I Sacchi di Sabbia DIALOGHI DEGLI DEI

Gli scontri ‘familiari’ tra Zeus e Era, le continue lagnanze per le malefatte di Eros, i pettegolezzi tra Dioniso, Ermes ed Apollo resistono alla sfida del tempo? Sembra proprio di sì, a giudicare dal successo dei Dialoghi degli dei, firmato da Massimiliano Civica e dal gruppo pisano I Sacchi di Sabbia, che approda, dopo una lunga serie di fortunate repliche, anche al Piccolo Teatro Mauro Bolognini sabato 7 aprile (ore 21), a conclusione della stagione di prosa 2017/2018.

Lo spettacolo, un esilarante mix di riflessione e divertimento, vede in scena Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano e Giulia Solano; viene proposto anche con due matinées, riservate agli studenti di “A scuola di Teatro”, il progetto di formazione e orientamento al teatro, curato dall’Associazione Teatrale Pistoiese, che anche quest’anno ha visto una grande partecipazione degli istituti di Pistoia e provincia, registrando oltre 4000 presenze.

La fortuna di Luciano – scrittore e retore greco, di origine siriane, nato a Samosata nel 125 d.C. – è legata soprattutto alla serie dei cosiddetti Dialoghi degli dei: un divertissement squisitamente letterario, in cui l’autore, attingendo dal patrimonio del mito, offre una rappresentazione originale, ironica, sorprendentemente quotidiana della cosmogonia classica. Gli scontri ‘familiari’ continuando, quindi, a farci sorridere, ergendosi anzi a topos di molti meccanismi che animeranno poi la commedia moderna.

Due Premi Ubu, I Sacchi di Sabbia (di cui l’Associazione Teatrale Pistoiese ha coprodotto il divertente “I 4 moschettieri in America”) e Massimiliano Civica, si interrogano dunque sul senso profondo della parola “intrattenimento”, alla divertita ricerca di forme desuete per “passare il tempo”.

In questo allestimento gli Dei sono atterrati in una classe di un ginnasio, diventando oggetto concreto delle spietate interrogazioni con cui un’austera insegnante tormenta due suoi allievi. Seduti ai loro banchi di scuola e con i calzoni corti, i due maturi studenti, interrogati su tresche e malefatte degli immortali, sperimentano sulla propria pelle le ingiustizie della scuola, preludio alle future ingiustizie della vita…. Prevendita spettacolo 0573 991609 – 27112 www.teatridipistoia.it www.boxol.it

HANNO SCRITTO DELLO SPETTACOLO…

“Zeus? Un sottaniere ma anche un inseguitore di ragazzini. Sua moglie Era? Una gelosona ma anche una traditrice di suo. Il fanciullo Ganimede? Un furbone pronto a servirsi di donne e uomini cotte/cotti di lui. Per non parlare degli altri dei, in tutto e per tutto degni della loro coppia regale. È un ben strano mondo quello che, in nome della loro “paideia“ cioè educazione, due ragazzotti in divisa da collegio si trovano a indagare e sul quale devono essere

pronti a rispondere a “mitraglia”, complice Luciano di Samosata, vissuto nel II secolo dopo Cristo, alle domande insidiose di un’occhialuta prof. vagamente isterica. Il divertentissimo spettacolo Dialoghi degli dei, nato dal rapporto fra Massimiliano Civica e il gruppo pisano I sacchi di sabbia, racconta con gradevole ironia e scatenata improntitudine di quanto avviene lassù sulle cime dell’Olimpo fra quelli che dovrebbero essere gli esempi di virtù e saggezza per i mortali.

