I grandi delle Olimpiadi di Rio 2016

 

Le Olimpiadi di Rio 2016 terminano qui con un’importante bottino per la nazionale italiana. Il bilancio dell’Italia per queste olimpiadi è andato oltre le più rosee aspettative. Le medaglie nel complesso sono 28 (stesse di Londra 2012), una in più rispetto a Pechino 2008. Ogni olimpiade ha una storia a sé nomi nuovi che resteranno impressi nella mente di chi ama ogni tipo di sport; il risultato ottenuto è maturato grazie ad una squadra giovane, in condizioni alquanto difficili e in un contesto internazionale sempre più competitivo e all’avanguardia. A differenza delle ultime due edizioni ci sono più argenti (11) che bronzi (8 come le medaglie d’oro ottenute) senza contare tutta una serie di podi sfumati (10) e occasioni perse di cui comunque ricordarci per l’avvenire futuro. Adesso che Rio sarà ben presto archiviata di questi giochi olimpici resteranno i mille volti; uno dei tanti ma comunque rappresentativo è quello di Fabio Basile (primo oro a Rio 2016 e la duecentesima medaglia nel bottino della storia italiana) ma tutti saranno ricordati tra grandi imprese e ulteriori conferme. Altre medaglie sono state emozionanti (l’Italvolley o il beach-volley alla sua prima storica medaglia) commoventi (con Tania Cagnotto prima nel doppio con Francesca Dallapé e poi singolarmente nei tuffi) o storiche (Elia Viviani nel ciclismo su pista). Se il nuoto non ha comunque avuto una grande olimpiade a Londra 2012 può comunque festeggiare il miglior risultato di sempre ottenendo 8 medaglie tra nuoto, pallanuoto e tuffi. Se in vasca hanno deluso le staffette (maschili e femminili) e la grande regina Federica Pellegrini, sono comunque arrivati i 2 bronzi di Gabriele Detti e la conferma dell’oro nei 1500 di Gregorio Paltrinieri. Ma il nuoto è fiero del risultato ottenuto grazie all’ottima prestazione del Setterosa (ottenendo la finale dopo 12 anni conquistando un argento) e del Settebello che nonostante tutto non ha mollato prendendosi la medaglia di bronzo, senza dimenticare il nuoto di fondo con Rachele Bruni che ha sempre dato un valore aggiunto. Non da meno sono stati gli sport così detti “minori di cui si parla solo nelle grandi occasioni e in particolar modo esclusivamente alle olimpiadi; il tiro a segno e a volo vera è propria miniera d’oro per l’Italia in cui conquistiamo sette medaglie (di cui 4 ori su otto di quelli conquistati nel totale). Con gli exploit di pallanuoto e pallavolo abbiamo dimenticato che a livello di squadra è mancata la squadra di basket e di calcio causa mancata qualificazione. mmmmmLe uniche note stonate (se così si può dire) arrivano dalla boxe, vela e l’atletica che tra esclusioni discusse e mancate partecipazioni hanno lasciato l’amaro in bocca. La scherma fa sempre la sua figura ottenendo un oro con Garozzo e tre argenti (fioretto, spada con Fiammingo e con la squadra maschile) un bilancio che conferma l’eccellente scuola italiana nelle diverse armi. E’ l’olimpiade di una nazionale italiana giovane dove si fa strada quel cambio generazionale (ha fatto la differenza rispetto a Londra) che il tempo porta con sé che mette le basi per il futuro che i prossimi quattro anni potrà solidificare. Il meglio deve ancora arrivare l’Italia ha dimostrato di esserci e soprattutto di dare “filo da torcere” alle nazioni di tutto il mondo e con i giovani di Rio aspetta la prossima olimpiade Tokyo 2020. Il cammino sarà lungo e non ci sarà spazio per l’improvvisazione, ma solo per il lavoro, la costanza e il sacrificio dove ci saranno vecchie glorie pronte a dimostrare la raggiunta maturità agonistica e nuove leve che scriveranno nuove storie e pagine di vita sportiva.

Noemi Deroma

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