Scuola e vaccini connubio indissolubile

Con la riapertura delle scuole quest’anno 2017 i genitori dovranno “mettere in conto” le nuove norme sull’obbligo delle vaccinazioni. L’approccio non è stato uniforme per tutte le regioni italiane infatti ogni singola regione ha previsto regole e norme diverse dalle email o lettere a controlli diretti nelle proprie abitazioni. Analizziamo con attenzione cosa prevedono le regioni singole al riguardo. Partiamo dalla Val d’Aosta dove i genitori dei bambini e ragazzi fino ai 16 riceveranno dalla propria ASL (Azienda Sanitaria) le attestazioni per le avvenute vaccinazioni da portare nella scuola di appartenenza. Chi non sarà in regola verrà sollecitato a contattare la Asl di riferimento che provvederà a chiamare la famiglia per un incontro dove verrà spiegata l’importanza delle vaccinazioni e dove si fisseranno degli appuntamenti per regolarizzare la situazione. La Regione Piemonte ha inviato alle famiglie di tutti i bambini non in regola delle lettere con degli appuntamenti fissati per completare l’iter dei vaccini che gli mancano per l’autorizzazione definitiva da portare a scuola. Chi invece è in possesso di tutti i requisiti deve esclusivamente limitarsi a consegnare alla scuola i documenti o l’autocertificazione utilizzando un modulo che si può scaricare tramite i siti della Asl e della Regione. Per quanto riguarda la Liguria stessa modalità del Piemonte con le lettere che però da una netta priorità alle famiglie con figli fino a 6 anni per attestare lo “status di adempienza vaccinale” mentre per chi non è in regola propone un appuntamento entro il 10 settembre. Dopo questa prima fase si procederà sempre in egual misura ai ragazzi in età di scuola dell’obbligo. La Regione Lombardia ha concesso una proroga di 40 giorni per i bimbi fino a 6 anni (decisione contestata dalla ministra della Pubblica istruzione Fedeli); dall’11 settembre le scuole hanno 10 giorni di tempo per comunicare chi ancora non è in regola con le procedure sulle vaccinazioni. In seguito altri 15 giorni di tempo per un eventuale incontro con degli altri esperti per poi nell’ arco di altri 15 giorni ulteriori il bambino dovrà essere vaccinato e se la famiglia si dovesse sottrarre all’incontro decidendo di non far vaccinare il bambino sarà escluso definitivamente dalla scuola. I genitori del Trentino scaricano la documentazione sulle vaccinazioni da portare a scuola dal sistema sanitario “FastTreC “e se hanno problemi si rivolgono eventuali problemi si rivolgono alla Asl. In Alto Adige le Asl inviano alle famiglie l’elenco dei vaccini mancati e la conferma di quelli già eseguiti. Tutti i bambini però hanno comunque diritto di frequenza per un anno in via transitoria per l’anno 2017-2018. Le Asl del Veneto hanno scritto alle famiglie dei bambini e dei ragazzi fino a 16 anni ma unicamente per invitarle a presentare a scuola la certificazione o a passare per il ritiro dei certificati vaccinali presso le suddette. In sostanza hanno inviato hanno solo inviato una sorta di “vademecum” sulla legge poiché il Veneto è stata l’unica Regione che ha deciso di fare ricorso contro la norma del ministro della salute Lorenzin sull’obbligo vaccinale. Il Friuli Venezia Giulia segue sostanzialmente la procedura prevista dalla legge con una semplice modifica che riguarda l’autocertificazione, dove è inserita l’autorizzazione delle comunicazioni tra scuola e azienda sanitaria. Successivamente si potrà telefonare alla Asl e comunicare la volontà di prenotare i vaccini mancanti per essere in regola e potersi iscrivere a scuola. Diverse sono le modalità in Emilia Romagna per i bimbi di età compresa da 0-3 anni poiché è presente una legge regionale del 2016. Le Asl in possesso degli elenchi degli iscritti, mandano lo stato vaccinale agli asili o convocano i non vaccinati. Per quanto riguarda le materne la Regione invia a casa lo stato vaccinale che dovrà essere portato a scuola o eventualmente in caso di mancanza fissa un appuntamento evitando di fatto la fase di presentare l’autocertificazione. La Toscana sigla un accordo con l’Ufficio scolastico regionale e l’Anci (Associazione Nazionale comuni) che prevede che gli istituti entro il 31 agosto invieranno alle aziende sanitarie i dati degli iscritti e queste ultime provvederanno a contattare chi non è in regola. Le altre regioni come Marche, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna prevedono più o meno le stesse cose delle regioni prese in esame. Insieme hanno lo stesso comune obiettivo quello di salvaguardare il bene dei nostri bambini e ragazzi e renderli immuni dalle malattie comuni che spesso diventano comunque pericolose.

Noemi Deroma

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