Primo Conti: una biografia artistica all’insegna del legame personale con la Versilia

Nelle sale del Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia, considerato Patrimonio Mondiale Unesco, dallo scorso 10 luglio è allestita una mostra omaggio all’artista novecentesco Primo Conti, ed al suo legame con la terra versiliese. L’esposizione Primo Conti, un enfant prodige all’alba del Novecento. Dagli esordi agli anni Trenta racconta i termini del rapporto del pittore con le proprie origini, lungo un itinerario di opere che intendono ripercorrere i tratti salienti della sua attività artistica in Toscana, dall’avvio all’età di undici anni fino alla prima maturità.

Le principali tappe del vissuto e della formazione di Conti, fiorentino di nascita, sono illustrate all’interno del percorso biografico oggetto della mostra, curata da Nadia Marchioni, attraverso sei sezioni cronologiche.

In apertura figurano documenti, foto d’epoca e ritratti esplicativi dell’universo culturale al quale Conti dapprima si affaccia, rappresentato dalla Firenze futurista di Soffici e Papini e da Viareggio, sede di soggiorni estivi, quando dal 1914 il giovane artista intraprese contatti con Nomellini, Chini e Viani. Ormai quindicenne, dietro l’influenza del clima fauve francese, Conti realizza capolavori cromatici, frutto di sperimentazioni che divengono la base per spingere il proprio sguardo su Cézanne, preso a modello pittorico di riferimento, con l’esecuzione di ritratti e nature morte quali specchio dell’ambiente e dello stato d’animo. L’itinerario espositivo prosegue con richiami alla parentesi artistica all’insegna dell’ultimo futurismo, risalente agli anni 1917-1918, sulla scia dei contatti allacciati con Balla e Marinetti. La lezione cubista riprende la linea toscana di Soffici e Rosai, al centro di puntuali confronti, le cui tracce si scorgono nei tratti popolareschi dei soggetti. Accolta successivamente l’istanza Metafisica, nell’arte di Conti prende piede il plasticismo di nature morte e ritratti dal 1919, anno in cui fonda e dirige la rivista “Il Centone”. La maturità arriva a seguito degli incontri con De Chirico e Pisis, e sfocia nel ritorno alla pittura, ambito nel quale Conti recupera la tradizione del Quattrocento e del Seicento. Negli anni Venti, Conti concepisce una personale visione metafisica, di stampo onirico, forte del rapporto maturato con Massimo Bontempelli e con Pirandello. Parallelamente, avviene il suo rilancio della pittura sacra. La giovinezza pittorica dell’artista lo vede alle prese con una pittura intimista e quasi privata: familiari visioni sono poste in alternanza con caratteristiche di sensualità ed esotismo, in un contesto che lo celebra come autore, proiettandolo di lì a breve verso il ritorno all’arte realista ed al principio dell’ordine.

La stagione artistica di Conti viene ripercorsa in modo approfondito in mostra, nel segno di una parabola ascendente, culminata in un’esposizione retrospettiva datata 1932. A Palazzo Seravezza trova spazio un centinaio di dipinti, tra i quali 18 quadri presi in prestito grazie alla collaborazione della Fondazione Primo Conti di Fiesole.

Le opere allestite più significative propongono un autoritratto di Primo Conti appena undicenne, Dimostrazione interventista del 1915, la Cocomeraia del 1917, ed il ritratto di Pirandello su tela, eseguito a Viareggio nel 1928.

Organizzata dal Comune di Seravezza-Assessorato alla Cultura insieme alla Fondazione Terre Medicee, il progetto vanta un comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi, grande esperto dell’arte italiana e toscana dell’Ottocento e del Novecento.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 2 ottobre 2016. Per tutte le info: www.palazzomediceo.it.

Clara Agostini
Primo Conti immagine

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares