Fino al 31 ottobre sarà possibile ammirare le monumentali opere dello scultore giapponese Itto Kuetani, protagoniste dell’esposizione “Il Sogno del Bianco e le Pietre del Passato. I marmi di Itto Kuetani nei luoghi dell’Antica Roma”, a cura della Fondazione Italia Giappone.
Lo scultore risiede in Italia da quarant’anni, paese che ama e nel quale è avvenuta la sua maturazione artistica, dichiara che in Giappone il suo lavoro si dedicava solo alla concretezza dell’opera, mentre a Roma ha imparato a contestualizzare la scultura in stretto riferimento allo spazio nel quale è stata collocata. Questa è la particolarità e il valore che si aggiunge alla bellezza delle sue sculture. L’antica Roma e l’opera contemporanea creano un connubio accattivante ospitato in un meraviglioso museo a cielo aperto. L’esposizione delle opere avviene nella cornice di uno dei più suggestivi siti archeologici di Roma, la Via Appia, dove gli antichi romani utilizzarono il marmo con altrettanta passione. Le tre sedi dell’esposizione, tutelate dalla Sopraintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, sono la Villa dei Quintili, il Mausoleo di Cecilia Metella ed il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Il connubio tra antico e contemporaneo
Kuetani tramite la sua arte vuol farsi moderatore di un dialogo teso a riaffermare importanti valori quali il rispetto e la pace, attraverso un percorso ideale tra passato e futuro. I suoi lavori sono spesso fatti di fori e passaggi, “sono come delle porte che mettono in comunicazione spazio e materia” sottolinea Enrico Crispolti, storico dell’arte contemporanea e uno dei principali conoscitori della sua opera d’artista. Lo scultore crede in un’arte “educativa” che non è distaccata dalle persone ma le interroga e le fa crescere, anche attraverso un approccio giocoso; per questo motivo propone che la gente interagisca con le sue opere, ci salga sopra, sperimenti col tatto la varietà della pietra. Per sottolineare questo modo di intendere la scultura come opera viva e fruibile.
L’artista peraltro è autore dello straordinario complesso monumentale “Il Colle della Speranza”, che sorge su un’area di cinquemila metri quadrati nei pressi di Hiroshima: un’immensa acropoli costituita da tremila tonnellate di marmo di Carrara, trasportato in oltre venti anni dall’Italia al Giappone per trasmettere in un luogo simbolo del primo martirio atomico la speranza di un futuro di pace.
Mauro Meleddu