«Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell’antica Cina»: Ai Mercati di Traiano l’Urbe dialoga con l’antica Cina.

Dalla politica all’archeologia, a Roma la Cina è diventata di moda. Dopo la discussa ma senza dubbio rilevante visita di Xi Jinping, Presidente della Repubblica popolare cinese, è il turno della storia, con lo sbarco nella capitale di una mostra che racconta le origini del gigante dell’Est, un viaggio nel passato di sicuro interesse per studiosi e appassionati. Dal 26 marzo al 18 ottobre «Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell’antica Cina», racconta il popolo Shu, originario della regione del Sichuan nel sud-ovest della Cina. La mostra è ospitata nei magnifici spazi dei Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali. Una storia che affonda le radici nell’età del bronzo (II millennio a.C.) e raggiunge l’epoca Han (II secolo d.C.), esponendo reperti provenienti da importanti istituzioni cinesi, come il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sichuan, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di Chengdu, il Museo di Mianyang, e il Museo Etnico Qiang della Contea di Mao. L’Esposizione, curata dell’archeologa e vice direttrice del Museo di Jinsha Wang Fang, è realizzata sotto la guida dell’Ufficio Provinciale della cultura del Sichuan e patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, con il supporto di Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. L’organizzazione è del ChinaMuseum International con il supporto di Zètema Progetto Cultura. L’allestimento è curato dagli architetti Gaetano di Gesu e Susanna Ferrini di “n!studio Asia”.

Città e storie che si incrociano: se la genesi di Roma è legata a filo doppio con lo scorrere immortale del fiume Tevere, l’evoluzione del popolo di Shu è segnata a fondo dallo Yangtze, il Fiume Azzurro, filo conduttore della mostra. I visitatori sono accolti infatti dalla rappresentazione dell’importante corso d’acqua: un imponente installazione dorata ispirata a un dragone cinese, è stata istallata nello spazio centrale della spettacolare Grande Aula. Alle 130 opere già esposte al Museo nazionale archeologico di Napoli, Roma vede aggiunti 15 nuovi prestiti, un prezioso allestimento fatto di opere in bronzo, oro, giada e terracotta, reperti affascinanti che non sono facilmente visibili alle nostre latitudini. Nel racconto della civiltà Shu hanno un valore centrale le misteriose maschere in bronzo provenienti dagli scavi archeologici del sito di Sanxingdui. Tra le testimonianze di maggiore impatto anche il cavallo di Mianyang e il sole di Jinsha, oltre alla produzione artigianale della dinastia Han, con i recipienti in legno laccato e i ritratti su mattone. L’esposizione è divisa in due sezioni tematiche: La Cultura religiosa dello stato di Shu e La vita quotidiana del popolo Shu, la prima concentrata sulla vita spirituale, la seconda sul commercio sviluppato nell’area del Sichuan. Le bizzarre maschere in bronzo possono così raccontarsi e svelare il loro antico uso, un ancestrale rito religioso legato al culto del Sole. Fotografie, video e ricostruzioni digitali degli scavi rendono comprensibile al visitatore una visione d’insieme del Sichuan, uno sguardo verso un passato lontano di una terra mitica.

“Mortali Immortali, tesori del Sichuan nell’antica Cina”

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