L’idea è quella di ambientare la storia ai giorni nostri e così gli spettatori sono sistemati di fronte a una scena minima – due banchi, una cattedra – dove i due allievi Carbone e Parrotto vivono il loro dramma di scolari poco ricettivi o furbi. A separarli dalla cattedra dove sta seduta la loro insegnate ci stanno – in costumi che citano la Grecia – Zeus ed Era, i veri responsabili delle loro tribolazioni. (…) Ecco che inizia il rito quotidiano con l’insegnante che, penna in mano e registro aperto, pone domande ai due allievi, costringendoli a tentare di farsi le scarpe uno con l’altro. Saranno solo due gli allievi ma la tipologia della scelta ci permette di entrare dentro il senso di questo spettacolo. C’è l’allievo Parrotto (Enzo Iliano) sempre pronto ad alzare la mano per rispondere, al quale fioccano continuamente otto, ma che quando si troverà chiamato all’improvviso, farà scena muta. E c’è la vittima sacrificale, lo scolaro Carbone (Gabriele Carli) meno veloce nella risposta che, magari, non sa e che colleziona una invidiabile sfilza di due. Tra la professoressa (Giulia Solano) e i due allievi ci sono Zeus ed Era (Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo) mani sugli occhi quando si estraniano dalla storia, ma molto duri quando le risposte sono sbagliate, soprattutto Zeus che è pronto a una serie di “zot” in diverse parti del corpo.

Sotto l’apparente gioco, dunque, lo spettacolo di Civica e dei Sacchi di sabbia è una critica piena di ironia al nozionismo, alle inestirpabili “preferenze” degli insegnanti verso i loro prediletti. Ma non ci fa la lezione, ci diverte invece grazie alla bravura degli interpreti, ai loro tempi giusti, alla loro coinvolgente fisicità.”

(Maria Grazia Gregori, Delteatro.it)

“È impossibile smettere di ridere con i Dialoghi degli dei, una rilettura del testo di Luciano di Samosata del II sec. d.C. (…). Sul palco divinità greche e scolaretti dei nostri giorni, in un esilarante mix di riflessione e divertimento. Gli ingredienti sono la nota ironia dei Sacchi di Sabbia – il gruppo pisano premiato con l’Ubu nel 2008 – e la loro ricerca di nuovi linguaggi, che qui trova nel regista Massimiliano Civica un compagno di viaggio d’eccezione. Anche lui è fresco di Ubu, per la sua regia di Alcesti all’Ottagono delle Murate, un lavoro certo ricco di spunti di riflessione ma anche assai arduo da seguire. Ora Civica e i Sacchi (…) si inventano un’idea tanto semplice quanto efficace: siamo a scuola, e una maestra dalla voce perfettamente impostata (Giulia Solano), interroga due scolaretti sulle divinità greche. Seguono sketch sull’allievo prediletto che prende sempre “otto” pur facendo scena muta (Enzo Illiano), e sul povero Carbone che anche se sa tutto non si stacca dal suo “due” (Gabriele Carli). In questa cornice s’incastrano i dialoghi delle divinità (Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo), che nel testo di Luciano sono perfettamente umani e parlano di gelosie e tradimenti. Qui, per di più, hanno uno spiccato accento pisano, e rendono il testo ancor più vivo e colorito. Tutti siedono schierati davanti al pubblico: al centro gli dei, ai due lati scolari e maestra. Nessuno si muove mai, eppure il ritmo scorre perfettamente. (…) Niente musiche, niente proiezioni, niente giochi di luci. Solo gli attori e il testo. Eppure segui con le lacrime agli occhi e ti porti a casa anche qualche (semplice) riflessione. E quella famigerata vicinanza del mondo greco, che poi però non è sempre vera, qui si fa concreta. Ecco allora la loro omosessualità o le gravidanze e i parti di Zeus, ancor più avanti delle nostre più spericolate chirurgie. E non mancano riferimenti meta-teatrali, per ironizzare sul vecchio realismo di Stanislavskij e parlare di un teatro dove basta la fantasia e non servono orpelli. In questi Dialoghi, il gioco funziona perfettamente.”

(Gherardo Vitali Rosati, “Corriere Fiorentino”)

“L’allestimento di Civica usa oggetti scenici ordinari: una pesante, squadrata, cattedra lignea, dietro di cui siede una prof (Giulia Solano) algida e arcigna; un banco ultravintage di legno scuro, con dietro due scolari dallo sguardo surreale (Gabriele Carli ed Enzo Iliano) in uniforme stile polizia sudafricana, con pantaloni corti, camicia bianca, gilet scuro. Tra cattedra e banco, avvolti nelle proprie tuniche bianche dai finimenti dorati, Giovanni Guerrieri nei panni di uno Zeus toscanaccio, e Giulia Gallo, che dà corpo a Era e ad altre divinità.

Il canovaccio è semplice: la professoressa interroga gli allievi sulle divinità greche. Queste, di quando in quando, prendono la parola e duettano tra di loro. È una finzione disincantata. Ne scaturisce una vera e propria parodia di una scuola come topos senza tempo, repertorio svitato di difetti mai tramontati: interrogazioni a sorpresa, studenti catalogati, voti appiccicati come stigmi, ingiustizie e pregiudizi accettati con fatalismo. C’è lo studente iellato considerato asino a prescindere; c’è lo studente fortunato e belloccio, che gode d’impunità altrettanto a prescindere. Ma c’è anche la capacità degli attori di sedurre attraverso la narrazione: storie di circa duemila anni fa mantengono intatta la propria freschezza. In mezzo ci sono gli dei, collocati in una dimensione che più materiale non si può. Sono figure traghettate dal cielo sulla terra, eroi strambi ricondotti a proporzioni umane. È un mix di paideia ed ethos, di belle pagine di letteratura e buoni narratori. Basta un’ora, e s’impara tutto o quasi di personaggi come Zeus, Poseidone, Era, Ganimede, Issione, Hermes, Efesto, Apollo, Dioniso. Canto a

cappella, ironia soft, citazioni come tormentoni da Renato Zero ed Eros Ramazzotti, rendono ancora più sapido lo spettacolo.

Le piccole vanità umane sono mitigate da un umorismo aereo in cui abbondano i paradossi e coesistono gli opposti. Sono dipinte situazioni quotidiane. Ridendo, si esprime una critica beffarda verso la cosmogonia greca, ma anche verso una scuola che si erge a metafora della vita e invece è solo una carrellata di volti pedanti. Eppure qui lo studente preso di mira accetta le ingiustizie con indulgenza, rassegnato alle piccole evitabili miserie umane.

Nel linguaggio risalta un’eleganza degna della migliore letteratura. Non mancano elementi dadaisti in quest’umorismo dai moduli drammaturgici brevissimi, alla Campanile, con dialoghi fulminanti, gag istantanee, procedimenti sintetici e dinamici. È anche teatro dell’assurdo alla Ionesco, ma tremendamente rapido, così da accentuare i caratteri di simultaneità, alogicità e irrealtà, con sintesi mute affidate a battute-lampo, senza didascalie né ripensamenti.

A quest’umorismo non mancano l’associazione irrazionale, la farneticante affettazione di meccanismi quali il topos letterario o la locuzione d’uso comune interpretati in senso letterale, il sillogismo bizzarro, il gioco di annominazioni stranianti.

Pure l’estro comico non rallenta la focalizzazione sulle storie e sui miti raccontati in maniera coinvolgente. Allo spettatore è fornita una chiave di svelamento, così da permettere l’ascolto partecipato e fermare gli episodi narrati nella memoria, con piglio divertito e spassoso.”

(Vincenzo Sardelli, “Klpteatro.it”)

 

PICCOLO TEATRO MAURO BOLOGNINI

(via del Presto, 5 – Pistoia)

Sabato 7 Aprile 2018, ore 21

(appuntamento conclusivo della stagione di prosa 2017/18)

uno spettacolo di Massimiliano Civica e I Sacchi di Sabbia

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano

 

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