Daniele Ventola, napoletano e giovane laureato in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali all’università Alma Mater Studiorum di Bologna, si sta preparando per un cammino di oltre 12.000 km da Venezia a Pechino a piedi. Il suo progetto si chiama Vento della Seta che gli farà percorrere le rotte della nuova Via della Seta, battezzata Belt & Road Initiative (2014) dal governo cinese e rivolta a Russia e UE per il miglioramento degli scambi commerciali.
La Via della Seta oggi
Oggigiorno il termine Via della Seta è tornato in uso nel vocabolario economico grazie ai due corridoi economici e infrastrutturali che collegano via terra e via mare l’Estremo Oriente e il continente europeo grazie all’iniziativa proposta dalla Cina OneBelt, One Road (OBOR) del 2013 che successivamente cambia nome in Belt and Road Initiative (2015).
In questo contesto si innesta Vento della Seta che ha come ambizione massima quella di fungere da veicolo per la condivisione delle preziose culture e dei pensieri delle persone che incontrerò lungo il mio cammino nello spirito dell’antica Via della Seta. Auspicando ad una più vasta solidarietà fondata sul riconoscimento e la comprensione della diversità culturale.
Come si svolge Vento della Seta?
Vento della Seta si realizzerà nel viaggio lento ed ecologico che da Venezia mi porterà a Zhoukoudian, Pechino. Un viaggio che non si svolge propriamente a piedi ma piuttosto marciando, come l’uomo ha sempre fatto nella Storia.
Andare a piedi è come dire “andare a fare una passeggiata”; invece, chi è che marcia?
Le varie definizioni di “marcia” mi hanno portato a rispondere a questa domanda nel seguente modo: marcia chi, accompagnato dalla musicalità del ritmo cadenzato del proprio passo, parte da un punto e arriva ad un altro, simbolicamente importante, volendo creare un rapporto di trasmissione di un’informazione o un messaggio per indurre o innestare un cambiamento (vedi sezione ‘La mia visione’).
Sono convinto che, quando l’uomo divenne tale, non lo divenne tanto perché se ne andava a piedi per il mondo, ma perché, consapevolmente o meno, marciava verso ciò che lo ha reso qualcosa più di un animale.
Dove si sviluppa il percorso?
Data la cintura economica terrestre inaugurata dal governo Xi Jiping rivolta a Russia e Unione Europea, ho ritenuto che non ci fosse momento migliore per inaugurare, assieme a questi nuovi scambi commerciali, anche incontri interculturali e umani.
Per cui i paesi che attraverserò, partendo da Venezia sono: Slovenia, Ungheria, Romania, Ucraina, Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Cina (Zhoukoudian).
Con Vento della Seta intendo documentare la cooperazione e la fiducia delle (e tra) le persone che incontro in un clima di mutua comprensione e nel rispetto della diversità delle culture, per la diffusione di una conoscenza reciproca e di dialogo nello spirito dell’antica Via della Seta.
Perché un viaggio del genere?
Leggendo i giornali, parlando con le persone, osservandosi intorno emerge immediatamente la percezione comune di vivere in un’epoca di grandi contraddizioni. E sono in molti a percepire che sotto sotto c’è qualcosa che ci impedisce di addentare completamente la vita nella sua interezza.
Le contraddizioni a cui mi riferisco possono essere evidenti come un faro nella notte: pur essendo questa un’epoca di massimo benessere tecnologico, è anche un’epoca di tangibile insoddisfazione esistenziale; è il tempo in cui il grande progresso tecnologico va di pari passo ad una povertà ed una superficialità culturale sempre più crescente; è un tempo in cui sono virali parole come “condivisione” e “connessione”quando di fatto l’interagire con il prossimo nella vita reale è una cosa sempre più rara e isolata.
Da una parte abbiamo una tecnologia evoluta che può mettere in connessione l’intero globo e può offrire a portata di palmo una vastità di sapere che prima spettava solo a pochi. Ma poi c’è l’altra faccia di questa tecnica iperconnessa, iperinvasiva, quella che aliena, che bisbiglia ciò cui bisogna credere e quel che si deve disprezzare.
Il grado di evoluzione tecnica che abbiamo raggiunto sono un’immensa fortuna e parallelamente una grande responsabilità poiché siamo noi stessi a portare il seme dell’ingegno e della tecnologia.
