Un’ancora romana riemerge dalle acque di Ischia

Meraviglie dai nostri mari. Nelle acque vicino l’area archeologica della baia di Cartaromana, a Ischia, gli archeologi hanno rinvenuto un ceppo di piombo che faceva parte di un ancora romana. Il ritrovamento, avvenuto grazie alla Marina di Sant’Anna, che da sei anni lavora nel sito insieme alla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, ci regala un nuovo tassello nella ricostruzione della città sommersa di Aenaria. L’evento sottolinea ancora una volta la ricchezza storica e archeologica, oltre che naturalistica, dell’Isola di Ischia, gioiello nel golfo partenopeo.1280px-Monte_Vico

Secondo l’operatore Gaetano Lauro, scoprire e riportare alla luce un oggetto così antico è stata un’esperienza unica. E non è difficile credergli: il video “Navigando verso Aenaria” mostra il ritrovamento sottomarino, testimoniando meglio di mille parole l’eccezionalità della scoperta.

Non è ancora chiaro se l’ancora sia l’ultima testimone di un naufragio avvenuto nei pressi dell’isola, o se invece facesse parte di un’imbarcazione ormeggiata nel porto. Proseguiranno gli studi del caso, intanto l’archeologa Alessandra Benini ha descritto in dettaglio il reperto: “E’ il ceppo in piombo di un’ancora dal fusto legno, la parte superiore, che consentiva all’ancora di fare maggiormente presa sul fondale. La datazione? Complessa. Oggetti di questo tipo hanno una diffusione compresa tra il IV secolo avanti Cristo e il II dopo Cristo, quando i romani iniziarono a utilizzare ancore completamente in ferro”. Sfortunatamente non sono presenti iscrizioni che avrebbero potuto indicare il nome dell’imbarcazione, o dell’armatore.

Francesco Consiglio

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