 28 febbraio.
Si ringrazia “Coscienza Svizzera” per l’organizzazione dell’incontro con dibattito “Da Imago Urbis alle nuove territorialità e frontiere della società moderna” del 21 aprile.
Si ringraziano Patrizia e Giuliano Cormano dell’Azienda vinicola Cormano di Morbio Inferiore e Fratelli Corti di Balerna per avere gentilmente offerto i vini dell’aperitivo in occasione dell’inaugurazione.
CATALOGO
“Imago Urbis. La memoria del luogo attraverso la cartografia dal Rinascimento al Romanticismo” a cura di Cesare de Seta e Nicoletta Ossanna Cavadini, con saggi dei curatori e di Roberto Borri, Giovanna Mori, Raffaele Ruggiero, Daniela Stroffolino, a corredo un’appendice documentaria con un ricco apparato iconografico e una selezione di testi da trattati del XVI e XVII secolo, Silvana Editoriale, 2016, bilingue italiano/inglese, 24 x 24 cm, p. 256, CHF 36.- / Euro 36.
VIDEO DELLA MOSTRA
Come per tutte le esposizioni del m.a.x. museo, la redazione di Ultrafragola (3D Produzioni) ha realizzato un video, visibile in mostra a Chiasso e online sul sito di Ultrafragola (www.ultrafragola.tv).
Il video sarà trasmesso anche su Sky Arte durante il periodo espositivo.
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