Il regista argentino Alfredo Arias torna al mondo della commedia musicale con un melodramma surreale e animalesco, a metà strada tra un cartone animato disneyano, uno spettacolo di Broadway e un noir con inserti quasi splatter. Madame Pink, in scena dal 14 al 19 marzo al Teatro Argentina, nuova produzione del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, racconto assai irriverente di un sogno rosa che si trasforma in un nero incubo.
Protagonista della vicenda la dolce cagnolina Rossy, una bestiola apparentemente tenera che sa parlare, rifiuta le crocchette e pasteggia a caviale e champagne. A comprarla è stata Madame Pink che, come suggerito dal buffo cognome, sogna una vita dal color di favola. Col passare del tempo, tuttavia, Rossy mostrerà un’indole da feroce assassina, tingendo di rosso vermiglio i destini dei protagonisti.
Un melodramma sul Nord America, con uno sguardo critico e ironico sulla cultura imperante negli scintillanti ambienti di Hollywood e Broadway, luoghi fondamentali nel panorama cinematografico e teatrale. Si parte da una cultura visiva che si rifugia nel mondo irreale degli animali che parlano, tra cui l’elefantino volante della Disney Dumbo, per arrivare poi ad Elephant, l’impeccabile film di Gus Van Sant. Da qui prende corpo una storia ricca di riferimenti cinematografici, ritrascritta con un puro vocabolario teatrale, fino a sfociare in una sintesi perfetta delle due arti. «Qualcuno mi ha chiesto perché avessi fatto di un cane il cattivo o, meglio, la cattiva della storia – racconta il regista Alfredo Arias – Di solito un cane è considerato un buon compagno, e invece di causare turbamenti, si aspetta da lui che ci regali un certo conforto. Mi sono domandato cosa il cinema americano mi avesse insegnato sugli esseri umani, e sono giunto alla conclusione che questo cinema si struttura sull’idea generica di crudeltà. Pensandoci e guardando questo panorama da abbastanza lontano, mi sono accorto di quanta violenza si nasconde in queste storie, sotto gli strati di felicità che conducono all’happy end». Dunque, dopo Concha Bonita, un altro spettacolo teatrale sulla memoria del cinema per Alfredo Arias che firma la regia di una brillante commedia di Broadway che sfocia nel melodramma dei noir americani, ispirandosi a quei film che, pur basandosi sull’innocenza e l’ingenuità, non nascondono la crudeltà che la società attuale utilizza come linguaggio di sopravvivenza.
Tra canzoni, atmosfere suggestive, colori e technicolor, si narrano così terrificanti problemi esistenziali che trovano un barlume di speranza all’ultimo momento. «In Madame Pink – continua Alfredo Arias – la complessità del melodramma nel cinema noir americano si sposa con lo spirito diretto e innocente degli spettacoli di Broadway. In un mondo di animali che parlano – come nei film di Walt Disney – accadono situazioni al limite dell’umano. Madame Pink può essere considerato un lavoro ispirato alla cultura americana anche se espressione della mia visione del mondo. È una commedia con canzoni, non un musical o una commedia musicale. Ci siamo ispirati alla musica americana degli anni ’70 e ’80 rivista da Mark Plati e Mauro Gioia in un largo ventaglio di suggestioni. Madame Pink, come tutte le eroine del melodramma, è una donna esposta alla crudeltà del mondo ma condannata a finire la sua vita con un happy End. La povera Madame non immaginava che una cagnolina trasformasse la sua esistenza in una vita da cani».
In scena un universo irreale interpretato da Gaia Aprea nel ruolo della Madame del titolo, Flo (Roxie), Mauro Gioia (Goodman), Gianluca Musiu (Badman), Paolo Serra (Regularman; Dr. Tore; Inspector Shake), accompagnati in scena dai musicisti Giuseppe Burgarella (alle tastiere), Ben Croze (alle chitarre), Marco Di Palo (al basso) e Salvatore Minale (alla batteria).
Per questa creazione il regista ha coinvolto un gruppo di artisti di peso del panorama italiano, e non solo. Oltre la collaudata “intesa” con il cantante e attore Mauro Gioia e la direzione del cast di attori in forza allo Stabile, Madame Pink si avvale del prezioso contributo di Agostino Iacurci – il 31enne pittore, scultore e scenografo foggiano tra i più considerati protagonisti della street art mondiale – che firma le scene dello spettacolo e l’immagine di locandina; di Marco De Vincenzo, il 38enne stilista di Messina, nuovo astro della moda italiana osannato dalla stampa americana e inglese, indossato da Beyoncé, autore dei costumi di scena – entrambi alla loro prima “incursione” nel mondo del teatro.
Le musiche dello spettacolo – composte da ben 14 canzoni inedite ispirate agli anni ’70 e ’80 americani – sono state composte dallo statunitense Mark Plati (collaboratore storico di David Bowie e di Prince, The Cure, Natalie Imbruglia) insieme a Mauro Gioia, su liriche dello stesso Arias e di Mauro Gioia. La maschera di scena è firmata da Erhard Stiefel, lo scultore e scenografo franco-svizzero, storico collaboratore di Ariane Mnouchkine e Théâtre du Soleil, di Antoine Vitez e dello stesso Arias, per il quale aveva realizzato le maschere di scena degli spettacoli Peines de coeur d’une chatte française nel 1999 e La Belle et les Bêtes nel 2005. Il disegno luci è di Cesare Accetta, tra i più autorevoli light design della scena partenopea contemporanea e maestro della fotografia a teatro, al cinema e nell’arte.
Dal 14 al 19 marzo al Teatro Argentina di Roma
scritta da Alfredo Arias e René de Ceccatty
musiche Mark Plati e Mauro Gioia
regia Alfredo Arias
con Gaia Aprea (Madame Pink), Flo (Roxie), Mauro Gioia (Goodman)
Gianluca Musiu (Badman), Paolo Serra (Regularman, Dr Tore, Inspector Shake)
scene Agostino Iacurci – costumi Marco De Vincenzo
disegno luci Cesare Accetta – maschera Erhard Stiefel
testi delle canzoni Alfredo Arias e Mauro Gioia
arrangiamenti musicali Mark Plati
musiche eseguite dal vivo da Giuseppe Burgarella (tastiere), Ben Croze (chitarre),
Marco Di Palo (basso), Salvatore Minale (batteria)
foto di scena Giovanni Ambrosio
Produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale