Angelo Berardi, lo chef inclusivo: lo stesso menu per tutti, intolleranti e non

Che cosa ci fa uno chef pugliese in un prestigioso ristorante trentino? Fonde il meglio delle tradizioni culinarie di Nord e Sud, soprattutto, fa in modo che tutti, ma proprio tutti, possano godere dei suoi manicaretti. Sì perché Angelo Berardi non è solo un apprezzato professionista che può vantare oltre 25 anni di esperienza come responsabile di cucina, ma è anche e soprattutto uno chef che si è specializzato nella preparazione di piatti di prima qualità per chi presenti intolleranze alimentari gravi, come quella al glutine – causa della celiachia – o quella al lattosio, per fare in modo che nel suo ristorante tutti possano gustare lo stesso menu.

Spesso, infatti, le alternative di cui coloro che soffrono di queste problematiche possono godere quando mangiano fuori casa sono poche e sensibilmente diverse dalle proposte offerte, invece, a tutti gli altri. Una piccola “ingiustizia” alla quale molti sembrano essersi anche abituati. Invece, chef Berardi continua incessantemente la sua formazione in questo settore per offrire a tutti, davvero tutti i suoi clienti, la possibilità di assaporare le sue creazioni.

La pasticceria è stata il suo primo amore e resta la sua grande passione, nonché il fiore all’occhiello per l’Hotel Villa Madonna di Bolzano di cui dirige le cucine da ormai 3 anni. Quante volte, al termine di un’appetitosa cenetta, l’offerta dolciaria si limita a gelati preconfezionati o prodotti industriali, anche se di buona qualità, ma che possiamo trovare identici in differenti luoghi? Con Berardi è tutto preparato artigianalmente, perché i veri golosi lo sanno: il dessert è la chicca di un pasto, per il quale ci si lascia sempre uno spazietto libero, e va onorato esattamente come fosse un primo piatto.

Ma la curiosità e la voglia di completarsi hanno spinto Angelo a diventare chef a 360°, unendo quindi alla sua preparazione nella creazione dei dolci quella per la cucina salata, e così anche in Trentino si possono assaggiare delle ottime orecchiette pugliesi fatte a mano, la sua specialità. Naturalmente anche senza glutine!

Tutti i piatti sono preparati con prodotti sempre freschi e naturali, anche il pane o la pasta fresca e, ovviamente, i canederli! La parola d’ordine delle cucine dirette da Berardi è: nessun prodotto confezionato. Ogni mattina, la colazione dell’Hotel Villa Madonna prevede un ricco buffet di brioches, crostate, krapfen e diverse specialità dolciarie tirolesi, preparate con cura. Inutile aggiungere che anche il menu bambini non è mai differenziato: tutti i piccoli clienti potranno scegliere tra le stesse portate.

Tutto questo è possibile grazie ad una cucina a ad un laboratorio di pasticceria separati e interamente dedicati alla preparazione di alimenti e dolci senza glutine(o lattosio), e al personale altamente qualificato e informato sulle particolari precauzioni da tenere alla presenza di persone intolleranti. Lo stesso chef Berardi segue e organizza corsi di cucina e pasticceria senza glutine, ed è ormai di casa alla sezione trentina dell’Associazione Italiana Celiachia, con la quale ha collaborato nel prezioso progetto AFC (alimentazione fuori casa) creato dall’AIC nazionale: «Durante un monitoraggio della struttura dove lavora ho conosciuto Angelo e la prima impressione è stata correttissima: un vero maestro – ha dichiarato Stefano Patton, Presidente AIC Alto Adige-Südtirol – Con una semplicità imbarazzante ha spiegato come realizzava le portate senza glutine e come faceva per contraddistinguerle al fine di non confonderle con le portate normali e ha fatto apparire tutto semplicissimo. Finito il monitoraggio abbiamo rubato alcune sue idee per “aggiustare” la nostra procedura per i corsi dedicati alle strutture che vogliono far parte del network AFC .

Angelo, in quel esatto istante, si è dimostrato quello che è veramente: una persona mite e umile ma capace di enorme senso di generosità. Angelo è riuscito a capire che un celiaco nella realtà quotidiana in mancanza di un servizio senza glutine è diviso fra due possibilità: non mangiare oppure esporsi a rischi per la salute, ed è per questo che, nonostante non ne avesse assolutamente bisogno, ha voluto partecipare al corso di formazione per cuochi formatori del progetto AFC».

Perché Angelo, ormai chef di grido, non ha dimenticato il significato originario dello stare a tavola: condividere, attraverso il cibo, attimi di felicità e, se nessuno viene escluso, se la diversità non pesa, tutto è più bello e più buono.

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