Gran colpo in Sicilia. Nel corso dell’operazione “Persefone” le forze dell’ordine hanno sequestrato numerosi reperti archeologici conservati illecitamente da un pregiudicato di Enna, il cinquantaseienne Gaetano Cosenza. La Polizia di Stato sospettava che l’uomo detenesse nella propria abitazione di Pergusa armi e munizioni, ma con grande piacere della Soprintendenza ai beni culturali di Enna, le forze dell’ordine hanno rinvenuto in un magazzino manufatti dal grande valore storico. Lucerne, anfore, unguentari, terracotte figurate e monete, databili tra il V ed il II secolo a.C., che raccontano l’epoca dell’ellenizzazione della Sicilia. Testimonianze di un passato glorioso dell’isola, contesa tra Magna Grecia, Cartagine e Roma, che giungono finalmente in mano agli studiosi per ricevere le attenzioni che meritano. I reperti provengono probabilmente da insediamenti abitativi o necropoli situate nella Sicilia Centro Meridionale.
Gaetano Cosenza è stato denunciato per ricettazione e impossessamento di beni archeologici. Alcuni reperti, in tutto 254 pezzi, conservano tracce di salsedine, indizio che dimostra il loro ritrovamento sottomarino.
I beni sono ora affidati alla Soprintendenza ai beni culturali di Enna che ha collaborato con l’Ufficio investigativo della Polizia di Stato. Le indagini proseguiranno, l’obiettivo è quello di smascherare le trame del florido mercato clandestino di reperti archeologici siciliani.
Francesco Consiglio