Vittoria Faro, un racconto ignudo.

Diplomatosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Vittoria Faro, è un eclettica attrice agrigentina che oggi è Ersilia Drei nell’opera Vestire gli Ignudi  di Luigi Pirandello per la regia di Gaetano Aronica, con molta e sentita naturalezza, interpretando un personaggio dalle mille sfaccettature.

Come Ersilia anche Vittoria è una donna dai mille risvolti, che ricerca nel suo io e nella sua dimensione la parte più vera di sé, proprio come faceva da bambina, che isolandosi dagli altri cercava il suo mondo, un mondo che già prendeva il corpo del mondo artistico e che dialogava con tutte le forme d’arte insite.

Amava molto l’arte in generale  dalla danza alla ludoteca e il teatro sarebbe giunto di lì a poco; il primo debutto fu all’eta’ di 6 anni protagonista di uno spettacolo dedicato alla befana, che lei magistralmente impersonava.

Il teatro con i suoi colori e suoni, ha sempre accompagnato l’iter della sua vita, della sua famiglia, delle sue sorelle, di sua madre, guardare i “Giganti della Montagna” di  Luigi Pirandello con la regia di Strehler, ha fatto definitivamente esplodere quell’amore tramutatosi in energia pura, passione autentica; quell’artificio di quell’enorme lenzuolo bianco sporco appeso come fondale dietro al quale i protagonisti diventavano ombre giganti oppure piccoli piccoli, era per lei pura magia. La sua terra Agrigento, con la maestosità della Valle dei Templi diviene teatro su teatro dove osservare, ricordare, vedere luoghi, personaggi che avrebbe poi toccato con mano e avrebbe sentito  suoi, già da allora come oggi.

A dodici anni un regista incontrato per caso le  chiese di interpretare un piccolo ruolo nella “Sagra del Signore della nave” di Luigi Pirandello, la  bambina con il pipistrello, e la risposta fu subito si;  folgorata dalla bellezza di questa professione, dall’esperienza, dalle persone ma sopratutto dalla scoperta, adesso sapeva che era possibile vivere tante altre vite, tanti ruoli, mettendoci Vittoria in ciascuno di essi.

A diciotto anni  dopo il liceo si trasferisce  Roma per dar vita al suo sogno di attrice, l’attrice che abbiamo visto e vediamo nel ruolo un tempo di Mariangela Melato ovvero Ersilia Drei. Una donna molto fragile, indipendente dagli schemi sociali, una donna insicura che cerca l’approvazione degli altri se non addirittura la sua stessa identità’,  che ha pagato lo scotto terribile dello smarrimento di se’, della perdita del senso della propria esistenza come la protagonista di un’altra opera di Pirandello “Trovarsi” Donata Genzi,  infatti sostiene Vittoria:”La donna ha lasciato spazio all’attrice e proprio sul finale del primo atto Vittoria Faro come Ersilia Drei e’ svenuta. Questo e’ Pirandello”.

Un tema quello pirandelliano non anacronistico ma quanto mai attuale sulla condizione femminile, o meglio sulla non condizione e sul non sentirsi donna, Vittoria infatti sostiene :”Quello che accade oggi e’ frutto di una società malata che vive un grande senso di frustrazione e che trova sfogo in qualsiasi forma di violenza, ma quella sulle donne trovo sia un atto di vigliaccheria senza precedenti e mi chiedo come un uomo possa alzare le mani a una donna sapendo di avere una forza superiore alla sua, vedendola indifesa e provando una forma di godimento vedendola sottomessa e in lacrime. La cosa ancor più  grave e’ che queste donne che subiscono delle violenze in genere, sono paradossalmente innamorate di questi uomini e non vogliono separarsene perché li amano a tal punto da giustificare le loro azioni, proprio perché’ magari come Ersilia Drei “ non hanno mai avuto la forza di essere niente” e dal momento in cui trovano un uomo disposto a prenderle con se ad “amarle” e dargli una nuova vita sono disposte a tutto”

Lei è oggi una donna fortunata, che guarda il suo presente, il suo teatro o meglio il suo modo di viverlo intensamente e il suo lavoro; ex Direttore e insegnante Lorenzo Salveti, ha creduto in lei come la mitica Anna Marchesini per la sua grinta e tenacia, Elena D’Elia di Brainstormingcculturale che proprio di recente ha recensito un suo  spettacolo l’ha definita un’attrice e regista audace e coraggiosa, un’attrice donna sensibile e vera secondo molti, e secondo il pubblico il vero giudice che conti.

Definita   inoltre da Luigi Mula la nuova  Clara Bow per eleganza e bravura e  genialità registica, Vittoria è una donna che ha saputo sin da subito tracciare e disegnare con la matita il quadro del suo presente.

Oggi in torunèè con lo spettacolo di Pirandello, Vittoria ha in serbo tanti progetti, tanti sogni ancora che devono prendere corpo, come  “ELEKTRA “ di Hofmannsthal a cui sta lavorando, o ancora  come un progetto di video arte che vorrebbe realizzare su un testo strepitoso di un autore che ama tantissimo Beckett che si chiama “ NOT I”, e ancora  un progetto artistico su delle opere d’arte dal titolo “PLASTIC MAN” e infine è alla ricerca di uno spazio in cui poter dar vita ai suoi spettacoli, alle sue  visioni e condividere insieme ad artisti idee e opinioni, un luogo di scambio per il teatro di ricerca prendendo ad esempio come luogo le vecchie cantine. Una donna, un’dea, un progetto, una firma questa è Vittoria Faro. Come diceva  Anna Marchesini.”Da bambini si vivono solo prime volte, sono tutte prime volte quelle in cui si accende la storia e l’esperienza delle cose”. E da quelle prime volte Vittoria ne ha fatto diventare oggi successi eterni.

 

 

 

 

 

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