In questo viaggio spartano ed essenziale porterò con me tutta la tecnologia audio-visiva necessaria per documentare le culture che cambiano passo dopo passo: i volti, le architetture, l’educazione, i cibi etc., e poi pubblicherò tutto gratuitamente sul web, non solo per preservare le tradizioni locali, ma anche per testimoniare come le nuove tecnologie di informazione e comunicazione possono essere veramente uno strumento di mutua conoscenza, comprensione e sostegno tra i popoli tra gli uomini
La mia visione
Quel che vorrei ottenere e testimoniare con questo viaggio non sono grandi ideali, no.
Si tratta di trasmettere qualcosa di semplice e concreto e che, penso, tutti già sappiamo.
Che le conquiste dell’uomo sono efficaci solo nel momento in cui divengono strumenti di conoscenza di sé, dell’altro, e del sapere del mondo. Che questi progressi possono e dovrebbero contribuire davvero ad arricchire l’interno dell’essere umano, piuttosto che assopirne le potenzialità. Vorrei rendere evidente che possiamo e dobbiamo usare le grandi risorse di cui oggi disponiamo, come i social media, per rendere vera la vicinanza tra tutti gli esseri in un’etica globale ed ecologica.
Con questo viaggio desidero testimoniare e riaffermare:
· l’importanza di aprirsi all’altro, che sia il nostro vicino o qualcuno di lontano. Un’apertura che non si misura sulla base di un sentimento di forzata fratellanza e amicizia nei confronti dello sconosciuto, bensì attraverso un riconoscere all’altro una propria dignità esistenziale, per il semplice fatto di essere vivente.
· che l’essere umano è divenuto tale incontrando altri popoli. Crescendo spiritualmente, culturalmente e tecnologicamente ha sfiorato gli apici della sua umanità quando tecnologia e spirito[1] si sono unite per soddisfare i suoi bisogni reali, e non quelli creati apposta per vendere una vasta gamma di soluzioni;
· che ogni viaggio è, a suo modo, un viaggio simbolico. Ed il messaggio simbolico che Vento della Seta vuole incarnare è che questo mio viaggio non è solamente mio, ma nostro! Nostro, perché rispecchia simbolicamente il viaggio dell’umanità. Un’Umanità che nacque camminando e facendo della tecnologia la sua forza, non la sua mezzanotte.
· Che la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale delle diverse etnie va rispettata e preservata per dare voce all’espressione dei saperi folkloristici e popolari.
L’arrivo: Zhoukoudian?
A 48 chilometri sud-ovest da Pechino, nel distretto Fengshan, vi è un complesso di grotte calcaree dove nel 1918 sono stati trovati i resti di un ominide, successivamente soprannominato “l’uomo di Pechino”. Il sito di Zhoukoudian ha ridato luce a materiale risalente al paleolitico, il periodo in cui l’uomo iniziava i primi esperimenti con una tecnologia primitiva.
Per vivere questa marcia come un pellegrinaggio dell’umanità ho scelto come destinazione finale il sito di Zhoukoudian, per me luogo sacro in quanto è stato una delle culle dell’umanità. Dove l’umanità è nata, cresciuta e fece della tecnologia la sua grandezza ed estensione.
L’essere umano fondamentalmente è un miracolo. E condivido l’evidenza che mio fratello Mauro Ventola[2]insegna, ovvero che il genere umano sia nella sua essenza profondamente puro e che parte del male che ci circonda sia la conseguenza dell’allontanamento dalle radici della propria essenza.
Quanti soldi?
Il budget che abbiamo stimato si aggira intorno ai 15.000 euro. Queste spese serviranno non solo per il sostentamento ed eventuali alloggi, ma anche per coprire le spese di vaccini, visti, agenzie, assicurazione, l’uso di banche dati online, sim-card locali, apparecchiature, agenzie, etc.
Questa somma viene raccolta tramite la campagna crowd-funding (https://buonacausa.org/cause/ventodellaseta) o tramite bonifico di persone che si avvicinano alla causa. Facendo parte di quella cerchia di persone che vedono come migliore cucina quella che la terra ci dona e quella il cui ingrediente principale è offerto dalle persone che vorranno ospitarmi, ho intenzione di viaggiare nella maniera più spartana possibile, rinvigorendo l’innato legame con la terra. Per esperienza so che questo modo di viaggiare permette di entrare nella vita delle persone, di raccoglierne l’unicità e di dare la necessaria considerazione alle nostre differenze, poiché sono queste in fondo a dare valore all’incontro.
15.000 euro sono un budget massimo ideale per cui se riuscirò ad arrivare a questa cifra e parte dei contributi dovessero avanzare, devolverò quel che ne resta ad altre persone che vogliano fare qualcosa che vada oltre sé stessi in nome dell’umanità.