Un drappello di legionari nella terra dei Daci: “Missione Impossibile”, il nuovo romanzo storico di Andrea Frediani

Guerra, suspense e vendetta: il rapimento di Longino e l’uccisione di Vibio Messio fanno da sfondo a un’avventura ai limiti dell’immaginabile, oltre i confini dell’Impero Romano.

Una missione segreta ad altissimo rischio, un fratello trucidato dagli stessi commilitoni e un viaggio ai confini del mondo tra le minacce dei barbari Daci: “Missione Impossibile” (Newton Compton Editori) il nuovo romanzo storico di Andrea Frediani, autore da oltre un milione di copie, ha tutte le carte in regola per appassionare i lettori. Già il titolo lascia intendere il carattere vigoroso e dinamico del libro: il lettore è gettato in medias res nel pieno della Seconda guerra dacica, nel momento in cui il re dei Daci Decebalo, temibile avversario di Roma, rapisce uno dei più stretti collaboratori dell’imperatore Traiano, il generale Longino. Non perdendo mai di vista l’accuratezza storica, la cura dei dettagli e l’inserimento di interessanti curiosità, il racconto si snoda in una trama avvincente e per niente banale, tra intrighi, battaglie e risvolti inaspettati.

Lucio Valerio Verecundio è uno spocchioso e orgoglioso tribuno, un aristocratico in cerca di fama e gloria, che mai aveva familiarizzato con la truppa, né tantomeno si era distinto in battaglia. Il rapimento del generale apre una possibilità insperata per l’ambizioso Valerio: forse l’occasione della vita per riscattare il suo scialbo cursus honorum. Il tribuno propone così al grande imperatore, una missione impossibile: attraversare furtivamente le linee nemiche travestiti da Daci, raggiungere la capitale Sarmizegetusa e trovare così l’illustre prigioniero. Peccato che a condurre questa missione siano un pugno di uomini, scelti perché sacrificabili (alcuni neanche dei veri combattenti, altri con problemi di alcool) in una terra praticamente sconosciuta, ricoperta per la maggior parte da fitte foreste e difesa da guarnigioni, città fortificate e guerrieri armati da micidiali falci ricurve. Fin dalle prime fasi, verranno brutalmente alla luce l’inadeguatezza e la mediocrità di Lucio Valerio Verecundio nel guidare la missione. “Si era chiesto a lungo perché l’imperatore avesse accettato una simile follia, ma lo aveva iniziato a capire solo nel momento stesso in cui aveva visto entrare nella sala i soldati che avrebbero dovuto accompagnarlo. Erano tutti idioti sacrificabili. Proprio come lui”.

Nel frattempo la vita scorre “tranquilla” nel castrum dei legionari romani, tra addestramenti, ricognizioni ed i più disparati diversivi per ammazzare il tempo. E’ proprio nel corso di una scommessa agli astragali, trasformatasi rapidamente in una zuffa, che trova la morte una recluta dell’esercito imperiale di nome Vibio Messio. Il giovane, trucidato per mano di un altro romano Rufo Sita, non è però un disgraziato qualunque ma il fratello di Gaio Messio: il centurione più decorato dell’esercito, uno dei migliori soldati a disposizione di Traiano, è ora disposto a disertare, buttare al vento anni di carriera militare e rischiare la propria vita per compiere la vendetta contro uno dei membri del commando partito poche ore prima in piena notte. Rufo Sita fa parte, infatti, del drappello di soldati partiti alla volta di Sarmizegetusa: una chiamata che per l’assassino ha il sapore di una salvifica fuga dalla legge.

L’autore analizza a fondo le personalità dei protagonisti, i loro turbamenti e le paure. Gaio Messio ha sfidato l’impero e ora è solo nella terra dei Daci: “Insomma, solo ora si rendeva conto della follia

che aveva commesso. E non poteva neppure prendere in considerazione l’idea di tornare indietro; la sua diserzione, a quell’ora, gli aveva senza dubbio già procurato una condanna a morte, e neppure i suoi illustri trascorsi lo avrebbero potuto salvare. Né poteva passare dalla parte dei daci: non conosceva niente della loro cultura, li considerava dei barbari e reputava che fossero destinati alla sconfitta”. Una lucida follia, commessa per un unico scopo: la vendetta. “Ormai era un ramingo, che poteva dare un senso alla propria esistenza solo continuando ad alimentare il suo spirito di vendetta. Anche se era solo una chimera, anche se le probabilità di rimanere vivo, di trovare Rufo Sita e di compiere la sua vendetta erano pressoché nulle”.

L’avventura di Gaio Messio si configura così come una storia nella storia, un viaggio solitario avvincente e tremendamente pericoloso, nelle terre dei Daci (l’odierna Romania). Non mancheranno quindi azione, scontri e colpi di scena, che testimoniano l’esperienza di Frediani nel genere: il lettore è tenuto con il fiato sospeso fino alla fine del racconto. Eventi Culturali consiglia “Missione Impossibile”, il nuovo romanzo storico di Andrea Frediani: guerra, avventura e vendetta, o meglio un avvincente viaggio oltre i confini dell’Impero Romano.

Andrea Frediani

“Missione Impossibile”

Newton Compton Editori, 2017

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