Sala Bausch | Teatro Elfo Puccini Corso Buenos Aires 33, MM1 fermata Lima

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Venerdì 31 maggio 2019

Ore 19.00 – Brindisi di benvenuto

Ore 20.00 – Inizio spettacolo

“Il Popolo dell’Acqua”

lettura scenica a cura di Teatri Reagenti

un testo originale di Massimo Donati

liberamente ispirata a “Un nemico del popolo” di H. Ibsen

in scena Fabrizio Careddu, Claudia Facchini, Eva Martucci, Giacomo Rosselli

regia Massimo Donati

light design Monica Gorla

scenografia Agnese Bellato

sonorizzazione Rolando Marchesini

Liberamente tratto da “Un nemico del popolo” di H. Ibsen, “Il Popolo dell’Acqua” è il testo originale di Massimo Donati che sarà presentato venerdì 31 maggio alle ore 20 alla Sala Bausch del Teatro Elfo Puccini di Milano in forma di lettura scenica a cura della compagnia Teatri Reagenti, con Fabrizio Careddu, Claudia Facchini, Eva Martucci, Giacomo Rosselli, nell’ambito del progetto “AcquaInsieme”, promosso da BrianzAcque e Acli milanesi e nato con l’obiettivo di educare e sensibilizzare i cittadini ed i bambini di Milano e della Brianza alla cura dei beni comuni, accrescendo la conoscenza e l’attenzione della comunità sulle tematiche del consumo consapevole delle risorse e dell’impegno civico.

Il celebre dramma ibseniano, riscritto per l’occasione da Massimo Donati, utilizzando i toni della commedia, in questa lettura affronta, con comicità e intelligenza, il tema della gestione dell’acqua pubblica.

Nella cittadina di Idreia la prosperità e lo sviluppo sono legati alla disponibilità di acqua, buona, pulita e a disposizione di tutti. Attorno ad essa si giocano gli interessi di un’intera comunità. Proprio questa, il Popolo dell’Acqua, è protagonista della vicenda che dispiega attorno alla Centrale Idrica e alle Terme tutte le tematiche legate alla gestione pubblica delle risorse. I personaggi che ne governano le sorti sono apparentemente mossi dal desiderio di salvaguardare il suo futuro e vedere uno sviluppo sempre più florido della propria città, ma vengono a scontrarsi con la necessità di definire che cosa sia il bene comune.

La struttura dell’opera originaria di Ibsen, che richiama un’ambientazione volutamente retrò, nasconde un doppio registro: se il linguaggio ed i comportamenti cerimoniosi dei personaggi riportano ad atmosfere da anni ’50 del Novecento, le tematiche dell’opera richiamano il presente o un futuro prossimo, che ci riguarda da vicino. La trama si nutre di linee tematiche strettamente legate ai personaggi, che nel testo ne divengono simbolo: il sapere oggettivo della scienza, rappresentato dal dottor Stockmann; il gioco manipolatorio dell’informazione, dal caporedattore Hovstad; il Borgomastro (Petra Stockmann) e gli

azionisti della centrale idrica, portatori di un interesse economico privato ma legato a doppio filo con le sorti dell’intera città.

Lo sguardo rivolto ai cittadini – cinico e disincantato nel capolavoro ibseniano – grazie al filtro della commedia è meno perentorio, e rivolge la sua attenzione alla dimensione esistenziale della dittatura della maggioranza, centrale nell’originale ottocentesco, nella precisa intenzione di dare al testo un taglio più moderno e umano: un tema universale che si rivolge a tutti, mentre si dipana la vicenda dell’ingenuo e integerrimo Stockmann, costretto a difendere la verità scientifica, a discapito della sua personale popolarità e rispettabilità.

Nella lettura scenica – che debutterà in forma di spettacolo in autunno – la città è l’orizzonte dell’azione di tutti i personaggi. La città come organismo guidato da anime ed interessi multiformi, contrastanti, ma comunque organismo plurale, che riesce ad essere governata soltanto quando i protagonismi riescono a venire superati. Anche l’eroe è imperfetto e sbaglia, trasportato dalla sua ostinazione, ingannato dalla sua stessa ingenuità: la risoluzione della trama si avrà proprio con la presa di coscienza della limitatezza di ogni individuo, nel suo agire personalistico.

L’ingresso è gratuito. È necessario confermare la presenza inviando una mail all’indirizzo: acquainsieme@gmail.com.

I posti sono limitati.

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