Prosegue a Villa Zito la rassegna Intermezzo 2018, curata da Agata Polizzi, giovedì 6 settembre alle 19.
Questa volta, ad incontrare il pubblico e a parlare della loro opere saranno Domenico Mangano e Marieke Van Rooy con un progetto di videoarte in cui i problemi sociali e la qualità della vita entrano in contatto in modo curioso e inevitabile.
Siamo a Beetsterzwaag (Frisia, Paesi Bassi), e in una zona residenziale sorge un quartiere dal nome curioso: de Wisse, il cambio. Sembra tutto ordinario: il morbido terreno di sabbia, il canto degli uccelli liberi in natura: in realtà, in questo luogo un istituto sanitario olandese si impegna quotidianamente per permettere ai disabili mentali di migliorare la qualità della loro vita. Ne nasce un microcosmo in cui il tempo sembra essersi arrestato, governato da regole proprie e dalle ripetizioni, con una propria poesia. “Birds singing, sandy ground” è il primo passo di una trilogia portata avanti da Domenico Mangano e Marieke Van Rooy chiamata “The dilution project”, di cui sicuramente saranno felici di parlare nel corso del talk che, come ormai da tradizione, coinvolge ogni artista di Intermezzo.
“La dimensione sociale è un aspetto molto importante dell’arte contemporanea, spesso chiamata a confrontarsi con temi di assoluta urgenza, come in questo caso – dice il Presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – in cui vengono posti in stretta relazione microcosmi come natura, disagio mentale e integrazione. Anche per la profondità di queste riflessioni, che partono da un’arte spesso non convenzionale, provocatoria, Fondazione Sicilia ha scelto di aprirsi ai linguaggi contemporanei. I risultati, anche in termini di fruizione, ci stanno dando ragione”.
Dopo Domenico Mangano e Marieke Van Rooy, il 18 ottobre sarà la volta di Stefania Galegati Shines e, il 23 novembre, chiuderà la rassegna Alessandro Piangiamore.
Le opere di questo viaggio nell’arte contemporanea sono legate da un fil rouge: esplorare l’approccio all’immagine, le sue possibili forme e soprattutto la percezione di essa in un’ epoca in cui forma e contenuto possono avere ruoli anche molto diversi tra loro.
Domenico Mangano e Marieke Van Rooy
Domenico Mangano ( Palermo, 1976) & Marieke van Rooy (Weert, NL, 1974) vivono e lavorano ad Amsterdam. Il duo si è formato nel 2014 ad Amsterdam, dopo un’esperienza artistica (individuale) di Domenico Mangano, iniziata alla fine degli anni Novanta. Il loro lavoro è strutturato sulla combinazione della ricerca e delle pratiche artistiche. L’approccio narrativo è centrale nei loro progetti che si basa, essenzialmente, su microstorie in cui antropologia, politica, architettura sociale, storie locali divengono i contenuti precipui delle loro opere. Nei loro progetti c’è dunque la fusione della ricerca archivistica e delle componenti partecipativa ed educativa in un processo artistico che viene trasformato invariabilmente in opera (film, installazioni spaziali, foto, disegni, performance e pubblicazioni). Il duo preferisce lavorare a progetti a lungo termine, per realizzare opere che approfondiscono lo stesso contenuto nelle molteplici sfaccettature. Il loro approccio narrativo, altresì, utilizza i metodi classici della ricerca antropologica attraverso l’applicazione del concetto di “campo” e la ricerca d’archivio, utilizzando l’immagine visuale come strumento di indagine. Tra le istituzioni che hanno ospitato le loro opere: Whitechapel Gallery (Londra), Galleria d’Arte Moderna (Roma), Triennale di Beyond Borders Beaufort (Ostenda), I Biennale di Praga, De Kunsthal (Rotterdam), Casco/Fotodok (Utrecht), Futura (Praga), MOCA (Chicago), Palazzo Grassi (Venezia), XIV Quadriennale (Roma), Vleeshal (Middelburg), II Biennale di Atene e Nomas Foundation (Roma). Il loro lavoro è parte, tra gli altri, della Margulies Collection (Miami), GAM (Torino), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino) e di diverse collezioni private.
Terzo appuntamento per la rassegna curata da Agata Polizzi a Villa Zito con “Birds singing, sandy ground”, di Domenico Mangano e Marieke Van Roo