Andrei Ionita è nato a Bucarest nel 1994, quindi aveva solo ventuno anni quando nel 2015 ha vinto il Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca, sezione violoncello. Già si era aggiudicato altri premi internazionali e aveva collaborato con illustri musicisti molto più anziani di lui, come Valeri Gergiev, Gidon Kremer e Christian Tetzlaff. In questa stagione debutterà con grandi orchestre come la Filarmonica di San Pietroburgo, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino e la Filarmonica “George Enescu” di Bucarest. Inoltre suonerà a Londra, Monaco di Baviera e al festival di Baden Baden. Suona un violoncello di Giovanni Battista Rogeri del 1671, messo a sua disposizone da una fondazione tedesca.
Sabato 2 aprile alle 17.30 farà il suo debutto romano all’Aula Magna della Sapienza (piazzale Aldo Moro 5) per la stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti. Con lui suonerà la pianista giapponese Naoko Sonoda, che svolge una brillante carriera solistica ed è particolarmente apprezzata come accompagnatrice, vincendo in questa veste importanti concorsi in Germania, Polonia e Russia.
Ben sei sono gli autori in programma, che daranno un panorma completo delle possibilità di questa nuovissima star del concertismo internazionale. Dopo la Sonata in re maggiore di Pietro Antonio Locatelli, uno degli ultimi grandi esponenti del periodo barocco, Andrei Ionita passerà a uno degli ultimi grandi romantici col Pezzo Capriccioso in si minore di Piötr Ilic Čajkovskij.
Seguono due dei massimi capolavori del repertorio violoncellistico. Prima la Sonata n. 1 in re minore di Claude Debussy del 1915, che fa parte di un gruppo di tre Sonate per strumenti diversi ed è una delle ultime opere del compositore francese. E dopo la Sonata in fa maggiore n. 2 op. 99 di Johannes Brahms, superba opera della piena maturità, che ha il suo fulcro nell’Adagio affettuoso, un momento di grandissima intensità, che rivela il grande feeling del compositore amburghese per questo strumento. In conclusione le Variazioni sul “Mosé”, per le quali Nicolò Paganini si ispirò al sublime finale del Mosè di Rossini: ovviamente Paganini le aveva scritte per violino, ma il violoncello si adatta ancora meglio a una melodia pensata orignariamente per una voce di basso.
Rassegna “Sapienza in Musica”
Il concerto fa parte della rassegna “Sapienza in musica” con il sostegno della Regione Lazio.
BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro (ridotti da 12 euro a 20 euro)
Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO: Istituzione Universitaria dei Concerti
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