È giovane Andrea Alessandrelli, chef del ristorante Maremoto Senigallia, in provincia di Ancona. Ma oltre a vantare esperienze di tutto rispetto, ha le idee molto chiare sul tipo di cucina che lo rappresenta e su ciò che, in generale, la cucina, soprattutto quella della sua terra, dovrebbe essere: un volano per il turismo. Perché attraverso le tradizioni della buona tavola, in tutto lo Stivale, si scoprono piccoli e grandi mondi che meritano di essere conosciuti e anche paesi non sempre alla ribalta dei riflettori mediatici, possono nascondere gustosissimi tesori.
Alessandrelli ha iniziato ad appassionarsi alla cucina all’età di nove anni: «Per ragioni familiari – spiega – ho iniziato a cucinare, a preparare primi piatti. Col passare del tempo mi sono avvicinato sempre di più a questo settore e ho deciso di farne una professione, frequentando prima l’alberghiero a Loreto e poi a Senigallia dove mi sono diplomato». Da lì, è iniziata una carriera – è il caso di dirlo – “scintillante”, tra il ristorante Alain Ducasse “At The Dorchester” di Londra, il “Casa Vissani” di Terni dalle 2 Stelle Michelin, il 3 Stelle Michelin “Geranium” in Danimarca e il “Don Alfonso 1980”, anch’esso doppia stella, a Sant’Agata sui Due Golfi, una frazione di Massa Lubrense, in provincia di Napoli. Fino al ritorno a Senigallia, a casa, e a questa nuova avventura.
Eppure, nonostante abbia girato in lungo e in largo e sia stato a contatto con chef di altissimo livello, Alessandrelli non ha dubbi: «La mia esperienza più grande l’ho fatta nella mia zona, con una signora che cucinava ed era ormai vicina alla pensione – ha confidato alle telecamere di AliceTv nel programma “Cuochi e Dintorni”, di cui è stato protagonista appena un anno fa – Mi ha insegnato tutta la tradizione culinaria delle Marche ed è ciò che amo di più». Infatti l’ingrediente che lo rappresenta maggiormente è il mosciolo selvatico di Portonovo e, proprio nell’ottica della sua idea di valorizzazione territoriale attraverso la cucina, non poteva essere altrimenti. Il mosciolo è una particolare varietà di cozze si riproduce spontaneamente tra le spiagge della zona, caratterizzate da rocce e scogliere, presidio Slow Food dal 2004. Alessandrelli ha ideato con i moscioli uno dei suoi cavalli di battaglia, la Spiaggia di Sassi Neri, un primo piatto dove questo speciale mollusco è il protagonista principale, insieme a calamari, finocchietto e mandorle.
La filosofia e lo stile della cucina dello chef Alessandrelli ci fanno capire che non è un fan della cucina molecolare: «La cucina è semplicità, è tradizione, è riportare sensazioni, ricordi in un piatto. Quando qualcuno mangia deve ricevere un’emozione».
Per questo giovanissimo Executive Chef, i “frutti” dell’arte culinaria sono paragonabili a sinfonie musicali: «La cucina è un’armonia: se riesci a comporla, ottieni dei piatti indimenticabili».